9) Outlander
C’è chi sta cantando la sigla e chi mente. Nel 2014, Ronald D. Moore portava in televisione l’adattamento della celebre saga storico fantasy di Diana Gabaldon. E noi gliene saremo per sempre grati. La narrazione si sviluppa in vari periodi storici, avendo come unico fil rouge la storia d’amore senza tempo tra Jamie e Claire. Tutto ha inizio proprio quando Claire Randall, un’infermiera inglese della Seconda Guerra Mondiale che, nel 1945, viene misteriosamente trasportata indietro nel tempo fino alla Scozia del 1743.
Il period drama targato Starz ha incantato milioni di spettatori, come già era accaduto con la saga letteraria prima. Il merito di questo straordinario successo è la commistione tra tre generi: fantasy, storico e romance. Outlander, riesce, furbescamente a inserire una storia d’amore fittizia in un contesto assolutamente reale. Gli eventi storici narrati nella serie tv non sono frutto di fantasia mentre la storia dei protagonisti si. Eppure Jamie e Claire risultano così ben inseriti nel contesto da diventarne parte integrante e assolutamente credibile. Uno degli eventi storici centrali della prima stagione di Outlander è proprio la Rivolta giacobita del 1745. Un tentativo fallito da parte dei sostenitori della dinastia Stuart, detti giacobiti, di riportare il pretendente Carlo Edoardo Stuart sul trono d’Inghilterra e Scozia. Questo conflitto culmina nella battaglia di Culloden, che è rappresentata nella seconda stagione della serie.
La rappresentazione della battaglia di Culloden e delle sue conseguenze è uno dei momenti più tragici e migliori del period drama.
La battaglia fu un disastro per i giacobiti, che persero non solo lo scontro, ma anche la loro cultura e autonomia. Le ritorsioni contro i clan scozzesi dopo la sconfitta, con l’abolizione del sistema dei clan e l’imposizione di leggi severe da parte del governo britannico, sono eventi storici rappresentati in maniera toccante e fedele. Nelle stagioni successive, Claire e Jamie viaggiano nel Nuovo Mondo, e la serie inizia a esplorare la storia delle colonie americane. Comprese le tensioni che portarono alla Guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti.
Ancora una volta, Outlander ha dimostrato una grandissima cura nella realizzazione dei dettagli storici. Le interazioni tra i coloni europei e le popolazioni indigene americane, i conflitti con la Corona britannica e le condizioni di vita nelle piantagioni coloniali sono elementi che arricchiscono il racconto. Il contesto della guerra è accuratamente ricreato, mostrando non solo le battaglie, ma anche le dinamiche sociali ed economiche che alimentarono il conflitto.
10) The Last Kingdom
Forse tra i titoli meno conosciuti all’interno di questa lista ma che vi assicuriamo vale tutto il vostro tempo. La storia segue il viaggio di Uhtred di Bebbanburg, un giovane nobile anglosassone catturato e cresciuto dai vichinghi danesi, che si ritrova diviso tra due mondi: quello dei danesi pagani e quello dei sassoni cristiani. La serie si concentra sugli eventi storici che portarono alla formazione del regno d’Inghilterra, in particolare durante il regno di Alfredo il Grande.
Il periodo in cui è ambientata The Last Kingdom è uno dei momenti più cruciali e formativi della storia inglese.
Momento Superquark. A quel tempo, l’Inghilterra era divisa in diversi regni anglosassoni, tra cui Wessex, Mercia, Northumbria e East Anglia, ognuno con il proprio re. Il più potente di questi regni era il Wessex, governato da re Alfred il Grande, una figura centrale nella serie e nella storia reale. Le incursioni dei vichinghi, noti nella serie come “danesi”, erano frequenti e devastanti, e molte aree dell’Inghilterra erano sotto il loro controllo. Una di queste era una regione conosciuta come Danelaw. La serie si concentra su questo conflitto tra i regni sassoni e le forze vichinghe, raccontando la lotta per il controllo della terra e la formazione di un’Inghilterra unificata.
Uno dei personaggi storicamente più accurati e complessi della serie è re Alfred il Grande. Nella storia reale, Alfred è noto per aver difeso il Wessex dalle invasioni vichinghe e per i suoi sforzi nel promuovere l’educazione, la legge e la cristianità. Il sovrano viene ritratto come un uomo pio e intelligente, profondamente devoto alla sua visione di un’Inghilterra unita sotto la bandiera della fede cristiana. Un ritratto che non è però per nulla idealizzato. The Last Kingdom (qui trovate 7 curiosità) mostra, infatti, anche le sue debolezze. Tra cui la sua salute fragile e il carattere a volte rigido e dogmatico. Informazioni coerenti con la storia, poiché Alfred soffriva effettivamente di problemi di salute (forse legati al morbo di Crohn o epilessia), e la sua visione politica, pur innovativa, spesso lo poneva in conflitto con i suoi stessi nobili e guerrieri.
Uhtred, invece, è un personaggio di fantasia, basato in parte su figure storiche minori.
Bebbanburg (l’odierna Bamburgh), una fortezza nella Northumbria, era un’importante roccaforte anglosassone, e la famiglia di Uhtred potrebbe essere stata ispirata dalla dinastia reale della regione. Tuttavia, la storia di Uhtred – rapito e cresciuto dai danesi, ma in conflitto con il suo retaggio sassone – è un’invenzione narrativa. La sua vicenda personale funge da mezzo per rappresentare i conflitti culturali e religiosi del tempo. Il suo status di “uomo diviso” tra due mondi (quello sassone e quello danese) riflette le reali tensioni dell’epoca. Quando le popolazioni anglosassoni dovevano confrontarsi con l’influenza culturale e militare dei vichinghi.