5. Il colosso di Rodi – Sergio Leone
Rivoluzionario padre degli iconici spaghetti western, tra i migliori registi del cinema, Sergio Leone debutta alla regia con Il colosso di Rodi (1961). Questo è un peplum – sottogenere dei film storici in costume, ambientati in contesti biblici o nel periodo greco-romano – epico ambientato nell’antica Grecia racconta le vicende di Dario. Il nobile ateniese si ritrova coinvolto in una trama di complotti e ribellioni contro il tiranno di Rodi. Il tutto all’ombra imponente della gigantesca statua simbolo della città .
Pur essendo meno conosciuto rispetto alle opere successive di Leone, Il colosso di Rodi mostra già alcune delle caratteristiche che definiranno il suo stile unico. La grandiosità delle scene, la cura per i dettagli e l’attenzione alle dinamiche di potere sono elementi centrali in questo film, anticipando la maturità artistica del regista. Inoltre, Leone sfrutta il genere peplum per inserire (le future ricorrenti) critiche sottili al potere corrotto e all’oppressione.
Nonostante i limiti di budget e il fatto che il film sia ancorato alle convenzioni del cinema storico dell’epoca, Il colosso di Rodi offre spettacolo, intrighi e una regia che già punta a superare i confini del genere. Scoprendo le origini di un maestro del cinema, questa opera, seppur lontana dai western che l’hanno reso celebre, getta le basi per il suo straordinario percorso artistico. Una gemma da rivalutare nel panorama del cinema epico italiano.