Oggi parleremo dei migliori registi del 21esimo secolo, coloro che hanno cambiato il modo di fare cinema
In questo incredibile scenario cinematografico del 21° secolo, alcuni dei migliori registi si sono distinti non solo per la loro capacità di intrattenere, ma per la loro audacia nel trasformare le convenzioni del cinema stesso. Attraverso opere che sfidano le aspettative e esplorano temi complessi, questi cineasti hanno lasciato un’impronta indelebile nel tessuto del cinema contemporaneo. In questo articolo, esploreremo dieci registi che hanno letteralmente stravolto il 21esimo secolo con le loro visioni uniche e rivoluzionarie.
Dalle profondità dell’identità umana alle complesse trame temporali, questi registi hanno elevato il medium cinematografico a nuove vette di innovazione e significato. Uno sguardo ravvicinato ai loro capolavori rivela non solo la loro maestria tecnica, ma anche la loro capacità di toccare e trasformare il pubblico attraverso il potere delle storie raccontate sul grande schermo. Si passa dall’ormai iconico Yorgos Lanthimos a Villenueve, fino a Bong Joon-ho. Ecco quali titoli hanno contrubuito a rendere la loro fama così meritata.
1) Ava DuVernay
Conosciuta per il suo impegno a portare storie di afroamericani e questioni sociali sul grande schermo, Ava DuVernay è senza dubbio una delle registe più influenti del 21° secolo. Ha iniziato la sua carriera nel mondo del marketing cinematografico prima di passare alla regia. Ha debuttato con il film I Will Follow nel 2010, ma è stato con il suo terzo film, Middle of Nowhere del 2012, che ha iniziato a guadagnare riconoscimento, vincendo il premio come miglior regista al Sundance Film Festival. Ma è con Selma che è entrata nella storia del cinema.
Selma è un dramma storico che racconta la campagna guidata da Martin Luther King Jr. per ottenere il diritto di voto per gli afroamericani, culminata nella storica marcia da Selma a Montgomery, Alabama, nel 1965. Il film esplora i tre mesi tumultuosi di quell’anno, mettendo in luce la brutalità della polizia contro i manifestanti pacifici e l’ostinata resistenza contro il cambiamento. Il film è stato acclamato dalla critica e ha ricevuto numerose nomination agli Oscar, vincendo il premio per la miglior canzone originale con “Glory” di John Legend e Common. È stato anche nominato per il miglior film, segnando una pietra miliare per DuVernay come una delle poche registe afroamericane ad essere riconosciute in tale categoria.
2) Yorgos Lanthimos
Tra i migliori registi di sempre
Nell’anno di Yorgos Lanthimos, non potevamo proprio non riportarlo in questa lista. Lanthimos ha iniziato la sua carriera con cortometraggi e video musicali prima di emergere sulla scena internazionale con film traumatizzante Dogtooth (2009), che ha vinto il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes. Tuttavia, anche in questo caso possiamo definire un film che ha segnato la sua entrata ufficiale nel mondo cinematografico. Ci riferiamo a The Lobster, un film distopico e surreale ambientato in un futuro prossimo dove essere single è illegale. Le persone non sposate vengono arrestate e trasferite in un hotel dove hanno 45 giorni per trovare un partner. Se falliscono, vengono trasformate in un animale di loro scelta e rilasciate nei boschi. The Lobster è una satira sociale che esplora le pressioni sociali e culturali legate alle relazioni e alla conformità.
The Lobster è stato acclamato dalla critica e ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2015. È stato nominato per l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, un riconoscimento significativo per un film così non convenzionale. Il film ha avuto un impatto duraturo sul panorama cinematografico, ispirando discussioni sulla natura delle relazioni e sul ruolo della società nella vita personale degli individui. Ha contribuito a consolidare Lanthimos come un regista di primo piano con una visione unica e provocatoria. Con Poor Things, ne abbiamo solo avuto la conferma.
3) Gina Prince-Bythewood
Regista e sceneggiatrice statunitense, Gina Prince-Bythewood è nota per la sua capacità di raccontare storie emotivamente risonanti e caratterizzate da una forte attenzione ai dettagli umani e culturali. La sua carriera è caratterizzata da un impegno a raccontare storie complesse e umane, spesso con un focus su personaggi afroamericani. Il film che però l’ha consacrata è La vita segreta delle api (The Secret Life of Bees), un film del 2008 che ha attirato l’attenzione per la sua sensibilità e profondità emotiva. Si tratta di un adattamento del romanzo omonimo di Sue Monk Kidd. Ambientato nel Sud degli Stati Uniti negli anni ’60, il film segue la storia di Lily Owens, una giovane ragazza che scappa di casa con la sua governante afroamericana, Rosaleen, in cerca di risposte sulla madre defunta. Finiscono per trovare rifugio presso tre sorelle afroamericane che gestiscono un’azienda di apicoltura.
Il film ha ricevuto recensioni positive per la sua narrazione emozionante e le forti performance del cast. È stato lodato per la sua capacità di trattare temi complessi con delicatezza e rispetto. La vita segreta delle api ha contribuito a portare alla ribalta le storie afroamericane e femminili, dimostrando l’importanza di una rappresentazione diversificata nel cinema. Ha anche rafforzato la reputazione di Prince-Bythewood come una delle voci più significative nella regia contemporanea.