Questa volta ci sono davvero rimasta male, forse perchè da Dylan Sprouse e Sarah Hyland mi aspettavo qualcosa di più. Non speravo in un film di spessore, ma avrei preferito una commedia leggera all’agglomerato di cringe e cliché che My Fake Boyfriend si è rivelato essere.
I presupposti erano buoni. In occasione del pride month, infatti, l’uscita di un film che affrontasse anche le tematiche di una “relazione tossica” omosessuale erano un ottimo spunto per costruire un film leggero ma dai messaggi importanti. Purtroppo, però, questo film oltre che a un gran nervoso e poche battute scadenti non mi ha lasciato nulla.
La trama di My Fake Boyfriend
La trama vede al centro delle vicende Andrew, un giovane che si trova in una situazione difficile: incastrato in una relazione tossica non riesce a scaricare il suo ex fidanzato e sviluppa una dipendenza da lui.
I suoi migliori amici decidono quindi di prendere in mano la situazione e creano un finto fidanzato (da qui il titolo di questo “capolavoro”). Come in ogni film originale che si rispetti, però, la situazione sfugge di mano, e Cristiano Maradona (il finto fidanzato) diventa in breve tempo virale e travalica anche i confini nazionali.
Convinta poi che più originale di così non si potesse, mi sono trovata di fronte a quando Andrew si innamora di un ragazzo nella vita reale. Potrei non stare a raccontarvi il resto della storia, di fatto è uno spoiler preannunciato, ma siamo qui per questo, quindi proseguiamo con la recensione.
Tra cliché e dialoghi cringe
My Fake Boyfriend affronta quindi una sorta di catfishing, questa volta con un deepfake. Non so se ad avermi delusa di più siano stati i continui cliché, oppure le scene alla soap opera spagnola che arricchivano il bagaglio della mia filmografia vista con dialoghi al limite del cringe.
Insomma, le premesse erano davvero buone, nell’era di Tinder e degli incontri online e soprattutto nell’era del fake till you make it, bastava semplicemente arricchire i dialoghi, togliendo le battute inutili tra la coppia Jake e Kelly (odiosi) e aggiungendo un pò di spessore a quelli tra Andrew e Rafi.
La poca credibilità di My Fake Boyfriend
La mancanza di una commedia sostenuta non è l’unico problema del film. Ci sono momenti in My Fake Boyfriend che hanno messo a dura prova la credibilità (e la mia attenzione), come la sorprendente popolarità di Cristiano online spiegata davvero pochissimo. Guadagna rapidamente 3 milioni di follower su Instagram e diventa un influencer, nonostante in realtà non esista. Certo, è Jake a tirare le fila da dietro le quinte, ma è ancora difficile credere che Cristiano possa ottenere il seguito che fa senza di fatto essere visto realmente da nessuno. Se fosse così facile creare una fan base saremmo tutti influencer (per fortuna non lo è).
Insomma, My Fake Boyfriend è solo un’altra commedia romantica che offre risate minime con la massima prevedibilità mentre rende il suo personaggio principale meno importante dei suoi due inutili (e caratterizzati malissimo) amici.
Ma di lati positivi ce ne sono?
Mi sono dovuta sforzare tanto per trovarne, e soprattutto per non addormentarmi durante il film. Andrew e Rafi alla fine sono entrambi personaggi simpatici e le loro scene insieme sono piuttosto interessanti e dolci. Più tempo per esplorare la loro relazione sarebbe stato un colpo giusto, ma il loro tempo nel film è continuamente interrotto a causa della sottotrama che coinvolge l’irritante coppia Jake e Kelly e la loro relazione occasionale.
Con una sceneggiatura più nitida, My Fake Boyfriend avrebbe potuto essere più perspicace, offrire uno sguardo più approfondito alle complessità degli appuntamenti online all’interno della comunità LGBTQIA+. Avrebbe potuto porre l’attenzione sull‘ossessione dei social media e anche sul fandom delle celebrità, come queste tendano a cambiare le persone che spesso ne diventano letteralmente ossessionati. Sfortunatamente, la sceneggiatura affronta solo superficialmente questi temi e per questo il film non ha davvero nulla di nuovo da dire.
Se fosse stato scritto in modo più divertente e interessante, tutti questi temi di cui parlo non sarebbero magari stati necessari, ma purtroppo nell’insieme non possono portarmi a questa considerazione.
Tiriamo le somme
Forse l’atto finale è ciò che distingue davvero questo film. Non è più una commedia romantica costruita su bugie e congegni ridicoli, ma un qualcosa che ha a che fare con la natura dell’ossessione delle celebrità sui social media. La creazione di Cristiano da parte di Jake ha preso vita propria, consumando l’identità di Jake, distruggendo la relazione con Kelly e distruggendo la vita di Andrew.
Insomma, questo film non è sicuramente qualcosa che consiglierei. Ha un tono cringe ed è parallelo a una trama piena zeppa di cliché con una visione superficiale sui pericoli dei social media per poi buttarsi su un’altra corsia, per essere la commedia romantica che diceva di non essere.
In un’era in cui siamo letteralmente bombardati da contenuti ci si aspetta qualcosa di più, quello che ad esempio sta facendo The Summer i Turned Pretty, disponibile sempre su Amazon Prime Video.