3) Batman & Robin (1997)
Batman & Robin è un vero e proprio monumento al kitsch e al camp, che ha segnato uno dei momenti più bassi nella storia del Cavaliere Oscuro. Già questa premessa dovrebbe essere sufficiente per darvi un’idea di uno dei peggiori film sui supereroi della storia. Anche se c’è chi lo apprezza proprio per la sua insensatezza. Diretto da Joel Schumacher e interpretato da George Clooney nei panni di Batman, il film è ricordato per motivi tutt’altro che positivi.
Negli anni ’90, il personaggio di Batman al cinema aveva raggiunto uno stato di rilievo. Il successo di “Batman” (1989) e “Batman Returns” (1992), entrambi diretti da Tim Burton, aveva cementato il personaggio nel cuore dei fan e creato aspettative elevate per il futuro dell’uomo-pipistrello. Tuttavia, quando Schumacher prese le redini con “Batman Forever” (1995), il tono del franchise cambiò drasticamente. Abbandonando l’atmosfera gotica e oscura dei film di Burton, Schumacher puntò su colori sgargianti, un tono più leggero e una vena comica che raggiunse l’apice con “Batman & Robin”. La storia è un collage di sottotrame che non riescono mai a convergere in modo convincente. Tutti i villain presenti nella pellicola vengono spogliati delle caratteristiche peculiari che li avevano resi memorabili nei fumetti. Su tutti Bane, ridotto a un Mister Muscolo senza cervello agli ordini di Poison Ivy e senza alcun tipo di approfondimento psicologico o narrativo.
Il cast stellare sembrava promettere bene sulla carta, ma vale poco se non si sa come usarlo. Così un potenziale successo si trasforma i uno dei peggiori film sui supereroi mai realizzati.
George Clooney ha ammesso più volte il fallimento della sua interpretazione. Il suo Batman è privo di carisma, lontano sia dalla vulnerabilità del Bruce Wayne di Michael Keaton, sia dalla complessità morale che contraddistinguerà quello di Christian Bale in futuro (qui trovate invece la nostra analisi di The Batman, con Robert Pattinson).
Si tratta di un fallimento, poi, che non riguarda solo il contenuto ma anche la forma. Uno degli aspetti più noti — e derisi — di Batman & Robin è stato il design del costume del vigilante, completo di capezzoli scolpiti sull’armatura. L’opinabile scelta estetica, insieme a un costume ridicolmente anatomico, ha fatto alzare più di un sopracciglio. Schumacher dal canto suo ha dichiarato di aver cercato di creare un film che fosse un omaggio ai cartoni animati degli anni ’60 e alle serie tv camp di Batman, con un’estetica volutamente kitsch e sopra le righe. Purtroppo, questo stile non ha avuto affatto presa sui fan, che speravano in un film più serio e in linea con la natura oscura del personaggio di Batman.
Approccio infantile, battute facilone e ridicole. La sceneggiatura è piena di frasi ad effetto che, nelle mani di Schwarzenegger nei panni di Mr. Freeze, suonano come barzellette poco riuscite. Alcuni esempi includono battute come “Freeze in hell, Batman!” e “What killed the dinosaurs? The Ice Age!” che parlano da sole.
4) Superman IV: The Quest for Peace (1987)
Quando si pensa al Superman cinematografico, l’immagine che viene subito in mente è probabilmente quella di Henry Cavill. Ma prima della mascella prorompente dell’attore britannico c’è un altro volto, altrettanto iconico, che non potremmo mai dimenticare. Quello dell’attore Christopher Reeve, che ha incarnato l’iconico supereroe DC Comics con classe e carisma dal 1978 fino al 1987. Diversamente dai primi film, tuttavia, il quarto capitolo, Superman IV: The Quest for Peace ha affrontato numerose difficoltà che hanno inficiato molto sul risultato finale della pellicola. Il film fu un flop critico e commerciale, tra i peggiori sui supereroi e segnò la fine dell’era Reeve.
Uno dei problemi principali che ha portato al fallimento di Superman IV è stato il drammatico taglio del budget.
Mentre i primi film della saga potevano contare su risorse finanziarie significative, il quarto capitolo ha sofferto di gravi restrizioni economiche. La casa di produzione Cannon Group, nota per film a basso costo e per pratiche di risparmio estreme, aveva acquistato i diritti del franchise e ridotto il budget del film a soli 17 milioni di dollari. Il Superman di Reeve ci aveva abituato a scene di volo incredibili e a effetti speciali di alto livello per l’epoca. Ma con il quarto capitolo, sono tristemente ovvi i difetti tecnici e i limiti del reparto effetti speciali. Le ripetizioni di alcune inquadrature, i fondali mal fatti e gli effetti visivi scadenti hanno contribuito a al fallimento della pellicola. Alcune scene sembrano così amatoriali, da risultare inferiori persino ai film di serie B del periodo.
A niente è servito neppure il messaggio nobile del film che tentava di affrontare un tema sociale importante: la proliferazione delle armi nucleari. Nella pellicola, Superman decide di eliminare tutte le testate nucleari del pianeta, convinto di poter così porre fine alla minaccia di una guerra nucleare. È una decisione nobile, degna del suo status di supereroe morale e altruista. Tuttavia, questa premessa si trasforma rapidamente in un disastro narrativo. Il villain del film, Nuclear Man, creato da Lex Luthor, è uno dei cattivi meno convincenti e carismatici dell’intero panorama cinematografico. La sua creazione, derivante da una ciocca dei capelli di Superman e un processo di clonazione, sembra quasi una parodia mal riuscita. Nuclear Man è un personaggio bidimensionale, con motivazioni superficiali e con pochissime scene d’azione.