A tutti noi è capitato, almeno una volta, di piangere guardando un film (e chi dice il contrario mente). Questo perché il cinema sembra avere la capacità intrinseca di entrarci dentro: volenti o nolenti, ci troviamo investiti da una raffica di emozioni che, pur non appartenendoci, finiamo per sentire proprio come se fossero nostre. La morte di un personaggio amato, un finale straziante o semplicemente una scena con una carica emotiva davvero intensa: basta questo per far versare allo spettatore fiumi di lacrime. E per chi ancora non ha superato la morte di Beth in Piccole Donne, fazzoletti alla mano: vediamo 9 scene di film drammatici che continuano a farmi piangere come una fontana.
1) Il finale di One Day
One Day è uno di quei film che può essere definito in un solo modo: straziante. Tratto dal romanzo “Un giorno” di David Nicholls, il film racconta la storia di Emma e Dexter, amici fin dall’università e uniti da un legame altalenante, burrascoso e complicato che però neppure il tempo e la distanza sembrano in grado di spezzare. I due giocano a perdersi e rincorrersi tutta la vita, senza riuscire mai a toccarsi, in una Edimburgo che sembra fuori dal tempo. Finalmente, quando la felicità sembra essere stata finalmente raggiunta, una tragedia inimmaginabile li colpisce e tutto crolla, come un castello di carte. One Day regala quasi due ore di emozioni intense e tante, troppe lacrime. Davanti al dipanarsi di un amore del genere, è impossibile non farsi coinvolgere.
2) La scena iniziale di Up
Up, film d’animazione del 2009 e vincitore di ben due Premi Oscar, è uno dei prodotti meglio riusciti della Pixar. E’ impossibile dimenticarsi la casa trainata dai palloncini, l’adorabile Russell e, soprattutto, l’inimitabile beccaccino. Eppure bastano le scene iniziali di Up a far entrare il film nell’albo di quei prodotti davanti ai quali è impossibile non piangere. La storia d’amore tra Carl e Ellie ha un che di struggente e noi spettatori, impotenti, assistiamo ad una delle più pure e genuine romances della televisione con il cuore che ci batte forte nel petto. Ma anche qui la tragedia è dietro l’angolo e a noi non restano che i fazzoletti per asciugare le lacrime. Attenzione, però: Up regala anche tanta speranza e ci ricorda, come solo i film d’animazione sanno fare, che la felicità può arrivare per vie traverse. Lo sa bene Ellie, che finalmente riposa accanto alle sue amate Cascate Paradiso.
3) La scena della camicia (Brokeback Mountain)
I segreti di Brokeback Mountain è entrato nell’immaginario collettivo come il prodotto hollywoodiano che per primo ha distrutto qualsiasi tabù riguardo al tema dell’omosessualità. Diretto da Ang Lee, il film ci racconta la drammatica (è proprio il caso di dirlo) storia d’amore tra i due cowboy Ennis e Jack nelle zone sperdute del Wyoming. Privo di stereotipi e filtri, violento, viscerale e senza dubbio struggente, I segreti di Brokeback Mountain ci ricorda che l’amore a volte può essere vissuto come una maledizione e, così facendo, ci fa versare inevitabilmente fiumi di lacrime. Gli spettatori si ricorderanno bene la scena della camicia: Ennis, dopo la morte di Jack, ritrova l’indumento che l’altro era solito indossare anni prima e si rende conto che, nonostante siano passati anni, l’uomo è sempre stato innamorato di lui e non l’ha mai dimenticato. Un colpo al cuore difficile da digerire.
4) La morte di Beth (Piccole Donne)
Nonostante l’enorme successo riscosso dal remake del 2019 (che potete vedere su Now Tv insieme ad altri 9 film romantici) oggi parliamo del capolavoro intramontabile del 1994, con protagoniste una giovanissima Winona Rider ed un’ancora più giovane Kirsten Dunst. Adattamento cinematografico del romanzo di Louise May Alcott, Piccole Donne segue le vicende di quattro sorelle (Jo, Meg, Beth e Amy) duranti gli anni drammatici della guerra di secessione americana. Le quattro protagoniste crescono e maturano fianco a fianco all’interno di questa intramontabile saga corale e il film diretto da Gillian Armstrong cattura perfettamente l’essenza familiare dell’opera. E’ proprio il personaggio di Beth a lasciare un vuoto profondo: Beth, quella gentile e silenziosa, che vive all’ombra delle sorelle, ama suonare il pianoforte e mette la sua famiglia davanti a tutto. La ragazza, ammalatasi di scarlattina, muore proprio come ha vissuto, in silenzio, tra le braccia di Jo. E Piccole Donne ci regala una scena tristissima, con i petali di rosa che cadono sul pianoforte che tanto amava.
5) L’esecuzione di John Coffey (Il Miglio Verde)
Chi ha visto Il Miglio Verde sa quanto si esca tristi e svuotati dalla visione. Il film, diretto da Frank Darabont e tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, non regala leggerezza né momenti di stallo ma al contrario colpisce lo spettatore con la rappresentazione senza veli dell’ingiustizia. Non troverete nulla della calda sensazione confortevole che si prova guardando Piccole Donne, perché Il Miglio Verde alla fine è questo: un film profondamente ingiusto e realistico, dove alla fine l’esecuzione del detenuto John Coffey è una goccia nel mare sporco che è il romanzo di Stephen King. Nell’assistere alla camminata di John verso l’esecuzione e a quel cappuccio volontariamente non indossato non possiamo fare a meno di pensare che il re dell’horror non è solo in grado di fare paura. Se vuole sa farci piangere come fontane.
6) La scena dell’ospedale (Million Dollar Baby)
Million Dollar Baby, uno dei tanti capolavori di Clint Eastwood, è uno dei film più introspettivi e personali del regista. Il film racconta la storia di Frankie Dunn, anziano manager di boxe che accetta a malincuore di allenare Maggie, giovane determinata che all’età di 31 vuole diventare una pugile professionista. Il rapporto tra i due appare fin dall’inizio tormentato seppure profondamente affettuoso. Ancora una volta, però, la tragedia è dietro l’angolo e Million Dollar Baby ci regala una delle scene più toccanti del cinema negli ultimi vent’anni. Maggie, dopo essere finita in ospedale paralizzata dal collo in giù a causa di un incontro di boxe finito male, chiede a Frankie di praticarle l’eutanasia e porre fine a quella che lei considera un surrogato di vita. Il dialogo tra i due è a dir poco toccante e le lacrime sono assicurate. Un film a dir poco cupo da vedere almeno una volta nella vita.
7) L’attesa alla stazione (Hachiko)
Quando si parla di un film drammatico non c’è niente di più preoccupante della scritta “tratto da una storia vera”. E’ proprio il costante richiamo alla realtà a rendere terribile e meravigliosa la visione di Hachiko, film del 2009 basato sulla storia vera del cane giapponese Hachiko. La storia è così famosa da essere diventata in poco tempo la rappresentazione di un dramma per antonomasia: dopo la morte del padrone, il cane protagonista del film si reca ogni giorno ad attenderlo alla stazione, dove l’uomo era solito recarsi giornalmente per andare al lavoro. Oltre ad essere un prodotto che descrive perfettamente l’amore incondizionato che i cani possono provare per noi umani, il film racconta una storia struggente che ha dell’incredibile senza scadere nell’ovvio. Sapendo che c’è chi non ha il coraggio di rivederlo, tenete i fazzoletti a portata di mano.
8) Il finale di La La Land
La La Land ormai è un must quando si parla di capolavori al cinema negli ultimi anni. Lo è ancora di più il suo finale, che ha avuto il grande merito di essere apprezzato dalla maggior parte del pubblico, pur essendo incredibilmente triste. L’ultima grandiosa scena del film appare lenta e allo stesso tempo troppo veloce: noi spettatori vorremmo alzarci, mettere in pausa la storia e poter regalare a Mia e Sebastian un altro finale. Ma non possiamo. Tutto l’amore che ancora c’è tra i due protagonisti, il rimpianto dovuto ad una serie di errori del passato e la felicità pura per come i loro cammini sono andati avanti sono condensati in una scena che sembra un quadro. Si piange, eccome se si piange. Soprattutto davanti a quell’ultimo sguardo e quel sorriso dolceamaro. Perché non c’è niente di peggio al mondo di un “E se…”.
9) La morte di Jack (Titanic)
Concludiamo questa carrellata di sofferenza con un classico intramontabile. Ormai le persone si dividono fra coloro che hanno visto Titanic e coloro che si rifiutano di farsi del male. Al colossal di James Cameron del 1997 sono state fatte le peggio considerazioni: c’è chi lo considera sopravvalutato, chi noioso, chi troppo lungo e chi, semplicemente, lo trova un prodotto di scarso livello. Che tutto questo sia vero o meno, una cosa è certa: Titanic fa piangere. La storia d’amore tra Jack e Rose è piena di quell’inevitabilità che ricorda una tragedia Shakespeariana, davanti a tutti l’impossibilità di un lieto fine. La morte di Jack l’abbiamo temuta per tutto il film e alla fine è arrivata, senza per questo lasciarci indifferenti. Lasciando il dibattito sull’effettiva larghezza della tavola di legno a parte, è proprio il caso di dirlo: se volete soffrire, guardate Titanic.