Negli ultimi anni, i remake cinematografici sono stati al centro di accese critiche da parte del pubblico e della critica. Quando ci affezioniamo a un film o a una serie, difficilmente vogliamo vederne una nuova versione, soprattutto se pensiamo che l’originale fosse perfetto così com’era. Spesso, i remake non solo non riescono a eguagliare l’opera originale, ma introducono cambiamenti discutibili per cercare di distinguersi, finendo per alienare gli spettatori. Di fatto, se abbiamo amato quella versione è proprio grazie a una storia che ci ha colpiti e che vorremmo restasse tale nella nostra memoria (qui trovi il remake meglio riuscito degli ultimi tempi: Dune).
Questa nuova versione porta dunque a un risultato insoddisfacente, dove l’effetto nostalgia viene soffocato da scelte creative poco sensate e personaggi snaturati. Inoltre, il tentativo di modernizzare una storia spesso si traduce in forzature che non solo non aggiungono nulla di significativo, ma rischiano di compromettere l’anima dell’opera originale. Il pubblico si trova così di fronte a prodotti che, invece di arricchire l’esperienza cinematografica, la impoveriscono, lasciando un senso di delusione e inutilità (qui trovi invece i 20 remake cinematografici col più grande incasso nella storia del cinema).
Perché i remake funzionano sempre meno
![Un frame del remake di Dune](https://www.hallofseries.com/wp-content/uploads/2024/03/dune-part-two-review-1024x576.webp)
Un remake è una nuova versione di un film o di una serie tv già esistente, solitamente aggiornata per un pubblico moderno e che sfrutta le nuove tecnologie visive. L’idea alla base è quella di riproporre una storia di successo in una veste rinnovata, spesso con un cast e una produzione più attuali. Tuttavia, la maggior parte delle volte (soprattutto negli ultimi anni) i remake falliscono per diverse ragioni: il confronto con l’originale è inevitabile e raramente regge, i fan di lunga data sono difficili da conquistare, e l’assenza di originalità nella narrazione porta a un senso di inutilità (a proposito di rivisitazioni, qui trovi 10 film non horror che meriterebbero un azzeccatissimo remake horror).
Inoltre, molti remake cercano di modernizzare storie classiche con modifiche forzate che spesso risultano innaturali o poco credibili. La difficoltà principale sta proprio nel trovare un equilibrio tra rispetto per il materiale originale e innovazione: troppo spesso, il risultato è un prodotto che manca di personalità e non riesce né a rendere omaggio all’originale né a creare qualcosa di veramente nuovo. Il fallimento di molti remake è quindi insito nella loro stessa natura: tentano di replicare la magia di un’opera che, nella sua versione originale, aveva già detto tutto ciò che c’era da dire. Solo di recente abbiamo potuto guardare al cinema Speak No Evil, remake dell’omonimo film del 2022 diretto da Christian Tafdrup. Anche in questo caso un film che era stato un successo di sceneggiatura è diventato un prodotto americanizzato e totalmente banale.
I peggiori remake degli ultimi anni
![Un frame del remake di Speak no Evil](https://www.hallofseries.com/wp-content/uploads/2024/10/speak-no-evil-1024x640.jpg)
Negli ultimi anni, diversi remake hanno ricevuto recensioni disastrose. Tra i casi più eclatanti c’è Poltergeist del 2015, che cercava di riproporre l’iconico horror del 1982 senza però riuscire a ricreare la stessa atmosfera inquietante. L’effetto è stato un horror generico che ha deluso gli appassionati del genere, un po’ come Speak no Evil. Un altro esempio davvero eclatante è Ben-Hur del 2016, un film che non aveva alcuna ragione di esistere, considerando la grandiosità dell’originale del 1959. Il pubblico lo ha accolto con indifferenza e la critica lo ha stroncato, evidenziando come fosse privo della profondità e dell’impatto visivo che avevano reso l’originale un capolavoro.
Anche Ghostbusters del 2016 ha avuto un destino simile: nonostante il tentativo di reinventare il classico con un cast tutto al femminile, il film ha diviso gli spettatori e non è riuscito a conquistare il pubblico come l’originale. Inevitabile domandarsi dunque se ci sia un limite. Anche per quanto riguarda il mondo dell’animazione troviamo The Lion King del 2019, che ha cercato di replicare fedelmente l’amato film animato, ma il suo aspetto fotorealistico ha eliminato tutta l’espressività e il fascino che caratterizzavano la versione del 1994. A questi si aggiunge il recentissimo Nosferatu, il celebre film capolavoro espressionista del 1922 che ha avuto diversi rifacimenti, tra cui quello del 1979 e il recente tentativo di riportarlo in auge. Ogni versione successiva ha faticato a eguagliare l’inquietante e innovativa visione dell’originale, dimostrando ancora una volta quanto il remake sia spesso un’impresa destinata al fallimento.
Perché dovrebbe esserci un limite
![Un frame dal remake del live action di Mulan](https://www.hallofseries.com/wp-content/uploads/2020/09/disney-mulan-1024x576.jpg)
Uno degli aspetti peggiori dei remake è la reinterpretazione di personaggi iconici che il pubblico ha imparato ad amare nella loro versione originale. Quando un remake cambia troppo un personaggio o lo svuota della sua essenza, può distruggere il legame emotivo creato con gli spettatori. Un caso importante è A Nightmare on Elm Street del 2010, dove il nuovo Freddy Krueger interpretato da Jackie Earle Haley non ha avuto il carisma dell’originale Robert Englund, rendendo il personaggio piatto e meno iconico (a tratti direi parodico). Anche RoboCop del 2014 ha stravolto il tono satirico e cupo dell’originale del 1987, trasformando il protagonista in un personaggio generico e privo di impatto.
Un altro caso è Mulan del 2020: il live-action ha eliminato Mushu e le canzoni, perdendo l’anima leggera e avventurosa del film animato e risultando meno coinvolgente. Quando i personaggi vengono riscritti senza una chiara comprensione di ciò che li aveva resi memorabili in primo luogo, il risultato è una versione sbiadita e poco ispirata. Questo fenomeno porta spesso il pubblico a non riconoscere più i protagonisti che aveva amato, alimentando la percezione che i remake non siano altro che copie inferiori e senz’anima delle opere originali (qui vi lasciamo 10 Serie Tv europee che hanno un remake americano).
Quelli che ce l’hanno fatta
![Un Frame del film A Star is Born con Lady Gaga](https://www.hallofseries.com/wp-content/uploads/2024/02/a-star-is-born--1024x576.jpeg)
Bisogna precisare che non tutti i remake sono destinati al fallimento. Alcuni film sono riusciti a superare le aspettative. Mad Max: Fury Road (2015), pur essendo più un reboot che un remake, è riuscito a rinnovare l’universo di Mad Max con uno stile visivo spettacolare e una narrazione coinvolgente. IT (2017), basato sul romanzo di Stephen King, ha modernizzato la miniserie del 1990 con un cast talentuoso e una regia capace di creare un horror efficace e coinvolgente, lo stesso non si può dire per il secondo (una parodia). A Star Is Born (2018), quarta versione della celebre storia, ha saputo reinventarsi grazie all’alchimia tra Lady Gaga e Bradley Cooper e a una colonna sonora emozionante. Anche Dune (2021) di Denis Villeneuve ha ottenuto un enorme successo, offrendo una versione più fedele e visivamente sbalorditiva del romanzo di Frank Herbert rispetto al tentativo del 1984.
Questi esempi dimostrano che, quando realizzati con passione e un approccio innovativo, i remake possono effettivamente aggiungere valore alla storia originale e conquistare una nuova generazione di spettatori. Insomma, i remake raramente riescono a superare o anche solo eguagliare l’originale, e il cinema degli ultimi anni lo ha dimostrato chiaramente. Quando un film è già amato e consolidato, rifarlo spesso si traduce in un prodotto inferiore, che non aggiunge nulla di significativo e rischia solo di rovinare l’affetto del pubblico per la storia e i personaggi originali. Il problema principale è che i remake nascono spesso più da una necessità commerciale che da una reale volontà artistica di raccontare qualcosa di nuovo. Se l’industria cinematografica vuole davvero rinnovarsi, dovrebbe concentrarsi sulla creazione di nuove storie anziché tentare di riproporre quelle già esistenti, perché, come la storia ha dimostrato, la magia dell’originale è qualcosa di irripetibile.