3) Emma Stone in Crudelia
Non poteva mancare in questa lista sulle migliori interpretazioni nei remake Disney la meravigliosa Emma Stone, interprete del personaggio femminile più iconico. Parliamo di Crudelia de Mon nel film Crudelia, rivisitazione in chiave moderna e complessa del classico personaggio Disney. Questo film non si limita a presentare Crudelia come la semplice antagonista de La Carica dei 101, ma esplora le sue origini. La trama si concentra sulla sua evoluzione da Estella, giovane creativa e ribelle, fino a diventare la spietata e iconica villain della moda. La performance della Stone è stata acclamata per la sua intensità e versatilità, oltre che per la capacità di trasmettere sia vulnerabilità che forte ambizione. Il film si svolge nella Londra degli anni Settanta, durante il movimento punk rock. Racconta la storia di Estella, una ragazza orfana con un talento per la moda e un lato oscuro latente.
Dopo aver perso la madre in circostanze tragiche, Estella cresce nelle strade di Londra, guadagnandosi da vivere con piccoli furti. Tuttavia, la sua passione per la moda la porta a lavorare per la Baronessa von Hellman, spietata icona della moda interpretata da Emma Thompson. È qui che Estella comincia a scoprire i segreti del suo passato e ad abbracciare la sua identità come Crudelia. Emma Stone affronta il personaggio con una doppia natura: da un lato c’è Estella, una giovane con sogni e speranze, ma anche un passato tormentato, e dall’altro Crudelia, la sua alter ego crudele e manipolatrice. La Stone ha portato sullo schermo un’interpretazione stratificata, piena di energia, ironia e anche di tormento interiore. Sebbene Crudelia compia azioni moralmente discutibili, la sua lotta per affermarsi in un mondo dominato da figure di potere come la Baronessa rende il personaggio comprensibile, quasi simpatico in certi momenti.
4) Emily Blunt in Mary Poppins, un remake Disney sorprendente
Emily Blunt ha interpretato Mary Poppins ne Il ritorno di Mary Poppins, sequel del 2018 del celebre classico Disney del 1964. Questo film, diretto da Rob Marshall, ha visto la Blunt raccogliere la pesante eredità di Julie Andrews, che aveva reso il personaggio iconico con una performance indimenticabile. La sfida per Emily Blunt era dunque duplice. Da un lato, doveva onorare l’eredità del film originale, dall’altro, doveva reinterpretare un personaggio già profondamente radicato nell’immaginario collettivo, portando qualcosa di nuovo e personale. La Mary Poppins di Emily Blunt conserva la magia e l’aura misteriosa che caratterizzano la governante dai poteri soprannaturali. Tuttavia, la sua interpretazione è leggermente più rigida, con un tocco di ironia che la rende più tagliente rispetto alla versione di Andrews. La Blunt ha scelto di dare al personaggio un atteggiamento più aristocratico, quasi severo in alcuni momenti, pur mantenendo quella affettuosità che la rende amata dai bambini.
La sua è una Mary Poppins meno materna e più distante, con una certa dose di vanità e un umorismo più sottile e sardonico. Il che rispecchia un’evoluzione del personaggio per un pubblico moderno. La trama del film si svolge a Londra durante la Grande Depressione, circa vent’anni dopo gli eventi del film originale. I fratelli Banks sono ormai adulti, e Michael, vedovo e padre di tre figli, si trova in difficoltà economiche e rischia di perdere la casa. È proprio in questo contesto che Mary Poppins fa il suo ritorno, piovendo letteralmente dal cielo con il suo iconico ombrello. Uno degli aspetti più notevoli della performance di Emily Blunt è la sua capacità di cantare e danzare con naturalezza, in piena sintonia con il tono musicale della pellicola. I numeri musicali hanno messo in mostra il suo talento, grazie a una performance energica e coinvolgente, ma sempre calibrata.