Tutti abbiamo vissuto quella spiacevole situazione raccontata brillantemente da Zerocalcare in Strappare lungo i bordi: chi non è mai stato ore a scorrere i film sulle piatteforme streaming e non trovare niente da vedere pur avendo a disposizione “tutto l’audiovisivo del mondo” e pensando “è possibile che son tutti film de m*rda”? Certo, la roba bella magari l’abbiamo già vista, altra siamo in ritardo e altra ancora la teniamo per il momento giusto – se arriverà. Vogliamo evitare, però, di finire nella fantascienza polacca del ‘900 in lingua originale, andare a letto frustrati con la nostra coscienza sottoforma di Armadillo che ci costringe a interrogarci su noi stessi dicendo: “Dai su, se su ottomila film non te ne va bene manco uno, forse sei te che non vai bene”. Proprio per questo nasce la seguente rubrica settimanale, in onda ogni lunedì e rivolta sia a chi la pellicola in questione non l’ha mai vista, sia a chi l’ha già visionata e vuole saperne di più: infatti, nella prima breve parte vi consigliamo un film; nella seconda invece ve lo recensiamo, analizziamo o ci concentreremo su un aspetto particolare. E questa settimana abbiamo scelto Saltburn.
PRIMA PARTE: Perché, dunque, vedere Saltburn? Ecco la risposta senza spoiler.
Disponibile su Amazon Prime Video, Saltburn ha chiuso l’anno appena passato con il botto. La trama è incentrata su Oliver Quick, studente dell’università di Oxford appartenente alla piccola borghesia e attratto dal mondo dell’aristocrazia del suo collega Felix Catton. Con quest’ultimo stringe una forte amicizia che porta Felix a chiedere a Oliver di trascorrere l’estate con lui nell’immensa proprietà della sua famiglia, ovvero Saltburn. Così, Oliver entra in un universo di lusso sfrenato, giardini maestosi, nobili snob ed eccentrici e feste sontuose. Ed è proprio lì che trascorrerà il periodo più indimenticabile, bizzarro, perverso e oscuro della sua vita, portandolo a rivalutare il suo legame con Felix.
Emerald Fennell torna col suo secondo lungometraggio dopo Una donna promettente, dimostrando di essere un’artista a tutto tondo e con quel necessario pizzico di follia. Con grandissima abilità registica si muove brillantemente negli spazi, tra primi piani e cambi lunghissimi, scegliendo accuratamente e intelligentemente cosa mostrarci e come. La colonna sonora è significativa, la fotografia eccellente e sfavillante seppur immersa nell’ombra, le interpretazioni sono ottime e intense. C’è Carey Mulligan che ruba la scena in poco tempo, Jacob Elordi è affascinante e carismatico come Felix, Rosamund Pike incarna magnificamente la donna ricca che ama la bellezza ma, internamente, è vuota e fragile. Emerge soprattutto un poliedricissimo Barry Keoghan che, per le incredibili sfumature emotive e interpretative che raggiunge con Oliver, si merita la nomination agli Oscar.
Estremo, provocante, pieno di suspense e cattiveria, sexy, dissacrante, oscuro e con quel tocco alla Mr Ripley, tra commedia, thriller e horror, Saltburn mette in scena un’acuta, feroce e grottesca critica sociale, raccontando una storia di ossessione per il potere, la ricchezza e l’effetto malsano dell’amore. Soprattutto, nell’epoca dei social, ci sbatte in faccia come ogni cosa sia costruita a tavolino. E sì, magari non è per tutti, magari alcune scene sono un po’ troppo, magari non è perfetto, ma è assolutamente da vedere. Anche solo per curiosità. E una volta fatto, tornate qua per leggerne il simbolismo che, unendosi alle interpretazioni del film, vi mostreranno l’opera sotto una nuova luce.
SECONDA PARTE: Il simbolismo in Saltburn (con spoiler)
La moda gioca un ruolo importante in Saltburn. Infatti, il modo in cui Oliver si veste riflette la sua evoluzione nell’opera. Inizialmente i suoi abiti lo distinguono dagli altri e si sente imbarazzato nell’indossare giacca e cravatta, simboli della sua estraneità a quel mondo. Accolto nella cerchia di Felix, inizia a vestirsi come i suoi membri, ma ancora non comprende alcune tendenze né gli abiti gli calzano a pennello. Questo perché sta ancora cercando la sua identità; cosa evidenziata dal contrasto tra la sua semplicità e l’eccentricità dei Catton. Piano piano si adatta alla loro fredda formalità, esemplificata dalla giacca che gli presta il Felix di Jacob Elordi. Un ulteriore passo lo compie indossando lo smoking, in un esplicito riferimento a Il Grande Gatsby. E non è l’unico. Come Daisy Lady Elspeth indossa abiti d’oro per attirare l’attenzione, non sentendosi apprezzata, e uno lilla, colore associato alla delicatezza e fragilità. Ecco che questi vestiti indicano il fatto che le due donne sono ammirate e bellissime ma incomprese e inconsistenti.
Tornando a Oliver, importantissima è la giacca bianca che indossa alla sua festa di compleanno.
Ispirata al folklore britannico, è ornata con foglie di quercia e ghiande, elementi che compaiono sulle uniformi militari perché emblemi di vittoria e potere. Sono le cose che otterrà successivamente Oliver, attratto dai Catton esattamente come le falene ricamate sulla giacca bianca. A proposito del colore, il bianco è usato in senso opposto al suo significato di purezza, risultando quasi un presagio di morte, dato l’avvelenamento di Oliver ai danni del personaggio di Jacob Elordi.
Il simbolo della giacca ricompare anche quando Oliver, togliendosela teatralmente, stacca la spina a Elspeth. Fino ad allora, l’indumento era un’armatura rappresentante il potere; liberandosi di essa, si scrolla di dosso le aspettative che incarna. Del resto, bisogna tenere conto che la nudità è centrare in Saltburn. I personaggi usano il loro corpo per ottenere ciò che vogliono e la vasca da bagno, presente in numerose scene, identifica il desiderio di Oliver di abbandonarsi alle pulsioni sessuali più profonde. Non a caso quest’ultimo balla nudo nel finale: quella scena è libertà, indipendenza, distruzione delle catene della sua vita passata, il suo rifiuto delle convenzioni sociali. Infine, Emerald Fennell dichiarò di trattare la nudità come qualcosa che riguarda il dolore (scena della tomba) o il trionfo (ballo finale) più che l’erotismo. Motivo per cui in quei momenti vengono sempre inquadrati i volti dei personaggi più che l’atto in sé.
Al contrario di Oliver, Felix, invece, è sempre meraviglioso e a suo agio nella sua pelle.
Lo dimostra anche il suo andare a piedi nudi a Saltburn, simbolo del suo confort. Ha uno stile ispirato al giovane principe Harry con elementi che trasmettono il suo essere un aristocratico ma anche la sua noncuranza, dimostrando che le persone di un certo status non hanno bisogno di sfoggiarlo; anzi, spesso apprezzano di più la moda popolare. Questo suo approccio si riflette nel semplice costume da angelo che indossa alla festa. Non solo simboleggia l’innocenza in contrasto con la natura oscura dell’uomo e crea un parallelismo con il Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, ma è una profezia di morte, del suo diventar presto un angelo caduto. Oppure, un rimando al mito di Icaro che, volando troppo vicino al sole, si bruciò le ali.
Soprattutto a Oliver e Felix si collega il tema del doppio e dell’inganno, simboleggiato dallo specchio. In realtà, tutti vengono mostrati come fossero in posa, a dimostrazione della loro falsa perfezione. I Catton, infatti, fingono gentilezza e amore, ma in verità ripudiano chi non rientra nella loro classe sociale o nei loro standard di bellezza. Oliver viene posto costantemente di fronte a superfici riflettenti, proprio per mostrare le sue menzogne e la sua parte più oscura. Ma la cosa va oltre quando, nel corso di una colazione, vediamo il personaggio di Jacob Elordi passare dietro una grande finestra. Peccato che lui sia a sedere al tavolo dei commensali. È un doppelganger, simbolo di cattivo auspicio che si collega al racconto di Venetia sul poeta Percy Bysshe Shelly, che vide il suo poco prima di morire annegato.
Ritornando ai colori, un ruolo fondamentale nella pellicola di Amazon Prime Video ce l’hanno il blu e il rosso.
Nel cinema spesso il blu viene associato all’introspezione, apparendo quando Oliver si sente deluso da Felix e pensa a quale sia la prossima mossa da fare. Sottolinea ciò anche quelle inquadrature strettissime (primi piani o dettagli) che aumentano il senso di claustrofobia della scena. Però, a dominare Saltburn è il rosso. Inizialmente è soffuso per indicare la passione e la tensione sessuale di Oliver per Felix. Diviene sempre più acceso, sfociando nel campo dell’ossessione per Oliver, che si macchia le mani di rosso sangue. Inoltre, il rosso è dovunque nella villa, indicando la crudeltà dietro l’apparenza gentile dei Catton. È anche il colore del vino, legato qui a Venetia e al suo destino. Infatti, dopo la morte di Felix, Venetia riempie troppo il suo calice, facendolo fuoriuscire e macchiando la tovaglia; la mattina dopo viene ritrovata in un bagno di sangue dentro la vasca da bagno.
Il sangue si collega ai vampiri, altro simbolo di Saltburn. La stessa Fennell ha dichiarato che l’opera:
“Parla di quello che facciamo quando siamo completamente ossessionati da qualcosa o qualcuno.[…] Metaforicamente è un film sui vampiri in cui tutti sono vampiri, ma nessuno lo è”
La regista ha descritto Oliver come “un estraneo che succhia il midollo della vita che invidia”, ma la metafora del vampiro può essere anche applicata ai Catton, che succhiano la vita dai loro ospiti come succede con la Pamela di Carey Mulligan. Ma è con Oliver che la metafora è più evidente e nella nostra mente non può che riecheggiare il Dracula di Bram Stroker di Coppola. Basti pensare al sesso orale del protagonista a una mestruata Venetia che ricorda la possessione carnale di Mina e Lucy orchestrata da Dracula. E Venetia, subito dopo e come succede alle altre due donne, diviene vittima dei giochi di Oliver. È da quel momento che quest’ultimo affonda i suoi denti nei Catton, iniziando il suo dominio e manipolandoli come fossero quelle marionette che catturano la sua attenzione quando arriva nell’immensa tenuta.
Quelli citati fino ad adesso non sono gli unici film che ritroviamo in Saltburn. Se alcuni sono scontanti (come Il talento di Mr. Ripley, Chiamami col tuo nome, Cruel Intention e Harry Potter), i successivi lo sono un po’ meno.
Facciamo qualche esempio. Al tema del doppio e dello specchio si lega Persona di Bergman; la scena tra Ollie e Farleigh nella camera da letto richiama quella di Fran-N-Furter e Brad in The Rocky Horror Picture Show; Oliver è ispirato al Norman Bates di Psycho, il suo ballo finale alla danza di Buffalo Bill ne Il silenzio degli Innocenti; infine, c’è chi paragona i Catton ai drughi di Arancia Meccanica.
A Shining di Kubrick, invece, è legato il simbolo del labirinto, che ha molti significati: in religione è il cammino di espiazione; in psicologia la metafora di un problema senza via d’uscita o della complessità della vita; in architettura medievale un qualcosa di occulto e cabalistico, mentre nel Rinascimento un mero intrattenimento.
Nell’opera di Fennell è la sintesi del cammino di Oliver, ma esplicito è il riferimento al mito di Teseo e il Minotauro, con i confini tra eroe e villain non tanto definiti.
Alla festa Oliver indossa le corna che, se da un lato citano il suo precedente film Il sacrificio del cervo sacro (disponibile su Amazon Prime Video), dall’altro rappresentano l’animalesco minotauro che insegue Felix/Teseo fino al centro del labirinto. Però, Teseo potrebbe essere anche Sir James, l’unico a scacciare il Minotauro/Oliver. Il problema è che, a morire, è Felix che, in un’altra lettura, si rivela essere il Minotauro e Oliver Teseo. Del resto, il personaggio di Jacob Elordi porta molti amici di classi inferiori nella tenuta per il suo intrattenimento. Fino a Oliver. Gli stessi Catton potrebbero essere dei Minotauri: se prendiamo la rappresentazione di Picasso, che riflette i temi del consumo, della ricchezza e della decadenza, rispecchia le caratteristiche della famiglia; se prendiamo il suo concetto nel surrealismo, incarna il loro status di potere.
Il minotauro è collegato all’opera di Shakespeare, nonché tema della festa di Oliver, Sogno di una notte di mezza estate, che inizia proprio con il matrimonio di Teseo e Ippolita. Oltre a questo e a Romeo e Giulietta, ci sono diversi riferimenti al Bardo, il cui più significativo è il quadro di Riccardo III. Esattamente come lui, Oliver è un outsider con una grande ambizione che lo porta a manipolare, ingannare e usare qualsiasi mezzo per raggiungere il potere. E pensandoci bene, Saltburn è un film inglese intriso di tragedia classica e di scalata sociale che riecheggia il Match Point di Woody Allen.