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5 film italiani che potrebbero diventare delle belle Serie Tv

smetto quando voglio
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Non c’è dubbio che negli ultimi anni la serialità italiana abbia compiuto un netto salto di qualità. Il merito è da ricondurre a diversi fattori, da una maggiore consapevolezza sull’uso del format all’approdo delle piattaforme straniere sul mercato, che hanno sicuramente portato freschezza e innovazione, ma c’è da tenere in considerazione anche una capacità di sfruttare il ricco patrimonio offerto dalla tradizione cinematografica italiana, che è confluita diverse volte nel panorama seriale. Sono diversi, infatti, i casi di film che hanno dato vita a serie tv di ottimo livello: Romanzo Criminale e Suburra sono i casi più eclatanti, ma negli ultimi tempi abbiamo visto anche titoli come A casa tutti bene, Le fate ignoranti o Non ci resta che il crimine e ancora prima Immaturi e Tutta colpa di Freud.

Insomma, la serialità italiana ha attinto a piene mani dal cinema e continua a farlo, basti pensare a progetti in cantiere come Acab. Questa tendenza è viva e avrebbe ancora molto da offrire, per cui abbiamo provato a ragionare su cinque film italiani che potrebbero davvero dare vita a una bella serie tv, come capitato negli esempi precedenti. Entriamo maggiormente nel merito della questione.

Smetto quando voglio

Smetto quando voglio (640×360)

Partiamo da una delle più belle saghe cinematografiche italiane degli ultimi anni. All’uscita del primo capitolo nel 2014, in pochi probabilmente avrebbero pensato che Smetto quando voglio sarebbe potuto diventare un vero e proprio franchise di culto, una trilogia capace di calamitare l’amore e l’attenzione di migliaia di spettatori e di scrivere una delle pagine più belle della storia recente del cinema italiano. Nonostante la realizzazione di ben tre film, ci sarebbe ancora ulteriore margine per sviluppare la storia di Smetto quando voglio e il campo seriale sarebbe l’habitat adatto per farlo.

Possiamo immaginare una sorta di soft reboot della storia, ripartendo proprio dal finale dell’ultimo capitolo, dove si vedono due giovani studenti della Sapienza che pensano al proprio futuro dopo la laurea, richiamando ovviamente le rocambolesche vicende della banda dei ricercatori. Sarebbe interessante, dunque, vedere una nuova narrazione di Smetto quando voglio, più profonda grazie al format seriale, o con dei personaggi totalmente nuovi, con magari solo l’apparizione qua e là di alcuni membri del cast originale. Ci sarebbe tanto spazio di manovra per realizzare una storia all’altezza di questa amatissima trilogia e un’eventuale serie tv rafforzerebbe uno dei migliori franchise italiani degli anni Duemila.

Smetto quando voglio e gli altri film che possono diventare belle serie tv: Cado dalle nubi

Smetto quando voglio
Cado dalle nubi (640×360)

Da Smetto quando voglio passiamo a un altro grandissimo pezzo da novanta, al dominatore del cinema italiano negli anni Duemila: Checco Zalone. Sarebbe estremamente interessante vedere in una serie tv colui che ha rivoluzionato il cinema italiano, facendo segnare record su record di incassi e piazzando ben quattro dei suoi cinque film nella top five dei film italiani con più incassi nella storia. Il panorama seriale sarebbe una sfida stimolante per Checco Zalone, ormai fuori dai radar da un po’, e, al netto della possibilità chiaramente di realizzare una storia originale, abbiamo pensato che Cado dalle nubi sia il film del pugliese che meglio si adatta a una trasposizione seriale, per diversi motivi.

Intanto è il primo, iconico, film di Checco Zalone, probabilmente tutt’ora il più amato dal pubblico. Inoltre, Cado dalle nubi è un film che lascerebbe spazio narrativo, visto che si potrebbe ripartire dal finale del film e vedere magari la vita di Checco dopo che il tanto agognato successo è arrivato. Ad ogni modo, questa selezione è più che altro uno spunto per esprimere l’augurio di poter vedere prima o poi Zalone in campo seriale perché potrebbe essere davvero una grandissima opportunità per tutto il panorama nostrano.

Lo chiamavano Jeeg Robot

Netflix, Lo chiamavano Jeeg Robot (640x310)
Netflix, Lo chiamavano Jeeg Robot (640×310)

Dopo due commedie come Smetto quando voglio e Cado dalle nubi cambiamo completamente genere e proviamo a immaginare uno sviluppo seriale per Lo chiamavano Jeeg Robot, uno dei film più peculiari e interessanti degli ultimi anni. La pellicola di Gabriele Mainetti è una sorta di unicum nella produzione italiana, un film supereroistico, dallo stampo essenzialmente realista, che affonda le radici nella grande tradizione del crime italiano, rivisitandolo però con questo filone supereroistico che è ormai dominante nel cinema mondiale. Lo chiamavano Jeeg Robot è stato un grandissimo successo, forse addirittura inaspettato, e una serie tv potrebbe aumentare ancora di più la risonanza della pellicola.

Lo stesso finale del film lasciava aperta una porta sul futuro, con Enzo che accoglie i suoi poteri, indossa la maschera che le ha realizzato Alessia e comincia la sua attività da vigilante su Roma. Sarebbe interessante, dunque, ripartire da qui, vedere il protagonista de Lo chiamavano Jeeg Robot alle prese con la sua nuova attività e scoprire nuovi nemici, sia comuni che eccezionali, pronti a mettere i bastoni tra le ruote all’eroe. Di materiale per una narrazione seriale ce ne sarebbe moltissimo, la natura stessa del racconto si presta benissimo, e data la peculiarità estrema del prodotto, sarebbe importante approfondirlo in ogni suo aspetto.

Smetto quando voglio e gli altri film che possono diventare belle serie tv: Ex

Smetto quando voglio
Ex (640×360)

Dall’innovazione di Lo chiamavano Jeeg Robot passiamo alla tradizione pura di un genere principe in Italia, la commedia romantica, che vanta nel nostro cinema una grandissima tradizione. Abbiamo già visto alcuni esempi di questo filone sbarcare in televisione, da Tutta colpa di Freud a Immaturi e Le fate ignoranti, ma ci sono molti altri titoli che si presterebbero alla grande a una trasposizione seriale e tra questi c’è sicuramente Ex, commedia del 2009 che ha avuto un sequel due anni dopo e addirittura un remake francese nel 2017.

Pù che la storia in sé, qui è interessante il format, ovvero questa commedia ricca di intrecci e di colpi di scena, che si presta benissimo a una narrazione seriale, che permetterebbe di allestire trame ancora più complesse e intricate. In questo caso, un po’ come per Smetto quando voglio, sarebbe auspicabile un reboot, la presentazione di una storia del tutto nuova, che mantenga vivo il format dell’opera originale, presentando nuovi protagonisti e scenari inediti.

Diabolik

Diabolik (640×360)

Chiudiamo con un titolo che ha fatto la propria comparsa proprio di recente al cinema, ma che non ha trovato la giusta risonanza. Il personaggio di Diabolik è sicuramente uno dei grandi miti della cultura italiana e negli ultimi anni è stato al centro di una trilogia cinematografica che però non è riuscita a dare al personaggio il lustro che merita. Colpa, probabilmente, proprio del format, perché la storia di Diabolik si potrebbe prestare molto più a una narrazione seriale che a una cinematografica ed ecco quindi che, a ben vedere, Diabolik si prospetta come uno di quei titoli adatti per la realizzazione di una serie tv. Anche qui, ovviamente, di materiale ce ne sarebbe moltissimo e le potenzialità sarebbero pressoché infinite.

Col celebre ladro vestito in nero, dunque, terminiamo questo viaggio all’interno del cinema italiano, alla ricerca di spunti per delle belle serie tv. Come abbiamo visto, potenzialmente ci sono diversi titoli che si presterebbero bene alla serialità e magari, se questo trend rimarrà vivo come lo è stato finora, davvero, prima o poi, vedremo Smetto quando voglio, Lo chiamavano Jeeg Robot o addirittura Cado dalle nubi in formato seriale. Per ora rimangono semplici suggestioni, ma mai dire mai, come si suol dire.