6) Christine – Christine – La macchina infernale
Christine è la dimostrazione perfetta di come Stephen King riesca a trasformare oggetti quotidiani in fonti di puro terrore. L’auto protagonista del romanzo omonimo è una Plymouth Fury del 1958, apparentemente una macchina d’epoca dal fascino vintage, ma in realtà posseduta da un’entità malvagia. Christine non è solo un oggetto inanimato, ma una forza vivente, capace di soggiogare chiunque si avvicini. La sua relazione con Arnie Cunningham, il giovane protagonista, è l’aspetto più inquietante della storia: Arnie, un ragazzo timido ed emarginato, diventa ossessionato dall’auto, la cui influenza lo trasforma lentamente in una persona fredda e spietata. La macchina agisce come un parassita, nutrendosi delle insicurezze e delle debolezze di Arnie per esercitare il controllo su di lui.
Christine è anche capace di vendicarsi brutalmente di chiunque le si opponga, seminando morte e distruzione senza pietà. La descrizione delle sue capacità rigenerative, come un mostro che guarisce le proprie ferite, aggiunge un ulteriore elemento soprannaturale alla sua natura già inquietante. King utilizza Christine come simbolo della possessione, non solo fisica ma anche psicologica, mostrando come l’ossessione possa corrompere e distruggere. La macchina infernale diventa un veicolo di paura ancestrale: l’idea che qualcosa di apparentemente innocuo possa nascondere un’anima malvagia. Christine è più di un semplice oggetto posseduto; è una metafora della perdita del controllo e della lenta discesa nell’oscurità. La troviamo nel film del 1983.
5) Il Mostro di Derry (Pennywise) – It
Forse tra i più noti personaggi di King troviamo Pennywise, il terrificante clown, è la creatura più iconica mai creata da Stephen King. Introdotto nel romanzo It, il Mostro di Derry è in realtà una manifestazione fisica di un’entità antica e cosmica che si nutre della paura e delle vittime, preferibilmente bambini. Pennywise è solo una delle sue infinite forme: il Mostro è infatti capace di trasformarsi nei peggiori incubi delle sue prede, sfruttando le loro fobie per immobilizzarle con il terrore. Questa abilità, unita alla sua natura immortale e maligna, lo rende una delle creature più spaventose di King. Ambientato a Derry, una cittadina americana dove il male si annida sotto la superficie, il romanzo esplora come la paura possa assumere sembianze reali e paralizzanti.
La scelta del clown, un simbolo tipicamente innocuo e infantile, aggiunge un livello di inquietudine unico, trasformando ciò che dovrebbe far ridere in una fonte di orrore puro. Pennywise è un predatore astuto, che si nutre della vulnerabilità delle sue vittime e le corrode dall’interno, mostrando come il terrore sia capace di lasciare cicatrici indelebili. King riesce anche a usare Pennywise come metafora del male nascosto nella società e dell’infanzia perduta, temi ricorrenti nel suo lavoro. La battaglia contro il Mostro non riguarda solo la sopravvivenza fisica, ma anche il coraggio di affrontare le proprie paure più profonde. Pennywise rimane un simbolo indelebile del terrore, capace di insinuarsi nei sogni e negli incubi dei lettori e degli spettatori. Lo troviamo nei recenti film del 2017, ma soprattutto nell’originale del 1990.