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La classifica dei 10 migliori film di Tim Burton

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Nella sua prima serie tv, Mercoledì, Tim Burton ha racchiuso tutta la sua poetica teneramente dark, rubandoci nuovamente il cuore. Del resto, è uno di quei registi facilmente riconoscibili grazie alle sue ambientazioni gotiche e fiabesche, a quegli attori che lo hanno sempre accompagnato durante la carriera, al suo concentrarsi sui diversi per rendere loro giustizia. Iconico nello stile e nell’estetica, riesce a commuoverci con l’horror e in pochissimi lo sanno fare. E quindi, dopo aver visto Mercoledì, a chi non è venuta voglia di fare un tuffo nel suo mondo? A noi sì, ed è per questo che abbiamo provato a classificare i suoi 10 migliori film, cercando di essere il più obiettivi possibili; un’impresa che si è rivelata più ardua del previsto e che sicuramente non metterà tutti d’accordo.

C’è una premessa necessaria da fare, affinché non ci sia una rivolta popolare: non abbiamo inserito Nightmare Before Christmas semplicemente perché non l’ha diretto, ma solo ideato e prodotto. Altrimenti avrebbe occupato uno dei tre posti sul podio, perché lì dentro c’è forse il miglior Tim Burton di sempre.

Ma non dilunghiamoci troppo, andiamo a scoprire la top 10 del nostro amato Tim Burton.

10) Frankenweenie

Per quanto possa essere strano, l’ultimo posto in classifica è stato estremamente combattuto. Perché un’opera come Sweeney Todd forse meritava di finire in top 10, però è anche talmente particolare che collocarla è davvero difficile. Così, ad aprire le danze, ci pensa una dolcissima reinterpretazione del mito di Frankenstein.

Il regista riprende quel corto che aveva ideato nel 1984 e lo rende un lungometraggio animato che verrà candidato pure all’Oscar. Non solo Burton replica le sequenze del corto live action in stop-motion, con tutto l’importantissimo lavoro artigianale che comporta, ma ne amplia il racconto. Burton va a indagare in Frankenweenie il viscerale rapporto che c’è tra gli umani e gli amici a quattro zampe, il dolore che quest’ultimi lasciano in noi quando muoiono e ciò che saremmo disposti a fare per riaverli. Come Victor con Sparky, il cui legame toccante suscita un’empatia profonda, viene sviscerato nel film ed è capace di commuovere persino chi non si affeziona agli animali.

Frankenweenie fa ridere, emozionare e piangere; contiene la magia, l’ironia, l’horror, il fantasy e il sentimento del regista. Soprattutto è un film personale per Burton perché Victor è il suo alter ego, perché anche lui aveva un rapporto così con il suo cane da bambino, perché omaggia il cinema che l’ha sempre ispirato.

9) Mars Attacks!

Tim Burton

Ok, ammettiamo che pure Mars Attacks! è piuttosto particolare, ma basta nominare il suo superlativo cast – che ovviamente fa un lavoro eccellente – per comprendere il perché si meriti un posto tra i migliori film di Burton: abbiamo Jack Nicholson, Danny DeVito, Michael J. Fox, Tom Jones, Glenn Close, Jack Black, Pierce Brosnan, Sarah Jessica Parker, Natalie Portman, Pam Grier, Martin Short. All’epoca purtroppo non ebbe il successo sperato, anche a causa della concorrenza di Independence Day che sbancò qualsiasi botteghino esistente.

Fortunatamente, negli anni Mars Attack! si è trasformato in un cult imperdibile non solo per gli amati della fantascienza o di Tim Burton, ma del cinema stesso.

È il suo film più dissacrante, grottesco e intriso di black humor; un originale omaggio allo sci-fi americano anni 50 che è al tempo stesso commedia esilarante, parodia e revival di un genere che ha incantato intere generazioni. Satira politica e sociale, è un colpo netto sferrato all’area conservatrice della cultura statunitense, con divertentissimi sketch fuori da ogni logica: ad esempio, ci sono due teste senza corpo che si dichiarano amore e quegli alieni invasori praticamente vengono uccisi dalla musica country. Inoltre, Burton tocca forse la vetta più alta del suo istrionismo visivo con una festa di immagini, scenografie e colori.

8) Il mistero di Sleepy Hollow

Il mistero di Sleepy Hollow è quella pellicola che ricolleghiamo immediatamente a Tim Burton; insomma, la storia di Washington Irving sembra nata per essere trasposta dal regista sul grande schermo. È il suo film più gotico; un horror con sfumature thriller dove non mancano tensione, terrore, la solita mostruosità burtoniana, colpi di scena e massicce dosi di morte e sangue. In questa trama surreale e avvincente, il regista ha la possibilità di aprire i rubinetti della sua smisurata immaginazione, andando a rappresentare una storia tra amore e vendetta attraverso la sua eleganza decadente, l’atmosfera oscura e nebbiosa, una narrazione rinnovata dal suo stile e un cast di prim’ordine.

In particolare, Johnny Depp tratteggia perfettamente l’imbranato e disincantato detective Ichabod Crane, inviato a Sleepy Hollow dopo la scia di omicidi che ha colpito la cittadina. Ed è lì che toccherà il fondo e si innamorerà di Katrina Van Tassel, interpretata da chi in questa tipologia di film è sempre azzeccata: Christina Ricci. Ma è Christopher Walken a rubare la scena con uno dei personaggi più indimenticabili portati in scena da Burton, ovvero il terrificante Cavaliere senza testa.

Dunque, grazie alla sceneggiatura impeccabile, all’ottima fotografia e alla scenografia mozzafiato, questa favola nera è uno di quei cult imperdibili che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.

7) Batman

Tim Burton

Il primo capitolo del Batman burtoniano fu di importanza capitale per rilanciare e cambiare il volto del cinecomics. Oltre a essere uno dei suoi migliori film, fu un successo all’epoca diventando nel corso degli anni un cult assoluto. Questo perché finalmente è l’eroe fedele a quello dei fumetti; inoltre, catapultandoci in questa Gotham fredda, cupa e oscura, rappresenta tutta la potenza dello scontro tra Batman e Joker: infatti, ogni cosa all’interno della pellicola è funzionale per costruire le personalità dei due rivali. Se Michael Keaton si è rivelato un affascinante Bruce Wayne (nonostante la Warner Bros non lo volesse), è Jack Nicholson a prendersi le luci della ribalta nei panni di Joker, questo pazzo nichilista con la faccia da clown e la risata terrificante che terrorizza l’intera città.

A rendere ancor più coerente il tutto è l’incredibile cura scenica di Tim Burton.

Gotham è un luogo suggestivo che dimostra quanto l’architettura sia importante nella realizzazione di un film. Ogni cosa, dagli edifici alla Batmobile, è studiata accuratamente, tanto che in certe occasioni lo stile e la forma prendono il sopravvento sulla sostanza e sulla trama. Ma fondamentalmente, considerando il suo impatto nel cinema, alla fine siamo solo contenti di averlo potuto vedere.

6) La sposa cadavere

Assieme a Nightmare Before Christmans, c’è un altro capolavoro animato nella filmografia di Tim Burton: La sposa cadavere.

Dal titolo potrebbe sembrare una storia horror su un amore finito male, ma in verità è il dolce e struggente racconto di un amore ormai perduto, incentrato su una coppia atipica e un triangolo impossibile. A metà tra il fantastico e il grottesco, sono ben visibili i due mondi del film, grazie alle due differenti palette utilizzate: quello dei vivi, che è grigio e scuro, contrasta con l’aldilà pieno di colori, spensierato e canterino. Quasi come se Burton volesse rendere la morte più desiderabile della vita, catturandone in maniera magistrale la bellezza e la tragicità. E Victor ama Emily proprio per questo: è il personaggio più dinamico e “vivo” dell’opera, al punto che si sarebbe ucciso per stare con lei. Ed è lei, invece, che lo lascia andare, in modo che possa essere felice con Victoria.

Primo film in assoluto a essere girato con la tecnica del gear and paddle (ovvero un sistema di ingranaggi che consentono di ottenere piccole variazioni nelle espressioni dei pupazzi, aumentandone così la loro gamma espressiva), La sposa cadavere è un susseguirsi di scene divertenti ad altre più introspettive, permettendoci di ridere e riflettere allo stesso tempo.

5) Batman – Il ritorno

Tim Burton

Abbiamo ragionato a lungo su questa posizione e, soprattutto, sull’inserirlo prima del suo predecessore. L’ha spuntata Batman – il ritorno e le ragioni sono molteplici. Innanzitutto è la versione che più si avvicina alla visione artistica del regista, annoverandolo tra i suoi migliori film. Burton, infatti, ha avuto molta più libertà creativa e il controllo totale dell’opera, evitando così di ripetere la travagliata storia dell’originale tra rimaneggiamenti alla sceneggiatura e contestate scelte di casting.

Il suo stile inconfondibile è presente dovunque in Batman – Il ritorno: l’atmosfera dark, cupa e violenta, più di quanto la Warner Bros volesse; l’estetica tipica del regista che si rifà all’espressionismo tedesco; i temi fondamentali dell’isolamento e del fallimento personale; soprattutto, i suoi tanto amati mostri come Catwoman (interpretata da un’iconica Michelle Pfeiffer che, con Keaton, dimostra una chimica pazzesca) e Pinguino. Quest’ultimo – ago della bilancia tra Batman e il Max Shreck creato appositamente per un superbo Christopher Walken – fa più tenerezza che paura, abbandonato quand’era solo in fasce perché deforme; è disgustoso, ma anche affascinante da guardare. Danny DeVito ha fatto, in questo, un eccellente lavoro.

Oltre a essere invecchiato meglio del predecessore, ha qualcosa da dire non solo sull’eroe e i suoi nemici, ma anche su Gotham, ipotizzando che il crimine aziendale inquini la città tanto quanto le rapine, se non di più. E poi è un film talmente intenso anche con così poche scene d’azione, che è impensabile vedere un cinecomics così oggi.

4) Beetlejuice – Spiritello porcello

Ai piedi del podio si ferma il secondo lungometraggio di Tim Burton, successo commerciale che apre la sua carriera e che ha creato una sottocultura di appassionati del gotico.

Cult intramontabile che non annoia mai, il regista esprime il suo genio visivo e narrativo in Beetlejuice; lì dove sono presenti tutte quelle strane creature che popolano il suo mondo, in primis lo spiritello che dà il titolo a uno dei suoi migliori film. Beetlejuice è divertente, scorretto, carismatico e sfaccettato, interpretato alla perfezione da un grandioso Michael Keaton che riesce a incarnare ogni sua sfumatura, tanto che quando arriva sullo schermo la pellicola cambia in meglio. Ad accompagnarlo c’è un cast da Oscar, i cui nomi trovano la consacrazione proprio grazie a Burton: Alec Baldwin, Geena Davis, Jeffrey Jones, Catherine O’Hara e, soprattutto, Winona Ryder. Beetlejuice, poi, è un insieme di trovate semplicemente geniali: dal plastico in cui vive lo spiritello ai vermi delle sabbie, passando per quelle sale d’attesa nell’aldilà, gli arredamenti stravaganti, le possessioni sulle note di “Banana Boat Song” di Harry Belafonte.

Burton crea dunque un perfetto equilibrio tra horror e commedia, andando allo stesso tempo ad analizzare temi più profondi come la morte o l’alienazione sociale. Momenti grotteschi si incrociano con l’orrore metacinematografico in quei set mozzafiato e curati in ogni minimo dettaglio.

3) Big Fish – Le storie di una vita incredibile

Tim Burton

Apre il podio un capolavoro non solo dei primi anni duemila o della carriera di Tim Burton, ma dell’intera cinematografia mondiale.

In Big Fish – Le storie di una vita incredibile il regista abbandona le sue solite ambientazioni gotiche e oscure, trattando la morte in un mondo fiabesco pieno di colori, e alterna la fantastica visionarietà dei racconti di Edward a momenti spogli, spigolosi ed emotivamente potenti, soprattutto negli scambi tra il protagonista e il figlio Will. Pieno di significati nascosti riassumibili nella figura del pesce, in Big Fish Burton fonde la favola fantastica al dramma e alla nostra malinconia, regalandoci un’opera tanto magica quanto delicata e complessa. Big Fish si tuffa nelle nostre paure e ci aiuta ad affrontarle, così come ad abbandonare la nostra confort-zone per riuscire a realizzarsi pienamente, nonostante le difficoltà. Perché:

 “Più una cosa è difficile, più è gratificante alla fine.”

Burton lascia completamente libera la sua sconfinata fantasia in Big Fish, traducendo in immagini una dolce poesia capace di sorprenderci, di lasciarci positivamente tramortiti e commuoverci, soprattutto in quel meraviglioso e bellissimo finale. Big Fish è un elogio allo storytelling, al complicato rapporto tra un padre e un figlio. È un’avventura. È semplicemente la vita.

2) Edward mani di forbici

Edward mani di forbici

Se l’è giocata fino alla fine con il primo classificato ma, dopo una profonda riflessione, Edward mani di forbice vince una meritatissima medaglia d’argento.

Questa favola a metà tra il gotico e il fantasy racconta una delle più commoventi storie hollywoodiane, attraverso l’eroe per antonomasia del cinema burtoniano. Nascondendo un cuore tenero e gentile dietro quell’aspetto terrificante, Edward vorrebbe solo donarlo a qualcuno, ma il mondo lo isola perché diverso. Così Burton ci insegna ad andare oltre le apparenze e i pregiudizi, portano avanti una satira verso quella middle class color pastello e rappresentando contemporaneamente tutti i temi a lui più cari, tra cui appunto l’emarginazione di chi non rientra nelle norme sociali. Intriso di sentimenti e visionarietà, Edward mani di forbice segna l’inizio del bellissimo sodalizio con Johnny Depp che, consacrandosi definitivamente, ritrae il personaggio con un’innocenza infantile autentica e commovente, con il coraggio di mostrarsi vulnerabili in un momento in cui Hollywood richiedeva agli uomini di essere forti e virili.

E se pensiamo al meraviglioso rapporto tra Winona Ryder e Johnny Depp (una coppia anche nella realtà al tempo), non possiamo che commuoverci ricordando i loro sguardi intensi in Edward mani di forbici, che dicevano più di mille parole.

1) Ed Wood

Tim Burton

Al primo posto – giocato al photofinish con Edward mani di forbici – non solo della nostra, ma anche di tantissime altre classifiche, c’è un vero e proprio elogio di Tim Burton al cinema di serie z, pieno di idee e scarso di mezzi, dove i sogni valevano più di qualsiasi cosa, incarnato da quello che viene considerato “il peggior regista nella storia del cinema”: Ed Wood.

Intimo, fedelissimo alla sua poetica, tremendamente umano, Ed Wood è un’ode all’essere diverso, a quella compagnia mal assortita di outsider che, però, brilla di luce propria. Rivedendosi in lui perché è un’artista singolare che narra le sue storie, Burton getta il suo sguardo amorevole sui fallimentari tentativi di Ed di farsi un nome nel cinema, sulle riprese del suo primo film, sulla sua collaborazione con Bela Lugosi, sull’incontro con Orson Welles, sulla realizzazione del suo Plan 9 from the outer space. È Johnny Depp che incarna perfettamente la passione sconfinata e la primitiva creatività di questo dimenticato regista (accompagnato da un’eccezionale Martin Landau come Bela), eroe comico ed eccentrico che trova un riscatto proprio nella pellicola di Burton.

Ed Wood, inoltre, è anche un’ottima e lucida ricostruzione della Hollywood di quel periodo; il tutto reso ancor più leggendario dalla visionaria scenografia e, soprattutto, dalla fotografia in bianco e nero. Semplicemente è uno dei biopic migliori di sempre, capolavoro del suo genere e del cinema in generale.

Siamo così giunti alla fine di questa titanica impresa che, come abbiamo detto nell’introduzione, probabilmente non metterà tutti d’accordo. Ma si sa, con le classifiche funziona così; di conseguenza, concludiamo chiedendovi: qual è la vostra personale classifica dei 10 migliori film di Tim Burton?