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5 film da recuperare del regista di Povere Creature!, Yorgos Lanthimos

Yorgos Lanthimos
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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler dei film di Yorgos Lanthimos come The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro, Dogtooth, La favorita, Kinetta

È appena uscito Povere Creature!, l’ultimo film di Yorgos Lanthimos, il regista greco che fa sempre molto discutere e che lavora sempre molto con la psiche umana e le sensazioni più oppresse di essa. Yorgos Lanthimos non è un regista comune, la sua visione del mondo è singolare e particolarmente unica; la sua firma, il suo tocco, è più che riconoscibile soprattutto nella fantasia di richiami, nelle sfaccettature emozionali che non perde occasione di mettere in campo, nell’approfondimento di una sessualità repressa e molto umana. Insomma, non un regista per tutti forse. Di sicuro, però, dal 2009 in poi, anno di uscita del suo terzo film Dogtooth, Yorgos Lanthimos ottiene il successo che merita, vincendo vari premi ambiti e soprattutto importanti nel mondo del cinema. Le sue radici greche lo spingono spesso a indagare sull’animo umano come farebbero i migliori filosofi, nonché a raccontare storie di vendetta e rivalsa sociale, proprio come quella mitologia greca che in Europa conosciamo così bene. Yorgos Lanthimos, al suo ottavo film con Povere Creature!, ha assolutamente iscritto il suo nome nell’Olimpo della regia, arrivando agli Oscar e a premiazioni importanti anche per i suoi attori. Ma prima di conoscere la sua ultima fatica, ci sono almeno cinque film del regista greco da recuperare.

1. The Lobster

The Lobster Yorgos Lanthimos

È il suo primo film in lingua inglese, e per questo è forse il film che, più di tutti, lo consacra nel mondo del cinema internazionale. Ha come protagonista Colin Farrell ed è ambientato in un futuro distopico, dove non è ammessa la solitudine sentimentale, è vietato essere single, la ricerca del partner è più che forzata. In questo scenario distruttivo si muove David, che sceglie di andare in questo hotel dove si costringono le persone a trovare l’anima gemella; l’alternativa è quella di farsi trasformare in un animale a propria scelta. David sceglie di essere trasformato, se non troverà la sua compagna, in una aragosta. Yorgos Lanthimos, con The Lobster, esplora le emozioni umane in relazione alla società che circonda tutti gli uomini e le donne. La sua è una sorta di denuncia sociale di un sistema corrotto da vecchi insegnamenti ormai scaduti che limitano la libertà dell’uomo. È come se le alternative fossero solamente due, essere single o essere innamorati e in coppia, come se non esistesse una via di mezzo definita dalla libertà, non tanto sessuale quanto primordiale. David, nella sua ricerca spasmodica, comprende davvero il senso della sua condizione, mettendo però a rischio l’unico scopo ultimo dell’uomo: essere libero.

2. Il sacrificio del cervo sacro

Il sacrificio del cervo sacro

Yorgos Lanthimos è greco, e in quanto tale conosce la sua cultura basata, per molti versi, su basi classiche. La mitologia è parte integrante di Yorgos Lanthimos non solo come uomo, quanto piuttosto come regista. La sua visione della vita e del cinema, delle passioni e della vendetta si sposa perfettamente con una narrazione mitologica che voleva gli dei vendicativi e spietati. Yorgos Lanthimos riprende spesso questo tipo di narrazione, raccontando anche le pulsioni umane e le passioni più viscerali ma, ne Il sacrificio del cervo sacro più di tutti, vediamo come il racconto si estende in linea con queste istanze. Riprendendo in parte il mito di Ifigenia (la fanciulla protagonista del mito raccontato da Euripide in Ifigenia in Aulide) Lanthimos racconta la storia di Martin, un ragazzo accecato dalla vendetta, eppure fin troppo razionale. Barry Keoghan interpreta magnificamente un fanciullo che apparentemente è troppo giovane e illibato per compiere pensieri di vendetta ma che si ritroverà ad essere anche troppo freddo e razionale di fronte all’azione vera e propria. Per un tornaconto personale, Martin infliggerà una maledizione sulla famiglia del chirurgo che ha ucciso suo padre e otterrà la sua vendetta, quasi senza battere ciglio, in un gioco di rivalsa e turbamento che lo porterà al sacrificio di Ifigenia, sotto un’altra veste.

3. Dogtooth

Dogtooth Yorgos Lanthimos

Dogtooth è un film difficile, ansiogeno e disturbante ma incredibilmente vero e severo su una realtà fin troppo vicina alla nostra, per quanto spesso non ce ne rendiamo conto. Due genitori tengono i tre figli segregati in casa, raccontando loro che il mondo fuori è spaventoso e pericoloso; il padre decide che solo alla caduta del dente canino, da cui il nome del film, i ragazzi possono essere pronti ad uscire. Il paradosso è già visibile. In più, in Dogtooth si alternano scene di violenza spudorata e di sessualità morbosa che fanno sì che il film risulti molto particolare e assai disturbante. Eppure, con un fine equilibrio tra horror e distopia, Yorgos Lanthimos delinea una scrittura unica nel suo genere, laddove coesistono reale e irreale, paradosso e razionalità, angoscia e desiderio. Il gioco di Lanthimos, che risulta essere la carta vincente per un film così congeniato, è proprio l’elemento paradossale affrontato con una normalità disarmante, un’anomalia trattata con la più palese semplicità. Con Dogtooth Yorgos Lanthimos affronta uno dei suoi lavori più controversi e più dibattuti, mettendo per sempre la sua firma riconoscibile su una storia difficile da togliersi di dosso.  Sicuramente un film che rimane impresso nella mente per molto tempo, nel bene e nel male.

4. La favorita

La favorita Yorgos Lanthimos

Per la prima volta, grazie a La favorita, Yorgos Lanthimos arriva alla candidatura ai Premi Oscar. La sua protagonista, Olivia Colman vince il Premio Oscar come migllior attrice protagonista. Insomma, il film per cui tutti quanti, ma proprio tutti, lo conoscono oggi. Il film che lo porta ad un pubblico più vasto, ad un pubblico più internazionale e anche più preparato. A questo punto, tutti sanno chi è Yorgos Lanthimos e qual è a sua cifra stilistica. E La favorita non si distingue dagli altri, in questo: la passione è il motore attorno a cui gira tutta la storia, il centro vitale per cui tutto si muove. Abigail, interpretata da una bravissima Emma Stone (che torna a lavorare con Yorgos Lanthimos in Povere Creature!), arriva alla corte della Regina Anna, nell’Inghilterra del 1708, in guerra con la Francia. Giorno dopo giorno si fa strada fino ad arrivare al cuore della Regina, passando per una libido palesata in maniera singolare e un’astuzia del tutto fuorviante. Abigail, in competizione con Sarah, sua cugina e segretaria delle Regina, arriverà a fare di tutto pur di ottenere un minimo di potere sulla Regina e a palazzo. La favorita è un film passionale e energico, laddove la passione è sì sessualizzata ma si muove soprattutto in funzione del potere personale.

5. Kinetta

È il secondo film di Yorgos Lanthimos ed è il primo in cui il regista lavora completamente solo, senza collaborare con altri registi, come era successo per il suo esordio. È un film ancora in greco, ancora molto legato alla cultura di appartenenza del regista, con una tematica strana e senza molte risposte. Kinetta è una città greca, malinconica e assolata, dove un poliziotto, una cameriera e un aspirante fotografo trovano la loro dimensione. Una strana dimensione, fatta di bugie e falsità che per loro sono molto reali. I tre, infatti, si dilettano ricreando vecchie scene del crimine, cercando di capire quale sia stato il movente e quale la causa. Kinetta è un film strano, che comporta una scrittura molto ricercata e piena di particolari tra cui non è sempre semplice districarsi. Notiamo subito l’impronta di Lanthimos, soprattutto se già lo conosciamo, e notiamo subito quanto il caleidoscopio di emozioni umane sia assolutamente messo in risalto, già solo dalla presentazione dei personaggi stessi. In Kinetta, come in tutto il suo cinema, Yorgos Lanthimos lavora sull’anima umana, sulla psiche e anche sul corpo, coinvolgendo queste tre istanze in un gioco di equilibri che affascina sempre molto e che, nonostante possa creare confusione, convince.