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Come Fleabag ci ha parlato del lutto

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Fleabag (letteralmente “sacco di pulci”, come la chiama suo padre) è riuscita a parlare del lutto in modo dissacrante e iper-realistico, ponendo l’obbiettivo sulla questione universale dell’impossibilità di colmare i vuoti delle perdite. Perché quando perdiamo qualcuno il dolore che ci resta è solo un monito della consapevolezza di dover andare avanti senza quella persona nella nostra vita. Fleabag (Phoebe Waller-Bridge) parla di chi resta, del difficile percorso che una persona (non) riesce a intraprendere per superare una perdita e di come è giusto, e normale, che ognuno reagisca a modo proprio.

Fleabag fatica ad accettare la perdita della sua migliore amica Boo, tanto da minimizzare, inizialmente, il fatto in sé: racconta – e si racconta – che la sua amica ha perso la vita a causa di un incidente, perché voleva fare un dispetto al suo fidanzato. Ma Boo non voleva morire, voleva solo farsi male per poter andare in ospedale e costringere il suo ragazzo a sentirsi in colpa per averla tradita. Boo non saprà mai che la ragazza con cui il suo fidanzato l’ha tradita è proprio Fleabag.

Boo e Fleabag (640×360)

Nel corso delle due stagioni, veniamo accompagnati da terribili eco di sottofondo che la protagonista cercherà in ogni modo di mascherare, quello della solitudine e quello del senso di colpa, che oscillano incessantemente tra il suo sarcasmo tagliente e il suo desiderio sessuale.

Ma sia l’uno che l’altro sono dei tappabuchi emotivi.

Sono un modo per nascondere il tracollo emozionale e affettivo che il suicidio dell’amica e la morte della madre le hanno innescato in modo catastrofico e autodistruttivo. Ma ciò che caratterizza la nostra protagonista sono proprio i suoi tentativi di mutare i sintomi dell’angoscia costante in qualcosa che possa almeno far sorridere, e far scordare per un momento quel pendolo inarrestabile. La sua ossessione per il sesso è un modo per riempire quel senso di vuoto, ma anche, forse, per punirsi: è ciò che l’ha portata a tradire la persona che più amava al mondo.

L’amicizia tra Boo e Fleabag ci viene mostrata attraverso dei flashback, e non dal principio seguendo un ordine cronologico, bensì in modo apparentemente casuale. Ogni volta che si trova da sola con i suoi pensieri o ogni volta che scorge qualcosa che le fa ricordare la sua amica, i ricordi la colpiscono in faccia con tanta prepotenza da cercare qualsiasi scappatoia per sfuggirgli. E’ quello che capita a tutti noi in momenti di sconforto, di dolore, di malinconia, lasciandoci la possibilità di scegliere tra due alternative: abbandonarci a quei ricordi belli, ma dolorosi o, come nel caso di Fleabag, trovare un qualsiasi tipo di distrazione. E nel suo caso la miglior distrazione è il sesso con sconosciuti dimenticabili, l‘unica cosa che riesce a zittire quei ricordi dolorosi e che la fa sentire viva.

Il suo rapporto con il sesso è rimasto invariato dopo la morte di Boo, ma è diventato un rapporto autodistruttivo, negandosi di fatto di approfondire qualsiasi tipo di legame che potrebbe andare oltre al fattore fisico. La stessa Fleabag dirà che nel momento in cui nessuno la considererà più attraente, allora per lei sarà davvero finita, la sua esistenza non avrà più senso, perché il suo vuoto non potrà essere più colmato a quel modo.

“Non so cosa farci” – “Con cosa?” – “Con l’amore che sento per lei. Non so…non so dove metterlo adesso”. – “Lo prendo io. Sul serio, lo voglio io. Devi darlo a me…deve andare da qualche parte”.

L’amore che provava per la madre lo riverserà sulla sua migliore amica, e l’amore per Boo, una volta che non ci sarà più, dovrà riversarlo in altro. Glielo disse proprio suo padre, nella puntata finale della seconda stagione, che lei sa amare meglio di tutti, ed è proprio per questo che per Fleabag è così doloroso.

Quando perdiamo una persona cara tutto l’amore che proviamo è ancora lì, palpabile, immutato. E proprio come Fleabag ci troviamo a chiederci che cosa farci, ora, con tutto l’amore che avevamo ancora da dare.

Fleabag (640×360)

La svolta arriverà nella seconda stagione, quando deciderà di non riversare più il suo eccesso di amore nel sesso per continuare a punirsi e per compensare quelle mancanze, e quando, contemporaneamente, conoscerà il prete. Il suo arrivo determinerà la conclusione del processo di realizzazione che Fleabag alla fine ha avuto il coraggio di iniziare, realizzando per la prima volta che sì, ci si può interessare e amare qualcuno al di fuori della sfera sessuale e sì, lei può ancora essere amata.

Fleabag è riuscita a parlare del lutto in modo dissacrante, ponendo l’obbiettivo sull’impossibilità di riuscire a colmare il vuoto di una perdita. E soprattutto, è riuscita a parlare del fatto che non c’è un modo giusto o sbagliato per farlo, è normale che ognuno di noi reagisca a modo proprio. E soprattutto, che l’amore che proviamo per una persona che non c’è più non deve essere per forza riversata in altro, può restare lì immutato ed eterno insieme a noi, e ai ricordi che abbiamo.