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5 cose che amo follemente di Fleabag

Fleabag
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In questo periodo, in concomitanza con l’uscita della seconda stagione, si sente sempre più parlare di Fleabag, la serie rivelazione di questo momento.

Rimasta sconosciuta ai più nel 2016 all’uscita della sua prima stagione, con l’arrivo della seconda su Amazon Prime Video il 17 maggio 2019, e con l’aggiunta al cast di Andrew Scott, ha sicuramente raggiunto il successo meritato.

Fleabag è la storia della sua omonima protagonista di cui non ci viene detto il nome ma ci vien reso noto il suo soprannome. Il termine significa ‘sacco di pulci’, che nello slang identifica una persona scorretta.

La giovane trentenne protagonista della serie si trova ad affrontare la morte accidentale della propria migliore amica. Il racconto di Fleabag è la storia di come dopo il lutto la protagonista cerchi di ritrovare l’equilibrio, anche se non sarà affatto semplice e le cadute durante il lungo cammino verso l’accettazione saranno molte.

Andiamo con ordine però. Ecco 5 cose in particolare che non ho potuto non amare di questa meravigliosa serie:

1) Fleabag siamo noi

Fleabag

Fleabag ha la straordinaria capacità di rappresentare un’intera generazione. Il vissuto della protagonista è un racconto in cui è facile ritrovarsi e con il quale è semplice empatizzare. 

Frustrazioni familiari e amorose sono all’ordine del giorno e niente sembra farla stare davvero bene.

A suon di sarcasmo e frecciatine ogni piccolo dramma viene facilmente  superato. Allo stesso tempo però un dolore più grande si insinua nelle cose di tutti giorni crescendo sempre di più e lasciando Fleabag in balia delle sue emozioni, sul punto di crollare irreversibilmente.

Gioie, dolori, incertezze e quella costante propensione all’autodistruzione, come se si trattasse di una punizione che sente di meritarsi, un dolore auto inflitto con il quale espiare le proprie colpe.

Fleabag in maniera scanzonata ci racconta le cose di tutti giorni, diventando un inno all’imperfetta normalità.

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