Ci sono alcune serie così belle che, quando dobbiamo convincere qualcuno a iniziarle, risultano difficili da descrivere. L’incapacità di tratteggiare con esaustività i dettagli e le caratteristiche principali è spesso la prova che, in un panorama ormai pieno di personaggi e trame prevedibili, esistono ancora piccoli gioielli originali, particolari, unici. In questa vasta categoria rientra anche Fleabag.
Fleabag è una serie televisiva scritta e creata da Phoebe Waller-Bridge, basata sul suo one-woman show teatrale del 2013 e che, con due sole stagioni e meno di quattro ore totali di screentime, è riuscita a diventare sin da subito un cult per molti critici e appassionati (e anche per noi).
Ma qual è la formula magica che ha portato Fleabag a essere una delle serie più apprezzate del decennio?
Ecco 7 elementi che la rendono unica:
1) L’anti-eroina protagonista
Fleabag (il cui vero nome non viene mai pronunciato) è una donna moderna, caratterizzata da uno humor ai limiti del caustico e da una verve affascinante che la rende subito simpatica agli occhi dello spettatore. Il suo modo di comunicare la fa apparire come una protagonista conscia dei molteplici problemi che affliggono la sua vita: da una famiglia disfunzionale e assente a un lavoro che non la soddisfa e a stento le permette di arrivare a fine mese, Fleabag ci introduce nel suo mondo fatto di battute pronte, situazioni imbarazzanti e debiti. Questo modo però di renderci partecipi dei suoi pensieri più intimi viene usato per nascondere altro. Seguendo le sue avventure più da vicino, infatti, non possiamo fare a meno di notare il non-detto, il suo lato più vulnerabile che rivela un personaggio complesso e, soprattutto, più umano: la consapevolezza di non essere una “brava persona” la tormenta e la affligge, mentre i traumi del passato la rendono insicura e disfunzionale, portandola a non fidarsi di nessuno e rifuggire i pochi affetti che la circondano. Fleabag preferisce perciò buttarsi sul sesso senza troppa soddisfazione, cercando di coprire in questo modo il brusio di sottofondo della sua infelicità.