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Forse non è la fine – La prima puntata dopo l’ultima puntata di Glee

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Forse non è la fine‘ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite. Oggi è il turno di Glee.

Autunno 2020 – Auditorium, McKinley High School

Glee
Glee – Forse non è la fine

Il sipario nell’auditorium della McKinley High School si chiuse e calò il silenzio tra Will Schuester e i suoi ragazzi, che erano ormai diventati uomini e donne. Con un paio di ossa rotte, con tutto ciò che avevano attraversato, potevano dire di star vivendo la vita fino in fondo. A dire il vero quella vita l’avevano vissuta (e continuavano a viverla) anche a nome di chi li aveva lasciati troppo presto, ma la cui voce era rimasta incastonata irreversibilmente nel vento di Lima e tra i drappeggi di quell’auditorium.

Per qualche strano e inspiegabile motivo, infatti, il Glee Club originario trovava sempre il modo di riunirsi. Anche ora che le loro strade avevano preso direttrici diverse, la bussola del loro cuore li indirizzava sempre verso quel palco lucido, di fronte a una platea molto spesso silente e vuota. Perché, in fondo, nessuno di loro aveva mai cantato per li pubblico. Loro cantavano per se stessi, per gridare al mondo la potenza di una passione e la perseveranza cieca e inarrestabile di portare quel sogno alla realizzazione. Proprio come quel giorno di tanto tempo fa, quando per la prima volta cantarono insieme ‘Don’t stop believin’. Ora potevano finalmente dire di averci creduto fin proprio alla fine e di esserci riusciti.

Artie Abrams e Tina Cohen-Chang si erano ricongiunti nell’amore, lei era finalmente protagonista della sua vita e della sua carriera, mentre lui perseguiva con ottimi risultati la sua professione di regista. Rachel Berry aveva vinto il tanto agognato Tony Award e si era sposata con l’amico di vecchia data Jesse St. James, anche lui regista e attore dalla carriera brillante. Mercedes Jones aveva conquistato tutte le classifiche con la sua voce dirompente. Sam aveva trovato la sua strada come insegnante. Kurt e Blaine erano attori di successo e genitori amorevoli, mentre la Vice Presidente Sue Sylvester continuava la sua scalata verso le vette della poltica statunitense. Will Schuester, dal canto suo, aveva costruito le basi del tutto.

Senza di lui probabilmente molti di quei ragazzi si sarebbero lasciati andare alla solitudine. Far parte delle Nuove Direzioni aveva significato per loro molto più che una semplice esperienza scolastica. Una nota musicale, per quanto bella, da sola fa poco. È l’insieme differente e armonico di uno spartito che crea la melodia. Se Artie, Santana, Brittany, Rachel ecc. erano le note, Will era il pentagramma capace di legarle l’una con l’altra, costuendo la melodia dei loro successi.

Tutti loro del Glee Club avevano vinto premi, attraversato il continente e cantato su alcuni dei palchi più importanti al mondo, ma ora rompere quel silenzio sembrava la cosa più difficile di sempre.

Glee
Glee – Forse non è la fine

La prima a prendere la parola fu Rachel Berry, nonostante la sua voce fosse visibilmente rotta dal pianto. Salire su quel palco e liberare la sua voce all’unisono con i suoi amici di sempre era qualcosa di insipegabile. Quell’angolo di mondo riusciva sempre a riportarla in sintonia con l’universo e con se stessa.

Non avete idea di quanto mi sia mancato cantare in questo preciso luogo, con tutti voi. Ogni volta è come fare un salto indietro nel tempo. Se chiudo gli occhi mi sembra quasi di sentire il bruciore glaciale di uno Slushie dritto in faccia.

Finalmente l’imbarazzo solenne in cui era piombato l’ambiente si sciolse nuovamente in convivialità, grazie al ricordo dei consueti trattamenti viso a base di Slushie che tutti avevano assaporato almeno una volta nella loro vita.

Esser qui, ora, significa molto per me. Da qualche parte nella mia anima c’è ancora quella ragazzina impacciata che si esibiva davanti una webcam su Myspace e che non mancava mai di accompagnare la sua firma con l’adesivo di una stella scintillante. Ma quella bambina è cresciuta, ha smussato gli angoli di una personalità spigolosa e ha imparato a condividere il palco e la vita con un gruppo di persone meravigliose. Tutto questo non sarebbe mai accaduto senza di voi e ci tenevo a ringraziarvi personalmente e fisicamente.

In quel momento l’emotività prese il sopravvento e suo marito, Jesse St. James, le si avvicinò con dolcezza, cingendole la vita con fare premuroso. A quel punto si decise a prendere la parola in suo soccorso.

In realtà, c’è una cosa importante che dobbiamo dirvi. Io e Rachel abbiamo pensato che l’evento per la dedica dell’Auditorium a Finn Hudson e la relativa riunione di famiglia, fosse il momento più adatto per farlo. Molto presto, infatti, ci sarà un nuovo membro nella famiglia St. James-Berry. Pare che sarà un maschietto e abbiamo deciso che si chiamerà Finn.

Jesse non ebbe il tempo di terminare il grande annuncio che il Glee Club al completo si fiondò esultante sulla coppia.

Fu solo allora che una figura prese le distanze da quell’abbraccio generale, andandosi a rifugiare in un angolo silenzioso e ombroso. Lontano da tutti.

Carole Hudson aveva bisogno di respirare. Da tempo si trascinava nelle sue giornate con il peso veemente dell’assenza a toglierle il fiato. Certo, la sua vita era andata avanti da quel giorno nefasto. Per fortuna al suo fianco c’era Burt Hummel, pronto a sorreggerla anche nei momenti più bui. Era lui la vera àncora che la teneva legata a quel mondo che sembrava volerle togliere tutto.

Vedere i ragazzi del Glee Club per lei era al contempo una gioia e un pugno dritto nello stomaco. Nel loro vivere rivedeva il riflesso opaco di suo figlio. Sapeva bene che in un modo bizzarro e inspiegabile lui continuava a vivere in quel coro di voci e in quei sorrisi affettuosi e appassionati. La sua ombra silente abbracciava ancora il canto, la vita e la speranza.

Eppure c’erano momenti in cui semplicemente non era in grado di sostenere tutto. Come se le macerie di quei sogni lasciati a metà diventassero improvvisamente affilate e taglienti. In momenti come questo la ferita, mai completamente cicatrizzata, riprendeva a sanguinare.

They say it’s what you make, I say it’s up to fate
It’s woven in my soul, I need to let you go
Your eyes, they shine so bright, I wanna save that light
I can’t escape this now, unless you show me how

When you feel my heat, look into my eyes
It’s where my demons hide, it’s where my demons hide
Don’t get too close; it’s dark inside
It’s where my demons hide, it’s where my demons hide

Imagine Dragons – Demons

Carole pianse, lasciò scrosciare i singhiozzi e la rabbia. Poi fece un respiro profondo e si ritrovò a guardare la targhetta con la foto sorridente di Finn. “The show must go… All over the place… Or.. Something“.

Glee – Forse non è la fine

C’era bisogno di continuare. C’era bisogno di amare, cantare, ballare. Nei momenti di sconforto si chiedeva sempre che cosa avrebbe fatto Finn al suo posto. Carole ora riusciva a immaginare la risposta a quella domanda, per questo si affrettò ad asciugarsi le lacrime dal volto e si diresse nuovamente verso i suoi ragazzi.

La McKinley High School era diventato uno dei più importanti centri culturali d’America. Nessuno si sarebbe più vergognato di cantare negli spogliatoi. Nessuno avrebbe avuto timore a ballare, truccarsi o recitare. Tutti avevano la possibilità serena di rivelare e vivere con tranquillità la propria sessualità. Essere ed esprimere se stessi senza limitazioni e preconcetti.

Quella scuola che prima era un luogo di pregiudizi e timori, era ora il canto libero dell’arte. Ebbe quindi la consapevolezza che i sogni di suo figlio non erano monchi e irrealizzati, ma vivi e felici. Come il resto delle Nuove Direzioni.

Perché quando il Glee Club si unisce in una sola voce non c’è barriera che resista, non c’è distanza che separi o gravità che tenga. Ognuno di loro, a suo modo, aveva trovato il suo percorso e, anche se non era stato facile, avevano raggiunto finalmente la felicità.

In quella felicità avevano dimostrato al mondo che non importa quanto grande sia un sogno, ciò che importa è la costanza e la caparbietà che si è disposti a mettere in atto affinché quel sogno si realizzi. Non importa dove andrai, se andrai lontano o se ti manterrai ben saldo alle tue radici. Non importa ciò che tutti gli altri dicono, anche se proveranno a buttarti giù una, dieci o cento volte. Tu sarai invincibile.

I put my arm around, show you how strong I am
I put my arm around, I’ll show you that I am, I’m unstoppable

Sia – Unstoppable