Oggi vogliamo parlarvi di Frasier, un vero e proprio gioiello degli anni ’90 che in Italia non è riuscito ad affermarsi quanto avrebbe dovuto. Presentata generalmente accanto a Friends e Seinfeld (un’altra Serie Tv di cui non si parla molto dalle nostre parti), Frasier è considerata una delle migliori sitcom in assoluto. I premi che ha ricevuto sembrano riflettere questa considerazione. Dal 1995 al 1998 Frasier ha vinto l’Emmy come “Outstanding Comedy Series”. Il suo primato in Primetime Emmy Awards (ben 37) è stato superato solo nel 2015, da Game of Thrones.
Frasier è uno spin-off di un’altra grande Serie americana, Cheers (in italiano Cin-Cin), ma si impone rapidamente come un grandissimo prodotto perfettamente capace di reggersi in piedi da solo, e per alcuni addirittura migliore della stessa Cheers.
Difficile trovare un punto di forza prevalente quando ci sono tantissimi elementi che contribuiscono egregiamente a creare un prodotto di altissima qualità. Una cosa che sicuramente contraddistingue Frasier è la spiccata intelligenza dell’umorismo che la supporta. Il fatto che sia esilarante non le preclude la possibilità di essere una fonte di saggezza. E non solo perché Frasier è una Serie ricca di riferimenti culturali.
Se Friends ironizza sul quadro della vita da trentenne diventato ormai comune (qui trovate un articolo che tratta questo aspetto), Frasier guarda anche a una fascia d’età più avanzata. Uno dei temi portanti di questa Serie è proprio come la vita non possa essere più lontana dall’essere “fatta e finita” una volta raggiunta una stabilità professionale, economica e relazionale. Tutto questo è in continua evoluzione in Frasier. I personaggi più affermati in termini professionali sono proprio quelli che più hanno bisogno di imparare a conoscere se stessi.
Frasier Crane è uno psichiatra fiero della sua erudizione, serioso, a tratti spocchioso, in cerca di solidi rapporti umani senza neanche saperlo. La Serie inizia con il suo trasferimento da Boston a Seattle in seguito a un divorzio, per lavorare in un programma radiofonico. Ma Frasier non fa in tempo ad abbracciare la vita da scapolo nel suo nuovo costoso appartamento pieno di pezzi d’arte che scopre che dovrà condividere i suoi spazi con suo padre e un adorabile Jack Russell di nome Eddie.
È l’inizio di uno scontro fra due mondi. La nevrosi e il perfezionismo di Frasier dovranno affrontare il pragmatismo e la semplicità di suo padre, Martin Crane (e gli infiniti peli e affetto non desiderato di Eddie). A tenerli compagnia c’è un mondo di personaggi splendidi quanto complessi. Il fratello di Frasier, Niles, anch’egli psichiatra e ancora più nevrotico, assurdamente raffinato e più a digiuno di vita pratica del fratello, meriterebbe davvero un posto d’onore in una lista dei personaggi più memorabili di sempre.
L’umorismo della Serie ha proprio il suo fulcro nella paradossalità che due individui così esperti della psiche umana e conoscitori della vita “teorica” sembrino non conoscere se stessi e si caccino puntualmente in situazioni assurde, o in progetti che finiscono in fallimenti colossali, perché cocciutamente incapaci di approcciare la vita con praticità.
Se spesso situazioni comiche vengono create da personaggi ingenui che non riescono a pervenire a una soluzione in modo lineare, finendo con il complicare la situazione iniziale, in Frasier questo meccanismo è ancora più efficace proprio perché i fratelli Crane dovrebbero avere tutte le carte in regola per realizzarsi. Invece, sedotti dal loro amor proprio, dalla volontà di ergersi sopra la massa, e dalla loro conoscenza, finiscono puntualmente col galleggiare sulla superficie delle cose, complicandosi ulteriormente la vita.
Non fatevi prendere dallo sconforto, quindi, qualora alcuni riferimenti culturali nelle conversazioni fra Frasier e Niles dovessero sfuggirvi. Il punto è proprio ridere di quanto sfoggiare le loro conoscenze non sappia aiutarli a realizzarsi. Volendo negare la necessità di un qualunque approccio pratico, Frasier e Niles continuano a trovarsi in situazioni compromettenti.
Frasier in realtà ambisce a realizzarsi come una qualunque altra persona. Cerca affetti, cerca di realizzare i suoi sogni. E la sua eccentricità, quello che crede essere il suo punto di forza, finisce con l’essergli solo di ostacolo.
In più di un’occasione i consigli dati dai nostri due psichiatri agli altri personaggi portano al disastro, e continuamente il rifiuto della semplicità razionale offerto dai personaggi meno sofisticati porta a situazioni altrettanto catastrofiche o imbarazzanti. Fra i personaggi portatori di “saggezza popolare” spicca certamente Daphne Moon, la fisioterapista di Martin Crane. Niles se ne innamorerà praticamente a vista a d’occhio, e la sua incapacità cronica di farsi avanti sarà fonte assicurata di ilarità per diverse stagioni.
Uno dei grandissimi pregi di questa Serie è la qualità della sceneggiatura. Pur accusando qualche relativo rallentamento verso la fine, Frasier è un prodotto ricco di creatività, di intelligenza acuta e pungente e di spunti intellettuali talvolta illuminanti. A ogni rewatch ci troverete qualcosa di nuovo, garantito.
L’eccellenza della sceneggiatura non si ferma all’umorismo.
Frasier è una Serie capace di vantare una caratterizzazione dei personaggi completa e soddisfacente come poche. Benché molti personaggi partano all’inizio come dei topoi di genere, con ogni nuovo episodio acquisiscono nuove sfaccettature. Impossibile non sentire di essere in qualche modo entrati a far parte della famiglia Crane.
Ma l’approfondimento dei personaggi non si ferma a quelli principali. In Friends, ad esempio, il rapporto fra i personaggi principali è proprio il punto di forza maggiore della Serie. Eppure ci sono tantissimi personaggi secondari che raggiungono, tutt’al più, uno status di comparsa frequente. In Frasier, invece, anche personaggi che appaiono con minore frequenza sono riccamente costituiti. Persino Maris, la moglie di Niles, è un personaggio indimenticabile, malgrado non appaia mai fisicamente nello show.
I rapporti fra i vari personaggi si evolvono con naturalezza e sono il vero fulcro della Serie. I membri della famiglia Crane sono costretti ad avvicinarsi dall’imprevedibile confluire degli eventi all’inizio della Serie. Ma con il passare del tempo è percepibile come i loro mondi si incontrino e si alimentino l’un l’altro.
A supporto della sceneggiatura c’è un cast assolutamente impeccabile. Percepibile la vasta esperienza in ambito teatrale, che contribuisce a donare un ritmo eccellente alla comicità, verbale e fisica. Gli attori Kelsey Grammer e David Hyde Pierce, che interpretano Frasier e Niles rispettivamente, sono indubbiamente straordinari. Tuttavia, è impossibile avere da ridire sulla performance di chiunque. Anche Moose, il cane che interpreta Eddie, merita una menzione d’onore nell’ambito delle performance animali. Lontanissimo dall’essere una semplice fonte di tenerezza, Eddie ha tanta personalità quanto un qualunque personaggio umano. E, data la vastissima caratterizzazione dei personaggi, ci piace puntualizzare che ciò ha davvero dell’incredibile.
C’è da dire che la trasmissione in Italia ha subito diversi travagli. È comprensibile, quindi, come molti non abbiano avuto modo di vederla. Bisogna anche dire che il doppiaggio non le fa esattamente giustizia, soprattutto per quanto riguarda la performance di personaggi secondari. Niente a che vedere con altre Serie che possono puntare su doppiaggi di altissimo livello (un articolo su queste Serie lo trovate qui). Se il doppiaggio dovesse farvi soffrire, vi consigliamo vivamente di provare a vederla in lingua originale.