“Haters will see you walk on water and say it’s because you can’t swim.”. Battuta di Martin Crane (John Mahoney), il padre di Frasier, un esempio di come questa sitcom possa essere stata avanti coi tempi. Dal 1993 al 2003, undici stagioni non attraversate dalla presenza dei social network (Fabebook vedrà la luce nel 2004), eppure gli “haters” sono stati identificati dal patriarca dei fratelli Crane nella migliori delle battute sul genere. Il plauso va alla schiera di autori che hanno scritto i 264 episodi e il cast che è un meccanismo perfetto di sincronicità tra ironia e farsa stile Feydeau, ad alti livelli perfettamente riprodotta nello specifico nell’episodio The Sky Lodge nella quinta stagione di Frasier.
Fratelli coltelli
I fratelli Crane, Frasier (Kelsey Grammer) e Niles (David Hyd Pierce) sono la nemesi uno dell’altro proprio perché condividono la stessa professione che svolgono con modalità differenti. Sono entrambi psichiatri ma non si sono mai messi in discussione sulla loro evidente rivalità che si fonda sui loro punti in comune. Sono snob, Niles in misura maggiore rispetto a Frasier che considera uno psicologo pop perché analizza i problemi da uno studio radiofonico piuttosto che dal lettino o dalla poltrona istituzionali. Frasier ha una mente scientifica e deve trovare una logica in tutto.
Tutti e due non amano mischiarsi con persone di estrazione culturale non assimilabile alla loro, caratteristica alla quale Niles aggiunge una discordante fisicità da slapstick comedy generata dalle sue idiosincrasie. Niles all’inizio della serie è ancora sposato, o meglio, intrappolato in un matrimonio inspiegabile, con una moglie che non si vede mai anche se è più che mai presente con la sua egemonia sul marito. S’innamorerà istantaneamente e pervicacemente di Daphne (Jane Leeves), la fisioterapista del padre. I suoi goffi tentativi di farsi notare e provare la seduzione sono una parte integrante del meccanismo da screw comedy che la serie ha sapientemente riutilizzato. La vita sentimentale di Frasier è meno statica del fratello ma costellata da fallimenti, già divorziato e alla ricerca continua della donna perfetta come per l’abbinamento del vino ai piatti gourmet, conoscenza che è un suo vanto e nella quale ha più successo che nell’abbinamento amoroso. Competizione e gelosia tra i fratelli, un laboratorio della chimica tra i due contrapposto alle loro peculiarità nei rapporti con gli altri, sono parte del perfetto motore di questa pluripremiata sitcom (37 Emmy, al terzo posto dopo Saturday Night Life e Games of Thrones).
Gli autori avrebbero potuto giocare con il classico gioco degli opposti. Un fratello colto e sofisticato e l’altro un po’ rozzo con capacità più fisiche che mentali (oppure uno bello e di successo con le donne e l’altro gracilino e “sfigato” come in Two and a half men) invece hanno avuto l’intelligenza e la lungimiranza di contrapporre due uguali. Fuori dalla loro bolla ruotano tutti gli altri, le donne di cui s’innamoreranno, le persone che non parlano e non capiscono la lingua della loro professione che usano come arma di sfida tra di loro. C’è un solo pianeta ammesso nella loro orbita, Martin Crane, il primo Crane della famiglia.
Dad
Di papà per questa serie tra i migliori spin-off di sempre, ce n’è uno solo. Nell’annunciato reboot di Frasier che dovrebbe vedere la luce nel 2023 su Paramount+ purtroppo non ci sarà neanche un cameo di papà Martin per la scomparsa dell’attore John Mahoney nel 2018, impensabile sostituirlo. Papà Martin è un tutt’uno con la sua fatiscente poltrona estendibile che ha portato a casa di Frasier che lo ha accolto dopo essere stato ferito in servizio, nella sua attività di poliziotto, e avere problemi di riabilitazione alla gamba offesa. L’appartamento ben arredato in stile moderno avrà la sua indelebile macchia nell’ordinaria poltrona con la tappezzeria rattoppata e di discutibile gusto cromatico.
La poltrona è estendibile anche nel simbolismo con il padre che rappresenta l’uomo comune, lo stereotipato ex poliziotto che ama la birra, gli sport in televisione, incontrarsi al bar con gli amici. Al contrario dei figli si esprime con battute corte e spesso tranchant. Condivide coi figli la ricerca dell’anima gemella che possa dargli compagnia dopo i tanti anni di vedovanza. La relazione coi figli non è lineare non essendo propenso ad attestazioni di affetto quando necessarie. Riesce però a essere sempre il grillo parlante colpendo al momento giusto il carattere elitario e testardo di Frasier che spesso sbaglia nei modi di relazionarsi con alcune persone. Martin dalla sua poltrona, giocando col cane/persona Eddie ha il compito di ridimensionare la bolla dei figli e testimoniare che non è proprio vero che “il frutto non cade mai lontano dall’albero”.
Da un uomo medio in cultura, estrazione, lavoro sono nati due figli posh, che bevono vino francese e amano l’Opera. Martin sa essere felice mentre i figli no. Frasier in particolare non riesce neanche a rispondere a questa domanda, ci deve pensare. Il padre, più della poltrona, rompe gli schemi del lusso così cercato dai figli ma che non riesce mai a generare in loro sentimenti appaganti. Frasier sta per rinunciare a Charlotte (Laura Lynney), la donna con la sedicente agenzia matrimoniale che lo ha inizialmente truffato e che si trasferisce a Chicago, potrebbe continuare ad essere non-felice. Aveva scelto di avere un’altra opportunità di vita, trasferirsi a San Francisco per non restare solo, con lo spazio lasciato dalla vecchia poltrona di Martin rimpiazzata dalla sua di design. Il padre si è sposato, ha seguito la sua idea di felicità e l’ha resa reale. Niles ha finalmente conquistato Daphne ed hanno un figlio appena nato. Frasier lascia che sia Tennyson a dare l’addio agli undici anni di vita a Seattle e enunciare la sua nuova filosofia, citando una parte del poema Ulysses : It may be that gulfs will wash us down, It may be we shall touch the Happy Isles…,Tho’ much is taken, much abides; We are not now that strength which in old days, Moved earth and heaven, that which we are, we are; One equal temper of heroic hearts, Made weak by time and fate, but strong in will, To strive, to seek, to find, and not to yield.
“Potrebbe succedere che gli abissi ci inghiottiranno:
Potremmo forse toccare le Isole Felici,
…
.Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se
Noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi
Mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo;
Un’eguale indole di eroici cuori,
Indeboliti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà
Di combattere, cercare, trovare, e di non cedere. »
Potrebbe succedere che invece di trasferirsi per il nuovo lavoro ben pagato a San Francisco voli verso Chicago, dove tutto è iniziato, dove tutti conoscevano il suo nome nel bar di Cheers e dove c’è Charlotte per combattere, cercare, trovare e non cedere.
Potrebbe succedere che Frasier sia avanti ancora oggi.