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Freaks and Geeks, oggi, non sarebbe stata la stessa cosa

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Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Freaks and Geeks.

Il mondo della narrativa di qualsivoglia formato ha sempre dedicato un importante spazio ai racconti di genere teen, qualsivoglia sia l’età del target di riferimento, più o meno affinato. Nel contesto seriale, quello dei teen show è uno scrigno narrativo apparentemente inesauribile, una risorsa sempre verde in termini di pubblico, storie, interpreti, scenari e quant’altro. Nel corso delle decadi, il genere si è evoluto col progredire stesso del mezzo e del ambito sociale in cui ciascun titolo si cala. Uno stacco chiave, netto ed esplicito come pochi, è sicuramente quello avvenuto dalla metà dei primi anni Duemila, con la tormentata bufera narrativa apportata da Skins UK (2007-2012), rivoluzionario nel suo genere e non solo. Gli oscuri adolescenti della serie tv britannica di E4 hanno rappresentato un punto di non ritorno per la rappresentazione dell’universo giovanile. In maniera evidente come non mai, i protagonisti di Skins UK sono brutalmente mortali, comuni adolescenti con esistenze turbolente, annichilenti, esagerate nella maniera più puberale possibile. Ben lontani dagli scintillanti eroi-adolescenti/adulti dei longevi teen drama statunitensi, i giovani di Skins UK sono fatti da giovani e per giovani, raccontandone il disagio e le speranze in un mondo che non sembra dare loro spazio. Lo show britannico si è distinto sin da subito per la chiara lontananza dalla fittizia realtà raccontata dalle americanissime The O.C., Beverly Hills 90210, Gossip Girl, eccetera. Probabilmente, oggi, il mondo dei teen show non sarebbe stato lo stesso senza il controverso avvento di Skins UK. Eppure, all’onda di ringiovanimento del genere hanno contribuito in maniera più o meno sottile altri titoli, che hanno preceduto e preparato la scalata del teen drama di Bryan Elsley e Jamie Brittain. Passato molto più inosservato ai tempi, ma oggi un vero e proprio cult di genere, Freaks and Geeks aveva già colto le necessità di una narrativa adolescenziale all’epoca fuori dal coro.

Cancellata purtroppo dopo soltanto una stagione, quel che resta di Freaks and Geeks è comunque una collezione di diciotto episodi che catturano la tenera essenza di un’età, grazie alla forza degli archetipi narrativi.

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Freaks and Geeks (640×364)

Freaks and Geeks è una teen dramedy creata da Paul Feig per l’emittente statunitense NBC, e andata in onda sul canale soltanto per una stagione a cavallo tra il 1999 e il 2000. La serie tv è ambientata all’inizio degli Anni Ottanta, tra il 1980 e il 1981, nella periferia di Detroit, e segue le vicende di due principali cricche di adolescenti, per l’appunto, i freaks e i geeks, che si intrecciano e confrontano più di quanto si possa immaginare. Lo show gioca costantemente col contrasto che sussiste tra i due universi di giovani emarginati, i solitari fricchettoni e gli esclusi nerd: i primi lontani dalle convenzioni socio-scolastiche per scelta, gli altri per imposizione esterna. La protagonista è Lindsay Weir (Linda Cardellini), studentessa brillante del liceo William McKinley, che decide spontaneamente di iniziare a frequentare la famigerata banda dei freaks, Daniel Desario (James Franco), Nick Andopolis (Jason Segel), Ken Miller (Seth Rogen) e Kim Kelly (Busy Philipps). Di contro, suo fratello minore, Sam Weir (John Francis Daley) non riesce a scollarsi di dosso la scomoda etichetta di geek, assieme agli amici Neal Schweiber (Sam Levine) e Bill Haverchuck (Martin Starr). Gli status, le categorie e i gruppi non fanno che dominare l’ambiente scolastico, riflettendosi sulla realtà accademica, familiare e relazionale dei giovani protagonisti, soprattutto nel caso dei Weir, in cui i due protettivi genitori non vedono l’ora d’esser coinvolti nella vita dei figli. Tra ribellioni, cotte, ingombranti bulli, prime esperienze e compiti in classe, la quotidianità dei freaks e dei geeks è un continuo confronto con la travagliata età vissuta e con le convenzioni sociali in cui non sembrano calzare a pennello. Quel che rende la serie tv irresistibilmente accattivante è la pretesa di realtà, rincorsa con uno stile semplice, con personaggi realistici e maldestramente giovani e un velo di ironia.

Nostalgico, ironico, tenero, Freaks and Geeks è prima di tutto un coming-of-age per tutte le età che racconta le ingiustizie, i drammi e le piccole conquiste quotidiane dell’adolescenza e dei suoi giovani protagonisti.

Il racconto delle disavventure giornaliere dei personaggi si basa molto spesso su archetipi narrativi standardizzati che, oggi ancora più di ieri, sono la forza stessa della storia, giocando di contrasti e categorie tipiche del genere di riferimento. Ciò nonostante, se Freaks and Geeks fosse stato prodotto e mandato in onda ora, le cose sarebbero state sicuramente diverse. Come anticipato, complici i teen drama che si sono susseguiti nel tempo, il genere si è evoluto, a fronte dei mutamenti di formati, pubblici, contesti e creativi. Nella sua essenza, la storia di Freaks and Geeks è un racconto delicato, fatto di pause e tempi lunghi, la serie prende tutto il tempo a disposizione per disvelarsi e narrare i suoi personaggi nel modo più completo possibile. E, infatti, l’unica stagione disponibile si compone di 18 episodi da 45 minuti ciascuno, un tempo così ampio non è concesso nemmeno ai più popolari teen drama dei giorni d’oggi. Con ciò, la serie tv della NBC si avvicina maggiormente al formato dei grandi colossi americani adolescenziali degli Anni Novanta e dei primi Anni Duemila (Dawson’s Creek, One Tree Hill, ecc.), complice il contesto di provenienza. Mentre, la sua storia e il suo stile narrativo, molto più attento a una rappresentazione onesta, raffinata e identificativa, riflette maggiormente la narrativa contemporanea (Skam, Sex Education, Never Have I Ever, ecc.), votata a racconti che possano essere realistici e parlare in maniera accessibile al proprio pubblico, giovane o meno che sia.

Non oscura e spregiudicata come Skins UK: Freaks and Geeks è dolce, sdolcinatamente e confortevolmente adolescenziale, come se appartenesse all’universo narrativo dei film di John Hughes.

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Freaks and Geeks (640×355)

Un punto di incontro tra passato e presente: probabilmente senza neanche rendersene conto, Freaks and Geeks è un anello di congiunzione interessante. Con gli elementi classici che la contraddistinguono e un linguaggio avanti per il suo tempo, oggi la serie tv non sarebbe potuta essere la stessa. Pur con i nobili intenti di narrare le gesta adolescenziali e un’età tanto delicata e importante, sono pochi i titoli a cui oggi sono concessi tempi lunghi quanto quelli a cui Freaks and Geeks si è dedicata. Se fosse andata in onda ora, la serie tv della NBC sarebbe stata vittima delle contrazioni contemporanee, non potendo esprimere a lunghi respiri la propria storia come già fatto. Nonostante abbia avuto una vita particolarmente breve a fronte della cancellazione, Freaks and Geeks ha comunque potuto giocare tutte le sue armi grazie al formato. Oggi, molti show non possono vantare le medesime possibilità in un contesto spesso troppo votato alle stagioni-pilota da meno di otto episodi. Forse è anche per questo che, nonostante lo sfortunato percorso, oggi Freaks and Geeks è un cult di nicchia a cui non rinunciare: un irresistibile racconto teen dal sapore retro e nostalgico, ma tenerissimo nel modo di raccontare realisticamente l’adolescenza, tra pressioni scolastiche, genitori asfissianti, cricche rigidissime, e la ribellione contro un sistema con cui pare impossibile comunicare. In alcuni casi, le rivoluzioni maggiori avvengono lontane dal trambusto generale.

La silenziosa rivoluzione di Freaks and Geeks