Ah, gli spin-off. I terribili, meravigliosi spin-off. Quante volte ci è capitato di terminare una serie che ci ha appassionato enormemente e sentirci persi? Quante volte abbiamo sperato di poter entrare ancora una volta in quel mondo meraviglioso e quante volte abbiamo gioito quando, incredibilmente, ce ne è stata data la possibilità? Ecco, gli spin-off per certi versi possono essere considerati delle comode coperte di Linus: confortanti e familiari perché derivanti dalla serie madre ma allo stesso tempo innovativi e intriganti. Attenzione: quando funzionano. Purtroppo abbiamo visto più volte che cosa succede quando un prodotto compie un passo falso di troppo: ce la ricordiamo tutti The Carrie Diaries, nata come spin-off di Sex and the City e diventata ben presto la barzelletta dei contenuti televisivi del periodo. Fortunatamente, ogni tanto ci vengono regalati degli spin-off così fatti bene da finire per essere paragonati alla serie originale: basti pensare a Better Call Saul, costola meravigliosa quanto la sua parente più stretta, Breaking Bad.
Se parliamo di Friends, però, è tutta un’altra storia. Ancora peggio considerando il fatto che di spin-off ce n’è già stato uno e, come sappiamo, si è rivelato un mezzo disastro. Perciò ci siamo chiesti: ad oggi, saremmo pronti ad un secondo spin-off della sitcom per antonomasia? Cerchiamo di capirlo.
Le parole chiave quando si parla di spin-off sono originalità, passione, coerenza e capacità di immedesimazione. Per capirci meglio: non è possibile fare uno spin-off riguardante un personaggio di cui non si è mai sentito parlare, con una trama inverosimile e che provoca solo una sensazione di straniamento. In questo senso Joey poteva avere, almeno all’apparenza, tutte le carte in tavola per dare vita ad una nuova interessante parentesi nell’universo di Friends: Joey era uno dei personaggi più amati (e anche forse uno di quelli che, al termine della storia, sembrava avere alle spalle l’arco narrativo meno sviluppato). Inoltre non si può negare che Matt LeBlanc avesse tutte le capacità necessarie per riuscire sullo schermo, vista la sua potenza recitativa e i tempi comici che lo caratterizzavano. Allora, perché non ha funzionato?
Le ragioni dietro il bosso livello di ascolti e la successiva cancellazione sono molteplici. Prima di tutto, Joey portava già alle spalle (ancora prima che andasse in onda il primo episodio) il peso della fama ottenuta da Friends: è difficile creare un spin-off che conquisti gli spettatori quando è inevitabile il costante confronto con la serie da cui prende ispirazione. Se è vero che da una parte Joey poteva contare su un pubblico affezionato e fidelizzato, dall’altra aveva poco spazio di manovra e nessuna possibilità (o quasi) di fare errori. Va anche sottolineato che Friends si era conclusa da qualche mese dopo dieci stagioni, e se gli sceneggiatori volevano creare un senso di continuità con la serie madre temo non si siano resi conto, sul momento, di quanto ancora fosse presente nella cultura americana la passione sfrenata per la sitcom. Per certi versi, il livello generale del prodotto era “semplicemente” più basso.
Oggi cambierebbe qualcosa? Non si può saperlo con certezza, purtroppo. Friends rimane tra le sitcom più famose della storia delle televisione ed è uno di quei prodotti ad avere impregnato di più la cultura americana (e non solo). Fortunatamente, però, non siamo più negli anni ’90, e la comparsa nel corso degli anni di prodotti seriali di diverso genere e di alto livello ha sicuramente fatto in modo che Friends riuscisse ad essere, se non accantonata, almeno spogliata di quella patina di perfezione che poteva avere trent’anni fa.
Il materiale per uno spin-off ci sarebbe: potrebbe concentrasi sulle vite dei protagonisti ai giorni nostri, dandoci la possibilità di vedere che cosa è accaduto loro dopo averli salutati l’ultima volta. Potrebbe essere concentrato su un personaggio nello specifico (come Phoebe) o addirittura riguardare un nuovo gruppo di amici, una sorta di passaggio del testimone. Essendo girato nel contesto televisivo attuale, potrebbe trattarsi di un prodotto molto diverso: un cast etnicamente diversificato, per dirne una, e un’attenzione maggiore ai temi caldi del momento. In positivo ci sarebbe maggiore spazio, possibilità (e forse anche volontà) per dare vita ad una narrazione innovativa: questo perché l’uomo evolve continuamente e con lui ciò che crea. E il cinema non è forse il riflesso della nostra società?
Sappiamo quindi che si potrebbe fare, ma non è affatto detto che lo si voglia. Il fallimento di Joey ha sicuramente messo un punto, almeno sul momento, alla voglia di riprendere in mano il materiale in questione. E poi, diciamocela tutta: noi saremmo davvero pronti? Perché il punto è proprio questo: una serie televisiva, per quanto possa essere fatta bene, è ben poco senza il suo pubblico. Come la famosa storia dell’albero che cade nel bosco vuoto e non viene sentito da nessuno, Friends non sarebbe Friends senza l’amore dei suoi spettatori. Che forse non sono disposti a riaprire un capitolo che, sebbene sia stato meraviglioso, si è chiuso più di quindici anni fa. Forse Friends, come gli spiriti nelle case infestate, va lasciata in pace. La si può (e la si deve) tirare fuori ogni qualvolta abbiamo voglia di fare un salto nel passato e farci due risate grazie al sarcasmo di Chandler. O innamorarci di nuovo insieme a Ross e Rachel. Potrebbe essere destinata a rimanere in qualche modo bloccata nel suo tempo e in tutta la sua gloria. E forse, e dico forse, a noi per certi versi va bene così.
In fondo come si dice? Non svegliare il can che dorme…