Si scrive Rachel Green, si legge anni Novanta. Non c’è con tutta probabilità una serie che, più di Friends, riesca a rappresentare al meglio l’immaginario collettivo di quell’ultimo decennio dello scorso secolo, contrassegnato da tinte forti e contrastanti, specialmente in America. Restringendo ancora più il campo, non c’è personaggio all’interno di Friends che, più di quello interpretato da Jennifer Aniston, sia capace di simboleggiare in maniera più nitida tutte le diverse sfumature che contrassegnano gli anni Novanta, incarnandole e diventandone un modello.
Rachel Green è, senza ombra di dubbio, uno dei personaggi mediaticamente più potenti dell’intero mondo delle serie tv. Non esageriamo se arriviamo a considerare la protagonista di Friends come la vera, grande, icona di un intero decennio, perché in se racchiude l’essenza stessa degli anni Novanta, di quel periodo che l’ha plasmata e che ha contribuito a plasmare. Per molti, i ’90 hanno il volto sbarazzino di Jennifer Aniston, lo avevano al tempo in cui li hanno vissuti e lo mantengono tutt’ora. Questa è sicuramente una delle più grandi eredità di Friends: l’essere riuscita a creare una sintesi perfettamente iconica del proprio tempo, alla cui realizzazione e affermazione concorrono diversi punti, che spaziano da considerazioni di carattere più superficiale ad altre maggiormente radicate e approfondite.
Rachel Green è il volto degli anni Novanta
Quell’entusiasmo, quella leggerezza solo apparente, perfino quella frivolezza che il personaggio di Jennifer Aniston sprizza da ogni poro, soprattutto nelle prime stagioni di Friends, sono il vero volto degli anni Novanta nella loro rappresentazione seriale. Come gran parte delle comedy, specialmente quelle così lunghe con dei protagonisti giovani, il capolavoro firmato Marta Kauffman e David Carne mette in scena dei personaggi che, ognuno a suo modo, compiono tutti quanti una profonda e netta maturazione, vivendo il passaggio dalla giovinezza all’età adulta. Tra tutti, però Rachel è forse quella che matura di più, sotto diversi punti di vista. All’inizio del racconto, il personaggio di Jennifer Aniston appare incerto, sia sotto l’aspetto pratico che da quello emotivo: un concentrato di frivolezza che però cela molto di più sotto pelle. Col passare delle stagioni, infatti, Rachel impara a cavarsela da sola, superando tutti gli agi di un’infanzia comoda, messi a dura prova alla vita in solitaria da adulta, e il suo personaggio riesce a crescere sia dal punto di vista personale che relazione, sviluppando un carisma e un’autosufficienza decisamente importanti.
Questo percorso di crescita che vediamo complire da Rachel in Friends ricalca un po’ quella che è stata la storia degli anni Novanta in America. Questo è stato un decennio, per tutti ma in particolar modo per gli USA, particolarmente importante e, soprattutto a posteriori, per certi versi idealizzato. Un decennio che si apre col crollo del comunismo e la fine ufficiale della Guerra Fredda, una promessa di una rinnovata pace, un nuovo inizio che ispira un vento di fiducia, ma che serve solo a nascondere crepe destinate a emergere con furia. Gli anni Novanta sono passati alla storia come una sorta di ultimo decennio felice, ma solo apparentemente, perché questi sono gli anni in cui cominciano a definirsi le problematiche destinate, di lì a poco, a deflagrare, dalla recessione economica fino ai conflitti in giro per il mondo, specie nella polveriera rappresentata dal Medio Oriente. Il nuovo secolo segnerà, infatti, in particolare con l’11 settembre, una sorta di macabro risveglio e la lettura che ne esce fuori è quella che vede i ’90 come una sorta di tarda giovinezza, prima che il mondo cambiasse per sempre, catapultando gli americani nel pieno dell’età adulta.
Negli anni Novanta i problemi si possono archiviare, bisognerà farci i conti nel Duemila, così come in giovinezza le questioni si possono tranquillamente rimandare a quando si sarà definitivamente adulti. Questo spirito che anima il decennio si rintraccia alla perfezione nel personaggio di Rachel Green: la sua apparente frivolezza, l’entusiasmo e la leggerezza del suo atteggiamento sono in realtà solo una facciata esterna necessaria a celare la paura del futuro e l’ansia di non riuscire ad affrontare le prove dell’età adulta. Tutto il percorso di Rachel all’interno di Friends è una presa di coscienza, una transizione verso l’età adulta, un viaggio affrontato col sorriso per nascondere il terrore. Allo stesso modo sono stati vissuti gli anni Novanta, specialmente in America, con la volontà di sfruttare al massimo quel periodo di apparente felicità, prima che l’età adulta giungesse a presentare il proprio conto.
Un modello femminista
La storia di Rachel Green non è solo quella di una crescita emotiva e professionale, ma è anche la netta presa di consapevolezza e il cammino verso una forte emancipazione femminile. Il personaggio di Jennifer Aniston in Friends si presenta, ai nastri di partenza della serie, come la classica reginetta del liceo, frivola e capricciosa, più bella che intelligente. Un carattere fortemente stereotipato nella narrazione anni Ottanta e Novanta, che la serie di Kauffman e Carne decostruisce alla perfezione. L’evoluzione di Rachel Green passa anche per la sua emancipazione di genere e sessuale, intesa quest’ultima più sotto il punto di vista sentimentale che fisico, d’altronde siamo pur sempre nella televisione degli anni Novanta. Ad ogni modo, Rachel sviluppa una capacità di relazionarsi all’altro sesso molto profondo, tenendo testa agli uomini e mostrando tutta la sua forza e definisce il suo essere donna sia in ambito sentimentale che professionale, facendo carriera nel mondo del lavoro: queste due componenti hanno spianato la strada alla sua affermazione come modello femminista.
Unanimante Rachel Green viene considerata, infatti, un modello di indipendenza femminile e anche questo suo tratto rientra perfettamente nel clima anni Novanta, che in questo ambito è stato segnato dalla cosiddetta terza ondata femminista, una rivisitazione, molto in voga soprattutto negli Stati Uniti, del movimento originario, ma imperniato maggiormente su temi come la diversità e l’individualismo. Due valori incarnati alla perfezione da Rachel Green, la cui unicità passa per la sua affermazione come donna.
Sotto questo aspetto, dunque, il personaggio di Jennifer Aniston è senza dubbio una grandissima testimonianza di idee e tendenze ferventi negli anni Novanta, ma allo stesso tempo si configura come un potente mezzo per diffondere tali idee e tendenze. Rachel Green non solo viene influenzata da questi movimenti sociali e ideologici, ma diventa lei stessa modello per la loro diffusione. Senza esagerare, possiamo tranquillamente affermare che l’emancipazione femminile dagli anni Novanta è passata anche da Rachel Green, iconica in una maniera decisamente molto profonda di questo complesso decennio.
L’iconica Rachel Green
Finora abbiamo affrontato considerazioni un po’ più profonde, legate a degli elementi meno superficiali di Rachel Green e soprattutto connesse ad aspetti complessi della società americana degli anni Novanta. Tuttavia, non bisogna esagerare nell’arrovellarsi e perdere di vista l’immediatezza, che nel caso specifico consiste nel non sottovalutare l’impatto che Rachel Green ha avuto anche semplicemente come icona di stile. Il successo del personaggio non si riconduce solo a questioni più ampie e profonde, come la sua maturazione e le tendenze sociali che cela, ma anche, più banalmente, al fatto di essere semplicemente Rachel Green.
Il personaggio di Jennifer Aniston in Friends ha influito tantissimo sui costumi del tempo, condensando a pieno le tendenze di stile e moda negli anni Novanta e finendo, anche in questo caso, per orientarle. Oggi, lo stile anni Novanta deve molto ai look di Rachel Green, agli outfit iconici sfoggiati nelle puntate di Friends. Già all’epoca della messa in onda della serie si era creata una forte tendenza a emulare lo stile di Rachel e col tempo questa consolidata, contribuendo a consacrare la grande icona che è il personaggio di Jennifer Aniston.
Si scrive Rachel Green, si legge anni Novanta, dicevamo in apertura. Il successo mediatico di questo personaggio, come abbiamo visto, è da ricondurre a una serie di fattori e si è costruito nel tempo tramite un rapporto di interscambio. C’è tanto degli anni Novanta in Rachel quanto c’è di Rachel negli anni Novanta, perché il personaggio di Jennifer Aniston non si è limitato ad assorbire i tratti del decennio che hai ha dato vita, ma ha poi contribuito a definirli. D’altronde, proprio così si diventa l’icona di un intero periodo storico: entrando in profonda simbiosi con quella finestra temporale, tanto da non riuscire più a distinguere da chi parte l’influenza.