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Se è stata cancellata Fringe, può essere cancellata qualsiasi cosa

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Fringe è forse una delle serie tv più sottovalutate del panorama televisivo, nonostante abbia fatto letteralmente impazzire moltissimi spettatori negli anni a cavallo tra il 2008 e il 2013. D’altronde, quando una serie presenta la firma di J. J. Abrams non possiamo che aspettarci grandi sorprese e una trama a dir poco imprevedibile.

E possiamo dire senza ombra di dubbio che in questo caso il buon Abrams, insieme ad Alex Kurtzman e Roberto Orcisi, sia davvero scatenato. Al cento della narrazione, infatti, c’è l’inimitabile Fringe Division, ossia una speciale divisione dell’FBI di Boston che ha il difficile e singolare compito di indagare in merito agli episodi collegati alla cosiddetta scienza di confine, travalicando quindi i consueti confini della scienza canonica.

La forza di questa serie tv è facilmente individuabile in molteplici fattori. Questa risiede non solo nell’originalità intrinseca degli episodi, ma anche e soprattutto nella geniale caratterizzazione dei personaggi. Come dimenticare, infatti, il mitico Walter Bishop (interpertato da un incredibile John Noble) e il suo essere costantemente in bilico tra il genio e i comportamenti tipicamente infantili, o la determinata e inarrestabile Olivia Dunham, tanto per citarrne due.

Ricapitolando, Fringe è una serie tv qualitativamente invidiabile che ha riscosso un notevole interesse da parte del pubblico e che continua a far parlare di sè anche a distanza di anni.

Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, come mai una serie tv come Fringe sia stata improvvisamente cancellata.

Fringe
Fringe

Per comprendere le motivazioni alla base della cancellazione è bene focalizzarsi ancora un po’ su quella che è la trama di Fringe. Si fa presto a parlare di “scienza di confine“, tuttavia comprendere gli intrecci di spazio-tempo che costituiscono l’essenza di Fringe non è altrettanto facile (ma non preoccupatevi, se vi siete persi anche voi nell’intreccio fantascientifico della serie, questo articolo vi chiarificherà non poco le idee). Mentre le prime stagioni, infatti, avevano come oggetto principale della narrazione un caso autoconclusivo per ogni episodio (pur presentando un filo conduttore comune basato sui due universi paralleli scombussolati dalle azioni di Walter), l’ultima stagione si caratterizza per una diversa struttura, totalmemente incentrata sulle vicende che riguardano la lotta contro il dominio quasi incontrastato degli Osservatori. Un cambiamento sicuramente necessario ai fini della narrrazione, ma che non molti hanno particolarmente apprezzato.

Tra universi in collisione, strani mostri, attrezzature scientifiche super tecnologiche e futuristiche, non si fa fatica a capire che il budget richiesto per la messa in scena di una serie tv di questo calibro non è affatto leggero. Senza soldi non si va da nessuna parte, ed evidentemente i costi di produzione di Fringe pesavano un po’ troppo sulle tasche della FOX, che ha quindi deciso di mettere alla prova la serie tv con protagonista Walter Bishop e la sua squadra cambiando il giorno di messa in onda degli episodi .

Non importava quanto gli spettatori amassero Olivia, Peter e la loro allegra brigata di Fringe a cavallo tra gli universi e le linee temporali, bisognava capire se questo amore fosse in grado di sconfiggere la maledizione del Venerdì sera.

Fringe

Il numero degli spettatori, infatti, iniziò a subire un lieve declino già dalla terza stagione, quando le dinamiche della serie subirono alcune variazioni, focalizzandosi principalmente sul dualismo tra gli universi opposti (a cui erano associate anche sigle diverse). Già nel corso della terza stagione, infatti, i fan di Fringe iniziarono a temere la cancellazione della serie per un motivo ben preciso.

A partire dalla terza stagione, la FOX decise di mandare in onda Fringe il venerdì sera, che non a caso in America prende il nome di “Friday Night death slot“, ossia lo spazio televisivo dedicato alle serie tv prossime alla cancellazione (perché seguito da pochissimi spettatori). Nonostante ciò la serie riuscì a resistere per un’altra stagione.

A proposito della quarta stagione, gli ascolti continuarono a subire un vistoso calo, e gli intermezzi pubblicitari erano sempre più radi e meno richiesti. Sintomo che Fringe stava perdendo importanza, catturando sempre meno attenzione e meno introiti (pur continuando a richiedere un budget considerevole per la produzione).

In questo caso si può dire che sia stata più una sorpresa il rinnovo della serie per una quarta e una quinta stagione piuttosto che la prematura cancellazione della stessa.

Peter Bishop – Fringe

Sicuramente ciò che ha determinato il successo e il prosieguo della serie è stata una fan base molto appassionata, che per molto tempo ha inibito la FOX dal cancellare la serie ancor prima della quinta stagione. Certo, vedere una serie con questo potenziale e con una trama così accattivante venir cancellata prima del tempo è sempre un colpo al cuore, ma il rovescio della medaglia è che non possiamo affatto lamentarci del finale della serie.

Se pensiamo a serie tv come Sense8, noi fan di Fringe possiamo ritenerci piuttosto fortunati. Perlomeno la serie di J.J. Abrams ci ha regalato un finale degno di essere chiamato tale e anche piuttosto commovente. Un elemento da non sottovalutare considerando che la trama di Fringe è come un gomito di lana, che episodio dopo episodio diviene sempre più intricato. È facile perdersi tra gli universi e le linee temporali già solo da semplici spettatori, pensate un po’ da autori costretti a chiudere bracca prima del tempo.

In ogni caso, se proprio avete nostalgia di Walter e della sua allegra compagnia, in questo articolo abbiamo provato a immaginare come sarebbero stati i primi tre episodi successivi all’ultimo episodio di Fringe (potete leggere il primo episodio qui).

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