*Attenzione, l’articolo contiene spoiler sulle cinque stagioni di Fringe *
Popoli Primitivi; muta-forme; paradossi; persone chiamate con il nome dei mesi dell’anno; universi paralleli; strane combinazioni alimentari, mucche, ambra e tante altre stranezze. Ebbene, se Fringe ha messo a dura prova le vostre capacità cognitive e tra un’improbabile creatura e l’altra vi siete persi lungo la storia, cerchiamo di riordinare il caos che una delle creazioni più sublimi di J. J. Abrams & co ha lasciato nelle nostre piccole menti limitate, come direbbe Walter Bishop. Sfornare cult fantascientifici è una missione e Abrams non smette mai di giocare con i nostri neuroni. Lo ha fatto con Lost (2004 – 2010), qui trovate la versione Lost for Dummies, e ci ha riprovato con Fringe (2008 – 2013) – ecco altre serie tv sci-fi che dovreste assolutamente vedere se amate il genere – perciò tenere il passo con tutte le assurdità sci-fi che estrae dal suo cilindro diventa sempre più complicato. Se siete qui probabilmente è perché avete visto Fringe e l’avete amata, eppure c’è qualcosa che non siete riusciti ad afferrare, distratti – come siamo tutti – dal marasma di materiale seriale che ogni giorno viene a disturbare i nostri impegni (o viceversa). L’universo narrativo di Fringe è sconfinato, è ricco di riferimenti scientifici, spunti filosofici complessi e ha addirittura una sua mitologia. Chiarire tutto in un solo articolo è impossibile, ma proviamo a fare un po’ più di chiarezza sugli elementi chiave della storia. Se siete già a un livello avanzato, oppure se fate uso del Cortexiphan, questo articolo può esservi comunque utile per un ripassino veloce prima dell’ennesimo rewatch.
Fringe: scienza di confine
Iniziamo dalle basi. La parola “fringe” in inglese ha diversi significati, come ad esempio “frangetta”. Ma il nome della serie tv ideata da J. J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci non allude certo al taglio di capelli che Olivia Dunham (quell’altra) sfoggia in uno degli universi paralleli. Il nome della serie deriva da “Fringe Science” cioè “Scienza di Confine”: quell’enorme calderone di teorie e ricerche scientifiche ancora non confermate che si collocano ai confini della corrente principale delle discipline accademiche riconosciute. Il termine va a classificare qualsiasi ricerca all’interno di un campo di studio lontano dalle teorie accettate dalla corrente principale e tra gli esempi più noti troviamo il concetto di Multiverso (e dunque l’esistenza di molteplici universi paralleli), la fusione fredda, gli organismi geneticamente modificati, gli studi per il ritardo del processo di invecchiamento; ma anche i fenomeni paranormali come il controllo della mente, il teletrasporto, la proiezione astrale, l’invisibilità, la mutazione genetica e la resurrezione. Insomma, per farla breve, tutto ciò con cui gioca Walter. Perciò siamo tutti giustificati se non abbiamo capito un tubero di quello che il personaggio di John Noble ha blaterato nel corso delle cinque meravigliose stagioni di Fringe. Infatti, come direbbe Peter nell’episodio 01×14: «quando succede qualcosa di cui nessuno sa niente e che non ha alcun senso, vengono sempre da noi.»
Il “nostro” universo, quello con l’Olivia senza frangetta
Un modo per restare ancorati alla realtà (un termine privo di un senso univoco in Fringe!) è quello di scegliere sin da subito da quale parte stare, o meglio, quale universo consideriamo il nostro mondo di appartenenza. Per praticità sceglieremo il primo universo che incontriamo nella 01×01, cioè quello abitato da Olivia Dunham bionda e introversa; quello dove il professore Walter Bishop è dolce, simpatico e smemorato ed è rimasto chiuso al Saint Claire per 17 anni; quello dove la Statua della Libertà è come l’abbiamo sempre vista, verdognola, e il mondo è abitato dal Peter Bishop che fa da balia a suo padre. Oltre al nostro universo – secondo le varie teorie ancora non confermate sugli universi paralleli – ne esisterebbero di infiniti, ma Fringe ce ne mostra solo due. Perché il “nostro” universo a un certo punto si sia scontrato con un universo “alternativo” è di fatto il nocciolo della trama della serie creata da Abrams. Il lavoro di sceneggiatura per evitare che lo spettatore venisse confuso dalle due realtà è stato certosino. L’executive producer J. H. Wyman ha dichiarato che durante la fase di elaborazione delle idee era solito utilizzare suo padre come cavia, per vedere se queste soluzioni risultavano comprensibili: se lui le trovava confuse, rielaboravano la sceneggiatura.
L’universo “alternativo”, quello con l’Olivia con la frangetta
L’universo “alternativo” di Fringe è quel mondo abitato da Olivia Dunham in versione solare, sicura di sé e con la frangetta: “Fauxlivia”, per intenderci. In questo mondo la Statua della Libertà mantiene ancora il suo colore bronzeo, in cielo volano i dirigibili e Walter Bishop non è solo un machiavellico scienziato di dubbia moralità, ma è anche il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Nessuno ha creato questa realtà “alternativa”: è sempre esistita, proprio come è sempre esistita la “nostra”. Il motivo per cui esistono gli universi paralleli non è qualcosa che la serie tv si propone di spiegare, ci basta sapere che in Fringe il Multiverso è realtà. Questo universo “alternativo” rispecchia il “nostro”, ma presenta numerose idiosincrasie storiche. Oltre alle differenze che abbiamo già nominato, un elemento significativo sono gli effetti del 9/11, l’attentato delle Torri Gemelle che è avvenuto solo dalla “nostra” parte. Oltre agli interessantissimi risvolti scientifici, l’essenza di Fringe ci cattura anche per la profonda impalcatura filosofica che l’attraversa e che insiste sull‘importanza di ogni scelta personale. Ognuna, infatti, ci definisce come individui e ogni decisione può cambiare significativamente il corso della nostra vita e, di conseguenza, quella dei nostri conoscenti. Per questo nell’altro universo ogni personaggio appare diverso “dall’originale” (e questo non solo per aiutarci a capire la storia) perché ogni vita è stata segnata da scelte differenti che hanno determinato un corso “alternativo” degli eventi, seppur lieve. E tra le tante cause, una porta proprio il nome di Walter Bishop.
La Divisione Fringe nel “nostro” universo
Nei due universi paralleli esistono due versioni molto diverse della Divisione Fringe. Nel “nostro” universo la Divisione (non è chiaro se il nome sia ufficiale oppure un appellativo interno) fa parte di una task force che opera sotto l’egida del Department of Homeland Security e ha sede al Boston Federal Building. L’unità è composta da agenti dell’FBI, è guidata dal colonnello Phillip Broyles e tra gli agenti speciali ci sono Olivia e Charlie Francis. Si tratta di una piccola unità che ha il compito di indagare su un numero sempre crescente di crimini inspiegabili, tutti legati a dei bizzarri fenomeni scientifici riconducibili al grande calderone della fringe science, che vengono classificati come Lo Schema (The Pattern). Nel “nostro” universo conosceremo anche la Divisione Fringe del futuro controllato dagli Osservatori: è guidata dallo stesso Broyles, ma ha il compito di sorvegliare “i primitivi”. Nel corso degli episodi scopriremo che l’unità è legata a Walter e al suo passato da “nuovo Einstein”. Negli anni ’70, infatti, il Dr. Bishop era uno stimato e brillante scienziato coinvolto in diversi progetti sperimentali del governo degli USA, che gli ha fornito carta bianca per condurre i suoi studi di ricerca (eticamente discutibili) finché non ha provocato un drammatico incidente di laboratorio. Il suo amico e fedele compagno di ricerche era il dottor William Bell e uno dei progetti a cui lavoravano portava il nome di Kelvin Genetics, di cui sentiremo parlare spesso nel corso della serie. Il loro laboratorio era collocato nel seminterrato dell’Università di Harvard – dove Walter aveva una cattedra – ed è lo stesso che userà la Divisione Fringe dopo aver reintegrato lo scienziato nell’epoca che considereremo “attuale”, cioè quella del pilot, il 2008.
Nell’incidente del 1991 una delle assistenti di Walter, Carla Warren, restò uccisa a causa di un incendio provocato da un esperimento troppo azzardato. Walter però non venne accusato di omicidio, ma fu dichiarato mentalmente instabile e rimase al Saint Claire fino a quando Olivia decise di rivolgersi a lui per far luce sul disastro del volo 627 a cui stava indagando (quello che inaugura la narrazione). In 17 anni nessuno si interessò mai a lui, neppure suo figlio Peter. Al contrario, il successo del suo amico William Bell crebbe a dismisura tanto da farlo diventare uno degli uomini più ricchi del mondo e fondare la Massive Dynamic. Nata nel 1992 come BELLMEDICS – insieme a Nina Sharp come direttore operativo – l’azienda si è evoluta collaborando con il governo per lo sviluppo di strumenti chirurgici per uso militare. Nel 1999 l’azienda acquisì il nome attuale di Massive Dynamic e alla morte di Bell nel “nostro” mondo, la proprietà della compagnia venne lasciata in eredità a Walter Bishop (in una delle linee temporali).
La Divisione Fringe nell’universo alternativo
Una delle differenze più significative nella narrazione degli eventi è proprio la conformazione delle due Divisioni Fringe che sono una la conseguenza dell’altra. Mentre nel “nostro” universo la divisione è stata creata come una piccola unità per risolvere quei casi inspiegabili classificati come Lo Schema (tra cui le incursioni dell’altro universo), nell’altro mondo la Divisione Fringe è un ramo speciale molto importante del Dipartimento della Difesa che opera per contrastare i disastri naturali e ambientali iniziati nel 1985 con il cosiddetto Evento Zero a Reiden Lake. Si tratta di buchi nel tessuto dell’universo che stanno causando il deterioramento del loro mondo e che i nostri corrispettivi cercano di contenere usando le quarantene color ambra. L’universo alternativo quindi non è in guerra con il “nostro”: sta cercando semplicemente di proteggersi dallo sconquassamento che abbiamo causato proprio noi; o meglio, che il “nostro” Walter Bishop ha causato.
Le singolarità nell’universo parallelo e Reiden Lake
Il fitto intrigo di cause ed effetti verrà sbrogliato nel corso della serie, ma forse solo nell’ultimo capitolo riusciremo a percepire il quadro complessivo dell’intera vicenda. Una delle certezze è il lago Reiden di New York. Ci viene detto sin da subito che questo è il fulcro geografico da dove si diramano i casi che formano Lo Schema, molti dei quali sono orchestrati da una rete internazionale di scienziati nota con il nome di ZFT guidata da David Robert Jones (un omaggio a David Bowie), il quale scopriremo essere un biochimico ed ex dipendente della Massive Dynamic. Nel corso della prima stagione quindi siamo indotti a credere che ci sia uno scienziato malefico che sta forzando un po’ troppo la mano e sta sguinzagliando in giro per il mondo delle inquietanti creature muta-forma. Jones ci viene presentato come l’antagonista principale, ma in seguito scopriremo che tutte le sue azioni erano finalizzate a riconnettersi con Bell (che nel “nostro” mondo crediamo morto) e per dimostrarsi degno della sua approvazione. Ma se né l’universo alternativo né Jones e la ZFT sono i cattivi, chi è l’antagonista in Fringe? La serie non offre mai una visione così semplicistica della realtà ma, se proprio abbiamo bisogno di un capro espiatorio, le colpe sono da imputare alla bramosia umana, all’istinto di sopravvivenza (vedere gli Osservatori) e alla smania di oltrepassare i limiti che affonda le origini ai miti di Prometeo e di Ulisse, quella che porta l’essere umano a voler sfidare la Natura. Più ingenuamente, potremmo dire che il nemico in Fringe è l’amicizia di due scienziati con un QI più alto del PIL della Lituania che giocano a fare Dio, strafatti di sostanze psicotrope e supportati dal governo degli USA e dai suoi intenti belligeranti. Se vogliamo una spiegazione più romantica, invece, potremmo dire che uno dei motori di eventi più forti in Fringe è l’amore. Primo fra tutti, l’amore per un figlio.
Nel 1985 il figlio del Dr. Bishop, Peter, si ammala in entrambi gli universi paralleli. Non riuscendo a trovare una cura, il “nostro” Walter ipotizza che se suo figlio è malato nel suo universo, deve esserlo anche nell’altro, quello con cui era venuto in contatto durante le sue numerose e bizzarre ricerche. Il “nostro” Walter (contrariamente all’altro) riesce a trovare una cura, ma non riesce a salvare il “suo” Peter. Così, mosso dal dolore, escogita un modo per attraversare i due mondi (attraverso il lago Reiden) per somministrare la cura alla versione alternativa del bambino. Purtroppo, durante il passaggio, la dose viene accidentalmente distrutta e Walter, preso da un gesto impulsivo e disperato, porta con sé il figlio dell’altro Dr. Bishop, quello che viene chiamato “Walternate” (da Walter + alternate). Al ritorno, Walter e il “nuovo” Peter cadono nel lago ghiacciato, ma vengono salvati dall’Osservatore Settembre (ora ci arriviamo!), il quale rammenta a Walter “dell’importanza del ragazzo” (che non è Peter). L’apertura del portale è dunque l’Evento Zero che ha causato le singolarità nell’altro universo, è pericolosamente instabile e sta provocando dei gravi danni a entrambi i mondi. Il Peter che conosciamo noi – quello adulto che fa da balia al padre smemorato e si innamora di Olivia – è dunque quello dell’universo alternativo, in quanto “l’originale” è morto da bambino e “l’alternativo” è cresciuto nel “nostro” mondo dopo essere stato rapito nel 1985 dal “nostro” Walter. Per questo Peter (che non ha un doppio) conserva dei ricordi confusi della sua infanzia, di cui rammenta un solitario e lungo periodo di malattia.
Individuare l’Evento Zero ci aiuta a capire tutti gli eventi che ne derivano, o quasi
Ora che abbiamo individuato l’origine del patatrac, procediamo a sbrogliare l’intreccio analizzando i dettagli più ostici. Come abbiamo detto, tutto quello che succede in Fringe, in un modo o nell’altro, è strettamente connesso con l’apertura del portale avvenuta nel “nostro” mondo nel 1985. Questo momento ci aiuta a orientarci sia quando abbiamo a che fare con le diverse linee temporali, sia quando incontriamo un Osservatore.
Gli Osservatori
La presenza di questi bizzarri figuri anonimi, grigi e privi di emozioni ci ha messo in crisi, ammettiamolo. Gli Osservatori però non sono una causa diretta dell’apertura del portale, ma vagano in giro per il tempo, passateci il termine, da sempre. Infatti la loro presenza è documentata già nel XVIII secolo durante il Massacro di Boston. Spieghiamo meglio. Gli Osservatori sono degli essere umani potenziati dall’uomo stesso. In Norvegia, nel 2167, alcuni scienziati scoprono che sopprimendo l’area delle emozioni e sovrascrivendo il cervello umano è possibile potenziare il pensiero razionale e così hanno creato la prima versione di una nuova razza umana. Per secoli l’umanità ha coltivato questi individui utilizzando il DNA di donatori designati; ma ha anche avvelenato il mondo, stabilito dei regimi, fatto guerre, eliminato la riproduzione sessuale e tante altre brutte cose fino a quando, nel 2609 – non avendo nemmeno più l’intelligenza emotiva necessaria per controllare i loro progressi – gli Osservatori realizzano che per il pianeta non c’è più scampo. Il futuro dell’umanità era compromesso quindi l’unica soluzione per sopravvivere era spostarsi nel passato. Il piano prevedeva di tornare indietro grazie a una macchina del tempo per studiare la storia, colonizzare il passato e quindi stabilire il proprio dominio, che avverrà nell’anno 2015. Se avete bisogno di un capro espiatorio, i nostri parenti futuri sono dunque una buona opzione! Gli Osservatori esistono fuori dal tempo e hanno viaggiato avanti e indietro lungo la linea temporale mossi dalla necessità di sopravvivere al mondo che loro stessi hanno danneggiato nel futuro, un luogo ormai inabitabile. Le capacità degli Osservatori sono dovute a una tecnologia futuristica, cioè a un impianto nella parte posteriore della testa che le amplifica. Chiunque può ricevere l’impianto, basta praticare un’incisione per consentire alla persona che lo riceve di sviluppare capacità simili a quelle dell’Osservatore, come una visione migliorata, il teletrasporto e la precognizione (come succederà a Peter). Nel 2609 una squadra di 12 Osservatori, quelli chiamati come i mesi dell’anno, inizia a viaggiare nel tempo per studiare e osservare l’umanità primitiva – cioè noi che proviamo emozioni – ed ecco che la notte in cui il portale è stato aperto da Walter ci viene di nuovo incontro.
Settembre
L’esemplare con cui ci relazioneremo nel corso della storia è anche quello più interessante: Settembre, l’osservatore che ha generato una concatenazione causa/effetto pericolosissima. Proprio come Walter, anche lui ha alterato il corso degli eventi distraendo Walternate e impedendogli di trovare una cura per Peter. Per tentare di rimediare all’errore involontario gli è stato ordinato di salvare il “nostro” Dr. Bishop e “l’altro” Peter dall’assideramento dopo la caduta nel lago Reiden. Gli Osservatori sono tali perché devono limitarsi a studiare la storia e non possono interagire con essa. Settembre si è intromesso innescando così una concatenazione di eventi che nel futuro avrebbe portato alla distruzione di entrambi gli universi. Ma non è tutto. Durante la spedizione degli Osservatori, la vicinanza agli umani primitivi ha causato in loro uno sviluppo imprevisto di emozioni che li ha portati a compiere nuovi errori. Esattamente quelle emozioni che porteranno Settembre a collaborare con Walter e a recuperare il suo discendente biologico dal futuro per nasconderlo nel passato e salvarlo dalla terminazione. Di nuovo, l’amore batte la ragione. Il bambino empatico dell’episodio 01×15 è suo figlio (passateci di nuovo il termine), il quale pur avendo le stesse capacità degli Osservatori, può provare delle emozioni. Per questo è considerato dagli altri un’anomalia. Settembre e il “nostro” Walter hanno molto in comune e dal loro primo incontro non hanno fatto altro che rimettere le cose al loro posto.
I presunti cattivi di Fringe
Abbiamo detto che in Fringe la distinzione tra buoni e cattivi è sfumata in quanto ogni individuo non fa altro che tentare di sopravvivere e di rimediare agli errori (Spoiler Alert: non è possibile!) Ad ogni modo, proviamo a individuare qualche cattivone.
Walternate
Walternate è il nome che Bell e W. Bishop hanno dato “all’altro” Walter dopo averlo osservato dalla finestrella sull’altro mondo nel 1985. Ricapitolando: il suo doppio gli ha rapito il figlio e ha aperto il portale che ha compromesso l’esistenza del “suo” universo perciò, alla luce di queste considerazioni, se avete il coraggio, chiamatelo pure cattivo. Qualunque sia il verdetto, resta il fatto che lui è uno dei maggiori responsabili dei casi classificati come “Lo Schema”. Il suo obiettivo è quello di distruggere il “nostro” universo per salvare il suo ed è lui che ha innescato gli eventi per assemblare la Macchina (ci arriveremo a breve). Ha inviato “l’altra” Olivia sotto copertura al posto della nostra Olivia, quindi, è responsabile della gravidanza di Fauxlivia e di aver accelerato la stessa gravidanza per ottenere un campione del sangue del bambino, sempre allo scopo di attivare la famosa macchina.
ZFT e David Robert Jones
ZFT (Zerstörung durch Fortschritte der Technologie, in inglese, Destruction through Advancement of Technology) è l’organizzazione terroristica di ricerca e sviluppo scientifica responsabile della maggioranza degli eventi relativi a The Pattern. Il suo manifesto pare essere stato redatto usando la macchina da scrivere di Walter, prima del suo internamento. L’organizzazione è vasta e opera attraverso una rete globale di cellule in parte autonome, in parte collegate a Bell, che la finanzia allo scopo di aprire un portale tra i due mondi. Tra i membri più fedeli, e più fanatici, c’è David Robert Jones, il quale è l’artefice di un nuovo modello di muta-forma.
Muta-forma (Shapeshifters): sono esseri ibridi uomo-macchina creati da Walternate (e quindi anche da William Bell) per passare da un universo all’altro. Il loro sangue contiene alti livelli di mercurio, per questo gli essere umani riescono a individuarli. Sono degli organismi dalla massa informe di carne e assumono le sembianze umane estraendo le caratteristiche di una persona (che spesso viene uccisa). Per trasformarsi si avvalgono di un dispositivo speciale che va posizionato all’interno della bocca.
Osservatori, Corrieri, Assassini e Lealisti: questi rappresentano gli avversari più difficili da sconfiggere, avendo dalla loro parte il progresso tecnologico del futuro. Come abbiamo detto, nel futuro gli umani inizieranno a viaggiare indietro nel tempo per studiare la civiltà primitiva (cioè noi) e colonizzare il nostro tempo. Eppure non sono tutti d’accordo sul da farsi ed esistono diverse fazioni e diversi piani che rendono la comprensione delle vicende estremamente complessa.
William Bell: è uno dei personaggi più enigmatici e controversi della serie. “Belly”, proprio come Walter, ha un’intelligenza acuta e raffinata, ma al contrario del suo collega e amico non ha mai rinunciato alle sue intenzioni divine giocando a fare Dio, anzi sfidandolo, per questo si è trasformato in uno dei principali villain della storia. “Belly” è legato alla maggioranza degli eventi drammatici che purtroppo sono la conseguenza diretta delle sue azioni. I sospetti che sia legato al gruppo terroristico ci vengono confermati in un video-confessione dal Dr. Nicholas Boone, il quale ammette che il fondatore della Massive Dynamic è lo stesso uomo che finanzia la ZFT. Probabilmente Bell ha anche aiutato gli Osservatori a stabilire il loro dominio nel 2015.
Il “nostro” Walter: al centro di tutto, comunque la mettiamo, c’è sempre Walter. Prima del suo periodo all’istituto psichiatrico, il “nostro” Dr. Bishop era un uomo diverso, consumato dall’ambizione e dalla volontà di giocare a fare Dio, proprio come Belly. Eppure, durante la prima stagione è impossibile percepire questa sua natura controversa. Il motivo potrebbe essere un’apparente demenza, dovuta forse all’internato al Saint Claire. In seguito scopriremo invece che la sua memoria vacilla perché dopo l’incidente ha chiesto a William Bell di asportargli dei pezzi di cervello per riuscire a dimenticare il modo di attraversare i due universi e, in generale, per smettere di fare altri danni. Walter Bishop ha condotto molti esperimenti eticamente discutibili nel suo passato e tra questi vi sono anche quelli su Olivia bambina e sul Cortexiphan.
La Macchina/The Vacuum
Nel 2026 il “nostro” Walter creerà una macchina, chiamata Wave Synch Device oppure The Vacuum, allo scopo di unificare i due universi per correggere l’errore che ha commesso nel 1985. Walt ha poi inviato questo dispositivo attraverso un wormhole per nasconderlo nel passato, sfruttando i tessuti degli universi frantumati. Nel periodo “attuale”, quindi tra il 2008 e il 2011, i protagonisti ignorano gli sviluppi futuri, quindi nemmeno Walt sa che è stato lui a costruire la macchina. Questa esiste in entrambi gli universi. In qualche modo Walternate è riuscito ad acquisire tutti i pezzi ed è intenzionato a distruggere il “nostro” universo, servendosi anche di Peter e delle due Olivia. Il dispositivo è uno degli elementi più affascinanti della storia e rappresenta uno dei numerosi paradossi. Si tratta di un paradosso ontologico in quanto il dispositivo non è mai stato né creato né distrutto, ma esiste in un loop temporale. All’inizio siamo indotti a credere che sia appartenuto a un’antica civiltà, chiamata il Primo Popolo. Quando scopriremo che è connessa direttamente a Peter, il quale è l’unico che può azionarla, ci renderemo conto che – di nuovo – c’è lo zampino di Walter.
Perché Peter non è stato eliminato?
Quando Peter ha stabilito il ponte tra i due universi è stata creata una nuova linea temporale. In quella originale, Peter avrebbe dovuto distruggere l’universo alternativo, ma questo non è avvenuto perché Walter ha riprogrammato la macchina nel 2026. In fondo, la stessa esistenza di Peter è un paradosso poiché gli Osservatori sono intervenuti nella sua vita diverse volte e – per correggere questo errore – nella nuova linea temporale Peter ha dovuto morire in entrambi gli universi. Dunque entrando nella Macchina, Peter è stato cancellato dalla linea temporale e ha provocato la nascita di un‘altra linea temporale dove lui non è mai esistito. Eppure dopo aver perso le speranze, riesce comunque a rientrare nella linea temporale: è successo qualcosa di inspiegabile e secondo una teoria basata su un principio unicamente umano, Settembre deduce che Peter esiste solo grazie all’amore dei suoi cari.
Il Piano
Nella quinta stagione scopriremo che Walter ha elaborato anche un piano (The Plan) per sconfiggere gli Osservatori. Il piano è stato registrato su dei nastri che lo scienziato ha sparpagliato nel laboratorio e che ha poi sigillato con l’ambra. Un misterioso scienziato, Donald, ha aiutato Walter nella creazione del piano, ma scopriremo che questo non è altro che Settembre umanizzato. Il bambino misterioso, Michael, è un altro tassello importante perché permetterà a Walter di ricordare la linea temporale originaria, cioè quella nella quale Peter non è mai annegato nel lago nel 1985, ma è stato salvato da Settembre.
Il paradosso di Walter
Nel 2026 Walter è stato imprigionato per aver distrutto l‘universo parallelo: i due mondi erano collegati indissolubilmente, quindi distruggere l’altro ha condannato anche il nostro. Walter comprende che la Macchina che cercava nel passato l’ha costruita lui stesso nel futuro e così nel 2026 ha riprogrammato il dispositivo e l’ha inviato nel 2011 per alterare la coscienza di Peter. Una volta entrato nella Macchina, il figlio sarebbe stato in grado di vedere le ripercussioni della distruzione del mondo alternativo e quindi avrebbe compiuto una scelta diversa. Walter diventa allo stesso tempo sia l’origine di tutti i mali che la loro cura. Inoltre è anche all’origine del mito del Primo Popolo e paradossalmente la Macchina che ha creato esiste anche se non può esistere. L’esistenza stessa di Walter è un paradosso poiché vivrebbero contemporaneamente due versioni di se stesso: quella ai nostri giorni e quella del 2036 che ha portato Michael nel 2167. Prima di essere cancellato nel 2015, Walter ha inviato a Peter un tulipano bianco e ha lasciato un video-spiegazione.
Le diverse linee temporali
Le Alterazioni e i Paradossi sono le sfide più affascinanti per comprendere Fringe. Eppure, se troviamo delle difficoltà lungo il cammino, per comprendere tutte le alterazioni avvenute sulla linea temporale, ci basterà ricordare quanto abbiamo appena detto.
Tenere sempre a mente da che parte stiamo, qual è il nostro mondo di appartenenza e quali sono le motivazioni che animano gli “originali”, gli Osservatori, le versioni “alternative”, William Bell e perfino la ZFN ci aiuterà a non perdere mai il filo logico della storia, che in fondo altro non è che una sublime storia d’amore.