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From 3×10 – La recensione (e la spiegazione) dell’attesissimo finale di stagione

Un'immagine del finale della terza stagione della serie 'From'

Non è stata una stagione semplice, per From. Lo sapevamo, lo avevamo detto e ripetuto in tutte le salse: dopo due stagioni scoppiettanti, in cui gli sceneggiatori si erano conquistati con merito sul campo la possibilità di avere la nostra attenzione, dopo aver già avuto la nostra curiosità, la terza avrebbe rappresentato il giro di boa, il turning point decisivo per capire di che pasta fosse fatta questa serie. E ora che siamo arrivati alla fine di questo attesissimo terzo capitolo, cosa possiamo dire? Poteva andare meglio di così, ma poteva andare decisamente molto peggio. La curva di sviluppo di questa stagione è stata altalenante, ondeggiando tra i picchi delle prime due puntate e i saliscendi di quelle dalla terza all’ottava (col picco negativo raggiunto nella settima, da noi definita la peggior puntata della stagione), prima di risalire prepotentemente in questi ultimi due episodi. Volevamo, pretendevamo legittimamente che qualcosa di importante accadesse, e qualcosa di importante è sicuramente accaduto in queste ultime due puntate, intitolate Revelations: Chapter One e Revelations: Chapter Two, quest’ultima andata in onda su Paramount+ proprio venerdì.

Non sarà facile questa recensione perchè non sarà facile mettere ordine tra le tante rivelazioni (alcune micro, alcune macro) tirate fuori da questi ultimi due episodi che possiamo finalmente analizzare nella loro visione d’insieme, e al contempo tentare di sbrogliare anche le domande che rimangono appese a un filo (alcune scaturite proprio dalle nuove rivelazioni). Proverò però a essere più ordinato possibile. Intanto partendo da un punto: come ho sempre detto durante le recensioni di questa terza stagione, anche in quelle più critiche, la mia impressione è che gli sceneggiatori avessero sempre bene in mente dove andare a parare. From non è sicuramente uno show che sta andando a caso, critica che gli è stata mossa dalla porzione di pubblico che la osserva più approssimativamente, insomma non è un prodotto prettamente a caccia di hype e in cui vengono decisi prosieguo ed epilogo della storia a seconda di come vanno le stagioni e di cosa richiede il pubblico, come purtroppo alcuni show recenti ci hanno (male)abituato. Non fa fanservice, From, ma c’è un quadro chiaro di quella che è la storia che si vuole raccontare: dopo questo finale di terza stagione ne abbiamo avuta riprova, e questa è una notizia entusiasmante. Ciò non toglie che molte cose si potessero raccontare comunque qualche episodio fa, perchè dopo la serie di rivelazioni di questi ultimi episodi la sensazione è che alcuni dei precedenti non fossero affatto propedeutici ad arrivare fin qui, ma che si sia sostanzialmente perso\preso\guadagnato un po’ di tempo.

Ebbene sì: Jade e Tabitha erano in origine una coppia (lo avevamo sospettato e ‘previsto’ nelle scorse recensioni) e viene confermato in questo ultimo episodio che sono destinati, in sostanza, a ritornare in loop a Fromville reincarnandosi ogni volta in persone diverse, con l’obiettivo di salvare i bambini. La scena in cui Jade suona il violino magico che permette ai due personaggi chiave di From di ricordare (“Anghkooey”, ripetuto continuamente dai fantasmi dei bambini sacrificati, significa appunto ‘Ricorda’) è straziante, toccante, commovente. Il modo in cui ci si arriva (tramite una sorta di rivelazione di Jim che sblocca tutto il processo che porterà Jade e Tabitha a ricordare) è un po’ forzato e raffazzonato, a dire il vero, o troppo cervellotico a voler essere generosi. Fatto sta che Jade e Tabitha ricordano: ricordano perchè sono lì e ricordano perchè ogni volta tornano lì.

Ma insomma, cosa è successo esattamente? E come si ri-collega ai mostri?

Appurato quanto scritto sopra, cerchiamo di capire cosa sia successo esattamente. Perchè Jade e Tabitha sono obbligati a fare questo percorso in loop e come tutto questo si collega coi mostri notturni? In un tempo lontano, un’entità propose a un gruppo di persone presenti a Fromville uno scambio: avrebbero ottenuto la vita eterna in cambio del sacrificio dei loro bambini. Tutti accettarono, tranne Jade e Tabitha che rifiutarono di sacrificare la loro prole. Il fatto che non ci sia stata una totale unanimità in questo accordo tra il gruppo di umani e l’entità che governava il posto, ha portato coloro che decisero di sacrificare i bambini a ottenere sì la vita eterna, ma sottoforma di mostri che possono uscire solo di notte. Un’operazione riuscita a metà, quindi, per ‘colpa’ del rifiuto di Jade e Tabitha. I mostri però sono appunto immortali, dato l’accordo di cui sopra: anche qualora venissero uccisi – come nel caso di Boyd con ‘Smiley Creature’ – sarebbero destinati a rinascere; tramite le manipolazioni di Kimono Girl infatti è stata portata a termine la gravidanza di Fatima, altra grande rivelazione di questa puntata: la donna aveva in grembo un mostro, come prevedibile, ma la cosa non prevedibile è che quel mostro fosse proprio il rientrante Smiley Creature, resuscitato servendosi di Fatima e poi restituito agli altri mostri nei sotterranei dalla Kimono Girl.

Quindi in pratica ora abbiamo una certezza: i mostri di Fromville non si possono uccidere definitivamente, o quantomeno non in modi canonici, perchè sono destinati comunque a resuscitare servendosi degli umani presenti in loco in quell’esatto momento storico. E dato l’accordo con l’entità che governa Fromville, ritorneranno in vita già adulti, nella stessa forma in cui erano morti.

Un'immagine di 'Smiley Creature' in From, uno dei personaggi più inquietanti degli ultimi anni televisivi
Credits: MGM+

La matassa principale è sbrogliata con queste – già imponenti – rivelazioni? Macchè. Purtroppo non potremo parlare di tutto nei dettagli, chi ha visto la puntata sa tutto quello che è successo e non è nostro obiettivo fare una cronaca degli eventi: parliamo delle cose più importanti, poichè di carne al fuoco ce n’è troppa. L’altro colpo di scena eccellente di questa puntata riguarda la morte di Jim (un’altra cosa che avevamo ipotizzato potesse accadere nelle scorse recensioni, il percorso del personaggio era il classico percorso da preda sacrificale di fine stagione), ma soprattutto tutto ciò che accade intorno alla morte di Jim. Quando l’uomo sta per morire, infatti, sua figlia Julie prova disperatamente a salvarlo, ad avvertirlo e a dirgli di scappare lontano prima che sia troppo tardi. C’è chi se n’è accorto a una prima visione, ma sicuramente è impossibile non accorgersene a una seconda: la Julie che prova a salvare Jim non è la Julie che conosciamo. Ha un taglio di capelli diverso e qualche altro impercettibile dettaglio fuori posto: Julie è tornata indietro dal futuro per provare a salvare suo padre, di cui aveva già vissuto la morte. Confermato, quindi, ciò che già si era visto nelle scorse puntate: entrando nei sotterranei di Fromville, Julie ha la possibilità di viaggiare nel tempo, limitatamente a Fromville (almeno a quanto ne sappiamo). Attenzione però a una frase di suo fratello Ethan, che le dice che “non può cambiare una storia una volta che è stata raccontata”: così la Julie del futuro sarebbe tornata indietro per provare a salvare suo padre e probabilmente ogni Julie del futuro è destinata a ripetere in loop questa azione, senza possibilità di cambiare la storia.

Jim viene comunque ucciso dall’uomo in giallo, che ha ottime potenzialità di poter essere l’entità (o comunque una delle entità, perchè non sappiamo effettivamente quante siano) che governano Fromville e che hanno stipulato l’accordo iniziale con gli esseri umani, poi divenuti mostri in cambio della vita eterna, esclusi Tabitha e Jade. In una sequenza davvero inquietante e terrificante, con quest’essere alto e imponente che si avvicina a passo lungo e caracollante assumendo le sembianze di un vero e proprio incubo con le gambe (From si conferma maestra in questo) l’uomo uccide Jim, non prima di avergli detto alcune parole chiave:

“Quella canzone che Jade ha suonato, non doveva accadere, LO SAI. La conoscenza ha un costo. Io ho provato ad avvisarti. Tua moglie non avrebbe dovuto scavare quella buca, Jim”.

Ce lo confermano le sue stesse parole: l’uomo in giallo è lo stesso uomo con cui Jim ha parlato in un’importantissima puntata di From (dove avvenne la scena più ‘Lost’ della serie) e aveva provato ad avvisare Jim di quello che sarebbe potuto accadere. Come detto, si tratta quasi sicuramente dell’entità (o di una delle entità) che governano Fromville, ma di più per ora non ci è dato sapere. Sicuramente, però, si sta sbloccando un nuovo livello del gioco: il fatto che Jade e Tabitha abbiano ricordato rappresenta con ogni probabilità un pericolo per le entità malevole che governano la cittadina, di cui l’uomo in giallo si rivelerà senza dubbio uno dei rappresentanti più importanti, se non il più importante in assoluto. Andrebbe capito perchè lo stesso uomo in giallo non attacchi direttamente Jade e Tabitha, ma ci deve essere qualcosa che glielo impedisce.

L’ultima puntata della terza stagione di From ci ha regalato sicuramente una serie di rivelazioni importanti (oltre ad altri momenti di pathos che qui non abbiamo citato per ragioni di spazio, come la storyline legata a Elgin che alla fine viene trafitto da Sara per confessare dove fosse nascosta Fatima) e ha aperto allo stesso tempo una serie infinita di nuove domande. La cosa che possiamo dare per certa è che non avremo una risposta univoca, identica per tutti i personaggi come pensavamo all’inizio: sappiamo che ci sono dei personaggi originari (Jade e Tabitha) che sono lì per una specifica ragione, che non necessariamente si rivelerà collegata alla ragione per cui tutti gli altri sono lì. Bisognerà capire se Jade e Tabitha sono gli unici due personaggi che si reincarnano per tornare in loop a Fromville a un certo punto della loro vita o se ce ne sono altri: probabilmente ce ne sono altri, ma non è tanto prevedibile capire chi possano essere. Bisognerà capire poi perchè Julie ha la possibilità di viaggiare tra le storie, viaggiare nel tempo a Fromville insomma, e come questo possa incidere sulla storia principale. Risolta in buona parte la questione mostri, tanto altro andrà chiarito rispetto alle entità che governano la cittadina, che saranno sicuramente protagoniste nella quarta stagione.

Arrivati alla fine, comunque, il giudizio alla stagione non può che essere positivo: le tirate d’orecchie sacrosante ci sono, perchè molti episodi sono sembrati se non completamente inutili comunque prettamente filler. Perchè è vero che sono stati disseminati indizi qua e là, ma è altrettanto vero che molte cose si potevano condensare in molto meno tempo. From è arrivata a queste ultime due puntate con una voglia matta di dirci le cose e di urlarci a squarciagola che ha le idee chiare sulla storia che ci sta raccontando, e che non dobbiamo preoccuparci: sarà ancor più fantastica di come ce l’eravamo immaginata. Però poteva darci e dirci qualcosa in più nei tanti episodi precedenti che sono sembrati spesso mezzi vuoti, e non mettere tutte queste rivelazioni e sblocchi di trama uno dopo l’altro concentrati tra il finale della penultima e l’intera ultima puntata. Troppa roba in troppo poco tempo, e prima invece poca roba in troppo tempo.

Detto ciò, From si conferma comunque come una delle serie più importanti e interessanti dell’attuale panorama televisivo. Un prodotto curato e studiato nei minimi dettagli, che ha tanto da dire e non si accontenta solo di essere una storia ad alto potenziale di intrattenimento senza chissà quale reale approfondimento. Tutt’altro: From vuole essere l’una e l’altra cosa, e ci sta riuscendo bene. Nella quarta stagione, sicuramente, non assisteremo agli scherzi a cui abbiamo assistito in questa terza: il colpo di scena di Tabitha che usciva da Fromville a fine seconda stagione ci ha tenuti a pensare ed elucubrare un anno intero, ci ha illusi e poi delusi, ma era un colpo di scena a se stante; stavolta c’è una struttura narrativa che si sta delineando, c’è una solidità diversa, ci sono delle spiegazioni effettive. Quando rivedremo From, quindi, la rivedremo con una certezza: stavolta entreremo davvero, tutti insieme, in una nuova dimensione dell’inquietante gioco. Non vediamo l’ora, ma questo lo sapevate già.

Vincenzo Galdieri