Cosa c’è di meglio di una bella serie? Una bella sigla d’apertura.
Ancora prima che il fenomeno delle serie tv scoppiasse, il Giappone ci aveva già pensato con gli anime. L’opening di un anime dà tutto quello che serve per capire cosa andremo a vedere: in essa è racchiusa tutta l’essenza del prodotto, presentando in modo pittoresco parte della storia e dei personaggi. Può dare un assaggio di quello che andremo a vedere, ma può essere un puro esercizio di stile dalle animazioni e dai colori psichedelici. Alcune sono proprio indimenticabili, come quella di Fullmetal Alchemist.
Da grandi anime derivano anche grandi sigle, ma non sempre.
Di solito gli episodi di una serie animata giapponese contengono una sigla di apertura (opening) e una di chiusura (ending), ognuna con un tripudio di immagini, animazioni e pezzi musicali ripresi dal j-pop più classico, nonostante in alcuni anime siano stati inclusi anche pezzi di lirica latina o orchestrale (è risaputo l’amore viscerale che i giapponesi hanno per la musica classica). Ma a quanti è capitato di ritrovarsi a saltare la sigla per iniziare subito l’episodio?
Abbiamo scelto così le migliori 5 sigle degli anime che non è assolutamente possibile saltare.
1) Fullmetal Alchemist Brotherhood: “Again” di Yui
Guardati in fondo al cuore e ammettilo: non l’hai mai saltata. Uno degli anime più famosi di tutti i tempi non può certo aprirsi con una sigla banale. Il pezzo di Yui è la prima delle opening che si alterneranno nei successivi 64 episodi di Fullmetal Alchemist.
La storia dei fratelli Elric viene ripercorsa in brevi scene a partire dal loro tragico inizio, quando decidono di trasmutare la madre, gesto che ha portato loro via tutto. Siamo alla ricerca di quello che abbiamo perso, anche se sappiamo che i nostri errori e i nostri peccati non potranno mai essere dimenticati, recita la canzone. Again restituisce perfettamente il pensiero fisso dei due protagonisti: il senso di colpa di non essere riusciti a proteggersi, di aver sacrificato troppo. Ma c’è ancora tempo per rimediare, anche se dovranno affrontare molti pericoli per riprendersi quello che hanno perso. Questo classico pezzo j-pop si lega benissimo alla sequenza frenetica di immagini.
2) Death Note: “The World” di Nightmare
Qui si va su un classico dell’animazione contemporanea giapponese, ancora più che Fullmetal Alchemist. Quando vai a chiedere quali sono stati i primi anime che ha visto, l’appassionato ti risponderà tre volte su cinque Death Note, che ha visto per la prima volta su Mtv Anime Night.
Light Yagami è uno studente modello, annoiato dal suo stile di vita e disgustato dal mondo in cui vive, che un giorno trova per terra uno strano quaderno nero con la scritta “Death Note”. Dentro trova la seguente scritta che “L’umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà“. Quando lo shinigami Ryuk gli conferma che il quaderno è suo ed è veramente uno strumento di morte, Light decide quindi di usare questo nuovo potere per uccidere tutti i criminali, estirpare il male e diventare il “Dio del nuovo mondo”. Da questo istante inizierà una vera e propria battaglia psicologica con L, un detective di fama mondiale che ha promesso di smascherarlo; la storia dalla solida sceneggiatura si snoda attraverso una serie di colpi di scena, scervellanti riflessioni e tanta suspence. Per una serie così psicologica nessuno si sarebbe mai aspettato un frenetico pezzo rock ad aprirla, con tinte dark che richiamano molto l’essenza della storia, l’eterna lotta tra il bene e il male: il testo già suggerisce quello che si andrà a guardare con un simbolismo profondamente biblico.
3) Tokyo Ghoul: “Unravel” di TK (Ling Tosite Sigure)
Cercandolo su Youtube, è probabilmente uno dei pezzi su cui hanno fatto un numero indefinito di cover. Forse è persino più famoso dell’anime stesso. Una cosa che salta subito all’occhio – in questo caso all’orecchio – è la voce fioca del cantante in apertura all’opening, che si mantiene inalterata per buona parte della canzone fino a esplodere in acuti improvvisi nel ritornello, mentre la chitarra elettrica le fa da contrappunto.
Abbiamo un ragazzo, Kaneki, seduto da solo in mezzo a quello che sembra uno specchio d’acqua su cui si riflette il cielo, mentre due donne (quelle che poi conosceremo come Touka e Rize) se ne stanno ai lati opposti di questo lago. Vengono poi presentati gli altri personaggi della serie, ciascuno mentre passa davanti a un vetro che riflette la sua immagine distorta, con qualcosa di strano: molti di quei personaggi sono dei ghoul, dei mostri che divorano altri esseri umani per sopravvivere. Anche Kaneki è diventato un ghoul per colpa di un incidente e si ritrova catapultato improvvisamente in una realtà che non riconosce più come sua, ai limiti dell’umano e più vicino al bestiale. L’anime gioca costantemente sul tema del doppio e sulla ferocia presente in ogni essere umano.
4) Gangsta: “Renegade” di Stereo Dive Foundation
L’anime è purtroppo un’occasione sprecata per trasformarsi in un’avventura tarantiniana tra gangster e droga, ma lo studio d’animazione Manglobe fallisce ancora prima che potesse offrirle una degna conclusione. Worick Arcangelo e Nicholas Brown, legati da un passato violento, sono due “tuttofare” della città di Ergastulum, che racchiude al suo interno le più famigerate truppe mercenarie e dove l’unica legge da rispettare è quella della strada. Dopo aver salvato la prostituta Alex Benedetto, vedremo i due protagonisti alle prese con gli incarichi affidati loro: eliminare lo spacciatore di turno, contrabbandare strane medicine e altre attività che nessuno farebbe mai.
Violenza, sangue, droga e sesso: tutto questo ci esplode in faccia in un tripudio di colori e pop art dell’opening. Alternando il bianco e il nero dello sfondo, i colori accesi del cielo e degli occhi dei protagonisti catturano il nostro occhio. L’opening ha un carattere talmente forte da quasi oscurare l’intero anime, che purtroppo per la sua brevità è passato molto in secondo piano.
5) Durarara!!: “Uragiri no Yuuyake” di Theatre Brook
Come spiegare “Durarara!!” in poche parole a un amico? Gli fai vedere la sigla, semplice: forse ne saprà meno di prima, ma è impossibile che non ne venga catturato immediatamente.
Tutti i personaggi principali vengono presentati con il nome a fianco della loro figura, mentre una motociclista su una moto nera e con un casco giallo con orecchie da gatto gira per le strade di Ikebukuro, uno dei quartieri più frequentato dai giovani a Tokyo e teatro di una serie di strani eventi: una testa scomparsa, una spada maledetta, bande di teppisti in guerra, russi che vendono sushi, la yakuza e un motociclista senza testa. “Durarara!!” (il cui nome è la traslitterazione giapponese di dullahan, una creatura della mitologia celtica) è anche una serie che parla di amore, ma non nella forma che possiamo pensare. Frenetica e incomprensibile, il pezzo della sigla non sembra possedere lo stesso mordente di quello che viene narrato. Eppure, questa opening è forse la più connotativa della serie.
E voi? Quali sono le vostre sigle preferite? Conoscevate tutti questi anime o solo i più famosi Death Note e Fullmetal Alchemist?