Con l’episodio andato in onda il 25 settembre, la prima parte del revival di Futurama è giunta al termine. Questi dieci nuovi episodi hanno riportato in vita una serie già più volte sepolta che sembra davvero incapace di dare il suo addio definitivo al pubblico, continuando a tornare nonostante cancellazioni e cambi di emittenti. In attesa del rilascio della seconda parte di stagione, vale quindi la pena di provare a stendere un bilancio di quel che questo ulteriore rilancio ha portato con sé, provando ad analizzare insieme il fenomeno dietro a Futurama e come riesca a essere sempre attuale e sul pezzo, seppur con i suoi alti e bassi, dopo tutti questi anni: perché Futurama risulta ancora oggi perfettamente in grado di raccontarci la realtà che ci circonda in tutte le sue sfaccettature, come nessun altro show sa fare.
Attenzione: vi avvisiamo che il seguente articolo potrebbe contenere alcuni lievi spoiler su tutta Futurama, revival compreso. Buona lettura!
Chiamatelo rilancio, chiamatela undicesima stagione (come propone Disney+ nel suo catalogo) oppure ottava (come preferiscono i puristi), poco cambia: l’unica cosa importante da sapere è che, in barba ai più scettici e ai catastrofisti, l’operazione promossa da Hulu per riportare in auge Futurama non è stata pensata solo come un tentativo di ricreare il tanto discusso effetto-nostalgia di cui spesso sentiamo parlare. Questo perché, a differenza di tanti revival ideati solo con l’obiettivo di spremere tutto lo spremibile e ricavare un certo profitto giocando con la passione dei fan, Futurama può contare su una particolare formula che lascia una incredibile libertà creativa ai suoi sceneggiatori e una pressoché infinita malleabilità. La serie animata di Matt Groening, semplicemente, ha funzionato ai tempi e continua oggi a funzionare perché può permettersi di fare davvero di tutto senza per questo dover rinunciare a rimanere se stessa.
Certo, gli anni passano, possono cambiare i riferimenti culturali, possono variare le battute e le tematiche, eppure, statene certi, Futurama continuerà a proporci la sua formula, un concentrato di irriverenza e divertimento, con alcune parentesi più serie (se non addirittura drammatiche) che ironizzano sulle storture della società di cui lo spettatore fa parte e che viene filtrata dalla collocazione temporale degli anni ‘3000, un millennio di robot e tecnologia ma in cui e problemi degli esseri umani (e degli alieni) sono sempre gli stessi.
Se volessimo usare una similitudine, potremmo paragonare Futurama a uno di quegli attori che sappiamo essere in circolazione ormai da molti anni ma che inspiegabilmente sembrano non invecchiare di una virgola, un po’ come Jared Leto che a cinquant’anni suonati sembra ancora un trentenne. Allo stesso modo, Futurama continua a mantenersi al passo con i tempi senza per questo rischiare di sembrare una di quelle serie che per rimanere giovani e piacere a un nuovo pubblico introducono stilemi e dinamiche particolari per adattarsi alle nuove generazioni.
Pur riadattandosi silenziosamente e camaleonticamente a una società radicalmente diversa da quella raccontata dieci anni fa dalla serie, soprattutto a causa della rivoluzione digitale e social, questo revival riesce a mutare senza perdere di vista la propria identità e mantenendo la propria personalità.
Essa ha quindi modo di rinnovarsi e di ampliare i suoi già vasti orizzonti così da regalare episodi originali e con dei topic differenti dai tanti già affrontati in passato pur restando fedele alla propria filosofia e al proprio stile. Non che questi nuovi episodi siano tutti eccezionali: in alcuni casi l’eccessivo tentativo di seguire i trend moderni non ha portato a episodi particolarmente memorabili, ma, d’altra parte, è anche vero che la qualità degli episodi è stata piuttosto alta (se si esclude la puntata Il principe e il prodotto, valutata come una tra le peggiori di sempre). Futurama sa infatti su cosa puntare: da un lato sulle interazioni tra i personaggi, il vero cuore della serie, da un altro su proposte originali e divertenti che vanno a concentrarsi su scenari tipici della nostra realtà per arrivare poi a decostruirli e a darne una rilettura spiritosa, anche se molto spesso più amaramente veritiera di quanto vorremmo ammettere.
Puntate come quella che presenta una parodia di Amazon o quella in cui si parla apertamente di tutte le questioni più controverse legate alla pandemia globale da Covid19, oltre ad allacciarsi a elementi che abbiamo imparato ad associare alla nostra quotidianità e a dipingere fedelmente l’ipocrisia umana e le immancabili contraddizioni del nostro agire, vengono dipinte con un’ironia che non ricade mai in un banale e becero moralismo. Questo perché Futurama non ha mai perso la sua vena satirica piegandosi a un umorismo “disneyano“: Bender continua a essere Bender e Zapp continua a essere Zapp! La stessa puntata Zapp viene cancellato riflette molto sul tema del politically correct e della cancel culture, un argomento senza ombra di dubbio al centro di un dibattito accesso più che mai in questi anni e in cui Futurama si inserisce senza la volontà di voler o dover dare una propria risposta.
Futurama, d’altra parte, non ha mai puntato alla perfezione.
Già in passato non tutte le sue nuove puntate sono riuscite a imporsi grazie a grandi storie profonde e indimenticabili o ad altre tanto spassose da diventare dei piccoli cult. In perfetta linea con quanto capitato nelle scorse stagioni, la serie procede proponendoci puntate piacevoli, scorrevoli e divertenti entro le quali si collocano però anche delle perle di rara bellezza, che ricordiamo con così tanto trasporto proprio per la loro peculiare eccezionalità. Non tutte le puntate delle passate stagioni miravano infatti a picchi emotivi come Cuore di Cane, Il Quadrifoglio o Nel frattempo e lo stesso si può dire del revival che raggiunge il suo apice con la 11×10, Fino in fondo, una puntata capace di coniugare al meglio l’aspetto comico con quello filosofico-esistenziale, regalandoci sul finale quei rari, ma per questo ancor più preziosi, brividi lungo la schiena che ci emozionano tanto.
Insomma, passano le stagioni e gli anni, ma gli sceneggiatori della serie continuano a dimostrare di amare molto Futurama e la sua poetica: un’impronta autoriale ben precisa e definita a differenza di tante serie, magari più longeve ma che con il tempo hanno finito per perdersi. Se questi sono i cardini della serie, allora siamo pronti a rinnovi e rinnovi consci che, in un modo o nell’altro, comunque vada, Futurama non cambierà mai.