L’inverno scorso, mentre cercavo su Prime Video qualcosa da guardare, mi sono accorta che tra i nuovi arrivi c’era una serie tv con Josh Hutcherson. Chiunque abbia visto un film con questo giovane e talentuoso attore sa che non ci si può non innamorare di quel dolce faccino. Ho letto quindi la trama di Future Man e mi ha incuriosito da morire: questa comedy in tre stagioni sembrava uno strano mix tra Ritorno al futuro e Terminator. Il giovane Josh Futturman lavora come inserviente di giorno, mentre di notte è un mago dei videogiochi. A un certo punto i due personaggi principali del suo gioco preferito, Tiger e Wolf, lo reclutano per viaggiare indietro nel tempo e salvare l’umanità.
Future Man poteva essere lo show più geniale che avessi mai visto o una comedy davvero demenziale.
Fin dal pilot mi sono accorta che la serie tv era piuttosto trash, ma che avrebbe potuto riservare anche molte trovate geniali. Ma soprattutto Future Man era uno show genuinamente divertente (scopri qui le dieci serie più esilaranti e sottovalutate). Ho conosciuto Josh Futturman, il personaggio interpretato da Josh Hutcherson, un ragazzo nerd che è totalmente insoddisfatto della sua vita. Si occupa di pulizie in un centro di ricerca per malattie trasmissive e odia a morte il suo lavoro. La sua unica aspirazione è superare il terribile livello 83 di Biotic Wars, un gioco che nessuno è mai riuscito a completare.
Josh riesce sorprendentemente a vincere il gioco e a quel punto accade qualcosa di straordinario: i due personaggi principali escono dal videogame e cercano di reclutare il ragazzo affinché salvi il mondo dal futuro terribile prospettato dal gioco. Il videogame serviva proprio a trovare il salvatore che avesse tutte le carte in regola per poter portare a termine la missione. Tiger e Wolf svelano che nei laboratori dove Josh fa le pulizie verrà creata una cura per tutte le malattie rendendo gli esseri umani perfetti, i cosiddetti biotic. Questa cura verrà poi resa obbligatoria e chiunque si rifiuterà di prenderla verrà eliminato, quindi i due sono tornati indietro per uccidere il dottor Kronish e impedirgli di creare questa trappola.
Josh si ritrova quindi a dover vestire i panni di un supereroe che ha il destino dell’umanità tra le sue mani.
Il ragazzo però non è pronto a questa missione: è insicuro e imbranato e non si sente affatto tagliato per la vita da eroe. Allo stesso tempo però si rende conto che questa è la sua grande occasione per poter mostrare a se stesso di poter essere qualcosa di più di un ordinario inserviente. Inizia quindi al fianco dei due combattenti un’avventura assurda e rocambolesca tra viaggi temporali, combattimenti e supervillain. I tre protagonisti cercano di salvare la Terra, ma finiscono solo per incasinare le linee temporali alternative e per creare paradossi.
Future Man è una delle tante comedy che, seguendo il filone di The Big Bang Theory (leggi qui 30 disagi che solo un vero fan può capire), ha voluto omaggiare la cultura nerd. Prima di tutto la trama, come abbiamo detto, strizza l’occhio a due film cult degli anni ’80, Terminator e Ritorno al Futuro. Inoltre nella terza stagione i tre eroi devono combattere per sopravvivere in un torneo televisivo dove i concorrenti devono affrontare molte prove mortali in un’arena. Non vi ricorda Hunger Games (dove guarda caso Hutcherson e coprotagonista)?
Tante sono le citazioni e i rimandi a film leggendari come Easy Rider, Top Gun o Il silenzio degli innocenti che abbiamo riconosciuto nella serie.
La comedy è irriverente e piena di scene assurde e sopra le righe, impreziosite da dialoghi esilaranti e talvolta molto sboccati. La serie non si esime dal criticare la società contemporanea e dal trattare con la sua spiccata ironia molti temi sociali. Inoltre Future Man ha anche omaggiato gli anni ’80 nei suoi innumerevoli viaggi nel tempo nei quali le colonne sonore e i vestiti ci hanno immerso nell’atmosfera di quei tempi.
Dietro questo gioiellino ci sono due nomi che sono una garanzia, Seth Rogen e Howard Overman. Seth ha prodotto molti show sopra le righe ispirati al mondo fumettistico come The Preacher e The Boys. Howard Overman, che ha curato la sceneggiatura, invece è il creatore di Misfits e Dirk Gently. Il loro stile si riconosce in questa serie tv irriverente, scorretta, surreale. L’epilogo ha chiuso perfettamente il cerchio e ci ha donato una gag esilarante: nella sigla finale i creatori ci hanno preso in giro, dicendoci che la serie era stata tratta da una storia vera e ci hanno mostrato anche i “veri” Josh, Tiger e Wolf.
Ogni volta che penso a questo delirio seriale lo faccio sempre con il sorriso sulle labbra perché mi ha fatto ridere come pochi. Eppure non sento mai nessuno che ne parli. Possibile che non l’abbia vista nessuno eccetto me?
Di una cosa sono certa però: questa comedy è fin troppo sottovalutata e meriterebbe maggior successo perché è davvero un gioiellino.