Nell’ultimo episodio della sesta stagione Arya Stark è tornata, più determinata che mai a compiere la sua vendetta: della bambina che abbiamo conosciuto sei anni fa non è rimasto che forse un labile ricordo, ma il percorso è ben lontano dalla sua fine e per meglio comprendere il destino di uno dei personaggi più complessi e affascinanti di Game of Thrones è necessario ripercorrere il lungo tragitto che l’ha portata dov’è ora.
Era una bambina innocente quando l’abbiamo conosciuta, dolce e vivace, legata a doppio filo a quel padre che in lei vedeva lo spirito della sorella Lyanna, uno spirito ribelle e indomito, e forse non è un caso che proprio Jon Snow sia sempre stato il fratello prediletto…
Ma una volta imboccata la Strada del Re, Arya comincerà lentamente ma inesorabilmente a perdere la propria innocenza: conoscerà per prima la crudeltà del giovane principe e le sue terribili conseguenze, vedrà giustiziare ingiustamente il povero Mycah e dovrà abbandonare la sua Nymeria (che chissà dov’è finita) pur di salvarle la vita. Comincerà così la rabbia e la sete di giustizia che non farà altro che aumentare nel tempo e incendiarle lo spirito.
Fin dall’esecuzione del padre si è ritrovata sola contro il mondo, una bambina in balia degli eventi. Il costo per farsi salva la vita però sarebbe stato ben gravoso: diventando Arryn inizia quel percorso che l’avrebbe man mano privata della sua stessa identità. Diventando Arryn fa solo un piccolo passo, in fin dei conti quel maschiaccio coraggioso e irriverente aveva sempre fatto parte di lei sin dalla sua infanzia. Quando tornerà Arya in realtà non sarà più la giovane Stark di Grande Inverno, ma solo Arya, una ragazzina qualsiasi di una famiglia qualsiasi, fatta prigioniera, poco importa da chi. Beric Dondarrion, Tywin Lannister, il Mastino: ciascuno dei suoi carcerieri le insegnerà qualcosa e lei farà tesoro di ogni preziosa lezione, tanti piccoli pezzi che andranno a dar forma al grande puzzle del suo destino. Per ogni lezione imparata, però, il prezzo da pagare sarà alto: perderà man mano la sua innocenza, perderà quelle persone care che la tenevano legata alla sua vecchia vita, per primo il padre, poi Syrio Florel, perderà Yoren e Gendry, e perderà anche quel carceriere che le aveva fatto salva la vita.
La crudeltà che Arya mostrò nel non aver pietà del Mastino dimostra quanto quel processo inesorabile sia infine arrivato alla conclusione: della piccola Arya Stark non era rimasto più niente, solo forse un labile ricordo, soffocato e nascosto negli abissi della sua anima. A questo punto è pronta per suggellare quella perdita: ormai sola, senza più niente che la leghi al passato è pronta per iniziare una nuova vita a Braavos, è pronta per diventare Nessuno, tanto in fin dei conti già lo è, salvo per un piccolo particolare: Ago. Nel momento in cui la vediamo nascondere la piccola spada donatele da Jon, invece di buttarla nelle profondità del mare, la speranza che ci era parsa definitivamente perduta osservando l’agonia del Mastino si risveglia nuovamente: Arya Stark non è perduta, non è Nessuno, sta solo cercando la strada di casa.
E la strada di casa è costellata da tanti nomi che puzzano ancora di sangue rappreso: il Mastino è stato solo un fittizio antipasto, sofferto e biasimato, una porta aperta verso il primo piatto, Meryn Trant morto da vile così come dopotutto lo era stata la sua intera esistenza, poi la portata principale, Walder Frey, da assaporare con calma, magari durante un matrimonio. Joffrey e Tywin hanno trovato la loro fine seguendo la meravigliosa legge del contrappasso dantesco, Cersei Lannister siede su quel trono tanto scomodo quanto ambito, e qualcosa mi dice che non sarà la giovane vendicatrice quanto piuttosto qualcuno di più pratico nello sterminare re esplosivi a risolvere la situazione. Ser Ilyn Payne è di sicuro un buon candidato per la prossima stagione, mentre la fine della Montagna zombizzata è diventata desiderata quanto imprevedibile. Infine non dimentichiamoci gli ultimi nomi su quella lista: Beric Dondarrion e Thoros di Myr, uniti al Mastino, continuano nella loro impresa dell’armata senza vessilli, e la bella strega rossa sta tornando al sud.
Melisandre l’aveva predetto e ci aveva avvertiti: “Vedo l’oscurità in te. Ci rincontreremo.” E questa volta la cara Sandrina si è ritrovata ad aver ragione. L’oscurità è potente in lei, cresciuta nel tempo fino ad avvolgerle il cuore, ma Arya Stark si ritrova ad essere ora più che mai il personaggio più imprevedibile dell’intera serie: per quanto tutte le storie dei personaggi siano originali, nel bene o nel male ciascuno di loro ha sempre seguito un filo rosso che li ha portati laddove sono ora, Cersei come Jaime, Sansa e Jon, Ramsey o Stannis etc etc, ma la storia di Arya è stata sconvolta fin dal principio, ed ora dobbiamo essere pronti a vederla prendere in mano le redini, osservarla mentre decide della sua vita e percorre il suo cammino infischiandosene del proprio destino.
Arya come la sua Nymeria: due corpi ed uno stesso spirito, ribelle e solitario, indomito e vendicativo, ma il passo per cadere nell’abisso dell’oscurità è rapido e la giovane Stark non ha, forse, più niente che la possa frenare, ma non dimentichiamoci che durante il Lungo Inverno il lupo solitario muore, mentre il branco sopravvive… e alla fine l’Inverno è arrivato.