Cersei Lannister è, al momento, la donna più potente dei Sette Regni. Non è la corona che porta in testa o il trono di spade su cui siede a conferirle tanta potenza. E non è nemmeno l’imponente figura della Montagna, sempre al suo fianco, ad aver reso Cersei la Regina dei Sette Regni.
Cersei Lannister ha conquistato il Trono di Spade con le sue mani. Le stesse mani che ha sporcato di sangue. Le stesse mani che, dopo aver stretto quelle dei suoi cari, le hanno lasciate andare.
Al gioco del trono o si vince o si muore: nessuno lo sa meglio di Cersei. Per salire sul trono, la leonessa di casa Lannister ha dovuto affrontare diverse battaglie e si è imbattuta nella morte diverse volte. Ha visto la dipartita dei numerosi nemici che hanno tentato di ostacolare il suo percorso e, come aveva previsto Maggy La Rana, ha dovuto affrontare la morte dei suoi tre figli. Joffrey, Myrcella e Tommen erano i frutti dell’amore tra Cersei e suo fratello Jaime, un amore puro e sincero, forte ma allo stesso tempo fragile, che si è sgretolato quando Jaime ha capito che la sete di potere di Cersei era ormai diventata ingestibile.
Una sete di potere alimentata dall’amore e dall’attaccamento alla famiglia, ma anche dal dolore e dalla violenza.
Cersei Lannister è una Regina dalle tante sfumature. Per questo motivo George R.R. Martin ha dovuto delineare il suo profilo prendendo ispirazione da altre figure particolari, storiche o letterarie. Figure che sono tra loro molto diverse, ma che Cersei riesce a unire in un unico corpo.
La trama de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ricorda a tratti la guerra delle due rose, una lotta dinastica avvenuta nel XV secolo in Inghilterra (allora composta da sette regni). Protagonisti della vicenda furono le casate dei Lancaster e degli York. Alla morte del re Enrico V (Lancaster), gli successe il figlio di nove mesi: Enrico VI. Quando divenne adulto, Enrico VI sposò Margherita d’Angiò. Il giovane Lancaster non era portato a essere re; Margherita, invece, aveva la stoffa per essere una regina. Aveva un animo forte, era passionale e orgogliosa. Proprio come Cersei. Non era vista di buon occhio dal popolo che, inoltre, sospettava che il figlio Edward non fosse nato dal matrimonio con Enrico V.
Cersei è un’adultera. Questo fatto è noto sin dalla prima stagione, quando Ned scopre che i suoi figli non sono nati dall’amore con Robert. Sono invece nati dalla relazione con il fratello Jaime Lannister. Ned non l’accusa quindi solo di adulterio, ma anche di incesto. Eppure Cersei non ha mai scontato alcuna pena, non prima della quinta stagione. Dopo essere stata accusata dal cugino Lancel Lannister, con il quale ha avuto una relazione, di adulterio, incesto e regicidio, Cersei è stata imprigionata. Le stesse accuse sono state mosse ad Anna Bolena nel XVI secolo. La seconda moglie di Enrico VIII venne imprigionata, sottoposta a processo e, successivamente, uccisa tramite esecuzione. Cersei ha invece scontato una pena umiliante, tra le voci della folla che urlavano shame, shame, shame!
La leonessa ha poi tirato fuori gli artigli, ottenendo la vendetta desiderata. Senza sporcarsi le mani.
Cersei è infatti una seducente manipolatrice, una bellissima donna tanto abile con le parole quanto nei magheggi. Il percorso che l’ha portata a conquistare il potere ha macchiato le sue mani di sangue. La Regina, però, non ha sentito lo scorrere del caldo liquido rosso tra le sue dita. Le macchie sulle sue mani sono invisibili ma hanno un peso incalcolabile. Proprio come Lady Macbeth nella tragedia di Shakespeare, Cersei ha pensato a diverse uccisioni, ma non le ha mai compiute direttamente (a eccezione del bacio velenoso dato a Tyene Sand). Le due donne hanno manipolato e convinto altri a compiere i crimini che avrebbero soddisfatto il loro desiderio di potere. In un celebre passo di Macbeth, la Lady, sonnambula, cerca di levarsi il sangue che sente sporcare le proprie mani.
Here’s the smell of the blood still. All the perfumes of Arabia will not sweeten this little hand. Oh, Oh, Oh! [Atto V, Scena I]
L’arte della manipolazione di Cersei è dimostrata anche dal fatto che il suo nome ricorda quello di Circe, una figura della mitologia greca che, nell’Odissea, trasforma gli uomini in animali. Proprio come Cersei, riesce a plasmare gli uomini. Ulisse riesce a evitare questa trasformazione grazie a un antidoto, proprio come Jaime è riuscito ad abbandonare Cersei, la sua amante, e a non farsi manipolare.