2. Le sorti di Approdo del Re
In questo secondo punto è doveroso fare qualche passo indietro e ricordare una delle visioni profetiche che coinvolgono Daenerys nel suo lungo percorso di conquista. Più precisamente, dobbiamo rimembrare l’ultima puntata della seconda stagione, quando la Nata dalla Tempesta cerca i suoi draghi nella Casa degli Immortali di Qarth e, attraversando la sala del trono di Approdo del Re, vuota e in rovina, si imbatte in una leggera cascata di nevischio, forse polvere, forse cenere, proveniente da squarci che lacerano il tetto della Fortezza Rossa, ormai distrutta.
Alla luce degli eventi o, meglio, dell’evento accaduto nel finale della sesta stagione, non possiamo accontentarci di una semplice relazione tra questa visione profetica e il destino che Aerys II Targaryen, il Re Folle, avrebbe voluto riserbare alla Capitale dei Sette Regni. Ormai si è creato un “precedente” per un potenziale ulteriore destino, l’esplosione del Tempio di Baelor con l’orchestrazione che c’è dietro. E l’epilogo di una vendetta finale, di una chiusura del cerchio da parte di Daenerys, non è più il solo. L’ago della bilancia si è così spostato su Cersei, artefice della congiura contro tutti i rappresentanti del Credo (e come sappiamo non solo contro loro) che intendevano processarla.
Ecco, dunque, che uno scenario in cui la Regina dei draghi giunge nella Capitale trovandola poi rasa al suolo dalla sua rivale, la Regina Nera, non è del tutto inimmaginabile. Nell’intreccio che così immaginiamo e fantastichiamo potersi svolgere, Jaime non sarebbe riuscito a fermare la Regina Folle prima che consegnasse l’intera città di Approdo del Re all’altofuoco, per non doverla cedere a Daenerys. E indovinate: proprio come avrebbe voluto fare chi e a quale scopo? Re Aerys II, il Re Folle, per non doverla cedere ai suoi nemici.