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E se gli Estranei non fossero quello che sembrano?

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Siamo ormai giunti alla fine della settima stagione di Game of Thrones ed è sempre più evidente che, per citare Beric Dondarrion, “la morte è il nemico”. In particolare, quella che inizialmente sembrava una semplice leggenda si è gradualmente trasformata in una minaccia e rappresenta al momento un pericolo vero e proprio per tutti i Sette Regni. Stiamo ovviamente parlando degli Estranei, le creature antropomorfe di ghiaccio che fin dall’inizio sono sembrate il vero Nemico dell’umanità.

Con il loro esercito di Non Morti (a differenza degli Estranei, questi non sono senzienti) minacciano la vita nel continente occidentale, con l’intenzione di far trionfare la morte su ogni cosa. A dire la verità, questo è praticamente tutto quello che sappiamo al riguardo di questi esseri; infatti, se volessimo fermarci alla superficie, sembrerebbe che costoro incarnino il concetto di male assoluto, indiscriminato e mirato esclusivamente alla distruzione del mondo conosciuto. Ma è effettivamente così?

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Insistendo sul concetto di male assoluto, dovremmo riflettere sul fatto che Martin ci ha dimostrato di non essere un grande fan della visione bianca o nera delle cose, rovesciando anzi spesso quelle che erano le impressioni su un determinato personaggio o su un evento. Potremmo dunque dire che nel raccontare le sue storie Martin non crea mai il Bene vs. Male classico alla Tolkien, ma preferisce introdurre degli elementi che contrastino con quelli principali in modo da far scaturire dei dubbi nello spettatore (o lettore); pensiamo ad esempio al fatto che molti personaggi considerati odiabili nelle prime stagioni vivono un percorso di cambiamento che li porta ad essere molto diversi rispetto al punto di partenza: uno su tutti, Jaime Lannister.

Ma anche gli eventi non si sottraggono a questa logica: la Battaglia delle Acque Nere, ad esempio, non ha automaticamente dei sostenitori di una fazione o dell’altra, proprio perché l’ambiguità e la non assolutezza impediscono allo spettatore di approcciarsi a essa in questo modo. Perché dunque gli Estranei dovrebbero fare eccezione e rappresentare qualcosa di assoluto?

Cerchiamo di capire cosa sappiamo di queste creature. Un aspetto estremamente interessante è quello relativo a ciò che vediamo nel finale della puntata 4×04. Infatti, in Oathkeeper notiamo che un Estraneo a cavallo porta in braccio l’ultimo neonato di Craster verso quella che sembra una struttura fatta completamente di ghiaccio.

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Quando è all’interno, il bambino si trova nelle braccia di un altro essere, quello che scopriremo essere il Re della Notte, che si allontana da un gruppo di 13 suoi simili portando il bambino presso un piccolo complesso di lastre di ghiaccio, su cui lo posa e lo trasforma toccandolo con l’indice. Potremmo perciò dire che questo rito, che è a tutti gli effetti il modo attraverso cui gli Estranei permettono alla loro specie di riprodursi, indica una certa civilizzazione (con una sede in cui si trovano) o perlomeno un’organizzazione sociale tra loro.

Il problema, a questo punto, è legato al fatto che non sappiamo abbastanza di questo Nemico per poter comprendere la loro prospettiva. L’unica cosa che possiamo chiederci e a cui possiamo provare a dare delle risposte è: che cosa vogliono gli Estranei?

Partendo dal presupposto che accogliamo l’idea secondo cui gli Estranei non facciano eccezione alla regola di Martin che esclude l’assolutezza (e che, dunque, non siano alla ricerca della distruzione senza un fine logico), potrebbe essere utile riassumere brevemente le informazioni (provenienti sia dai libri che dalla serie tv) che abbiamo riguardo la Lunga Notte.

Viene tramandato che circa 8000 anni prima degli eventi di Game of Thrones i Primi Uomini furono attaccati dagli Estranei, creati (come vediamo nella sesta stagione) dai Figli della Foresta per impedire che gli Uomini continuassero a distruggere gli alberi presso cui vivevano i Figli. Tuttavia, gli Uomini riuscirono attraverso eroiche imprese a respingere gli Estranei (anche, successivamente, con l’aiuto dei Figli) nelle terre dell’eterno inverno, costruendo la Barriera per proteggersi dalle creature di ghiaccio.

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A questo proposito è utile citare una teoria sostenuta dal canale Nerd Soup nel video “White Walkers – What do they want?”; viene affermato, infatti, che potrebbe essere più logico che la Barriera in realtà sia stata costruita dagli stessi Estranei, possessori di magia capace di manipolare il ghiaccio, visti e considerati anche i brevi tempi in cui essa viene costruita e l’impossibilità che gli Uomini (e i Giganti) abbiano raggiunto un tale obiettivo in così poco tempo.

Ma perché, si potrebbe dire, gli Estranei dovrebbero aver costruito una Barriera per proteggere gli uomini dagli Estranei stessi? E se la costruzione della Barriera fosse stata parte di un armistizio tra Primi Uomini ed Estranei, che comprendeva l’obbligo per questi ultimi di vivere sempre al di là della Barriera e per gli Uomini quello di non andare mai oltre la struttura di ghiaccio? Quando inizia Game of Thrones, è piuttosto evidente che questo eventuale patto tra Uomini ed Estranei sia stato violato dai primi: migliaia di uomini (principalmente Bruti) vivono da secoli al di là della Barriera. Ma non è tutto.

La ricomparsa degli Estranei nei pressi della Barriera coincide anche con il ritorno nel mondo di quella che sembra essere la magia che per antonomasia li distrugge: quella dei draghi. Sia l’Acciaio di Valiria che il Vetro di Drago sono armi ricavate dal fuoco di drago, ed esse sono le uniche in grado di distruggere gli Estranei. Quindi, alla luce di queste informazioni, non potrebbe essere che gli Estranei stiano marciando verso la Barriera per salvaguardare la loro sopravvivenza?

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Abbiamo già avuto finora delle prove di “relazioni” tra Estranei e uomini attraverso il personaggio di Craster. Costui, infatti, per evitare di essere attaccato dalle creature, aveva evidentemente stipulato un accordo che consisteva nel consegnare loro tutti i figli maschi che aveva, in modo che potessero essere trasformati (la riproduzione di cui parlavamo poco sopra). Quindi un incontro di intenti tra gli Estranei e gli uomini c’è stato, come in questo caso, e potrebbe significare che in futuro possano essercene altri.

Al proposito, Jon Snow sembrerebbe rappresentare il personaggio più adatto per mediare tra le due specie, e comprendere cosa il Re della Notte vuole per il suo popolo; non dimentichiamo, infatti, che sono già due gli incontri a distanza tra Jon e il Night King (parliamo della 5×08 e 7×06) e uno scontro tra i due potrebbe essere effettivamente una delle scene clou dell’ottava e ultima stagione.

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Per fare ciò, tuttavia, l’ultima stagione dovrebbe analizzare più a fondo queste creature per farne comprendere la personalità e le intenzioni. Non è infatti pensabile che una serie come Game of Thrones (e un autore come Martin) decida di affidare alla classica lotta Vita contro Morte la conclusione di quello che è stato un percorso epico e, a suo modo, unico.

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Un saluto agli amici di L’immane disgusto di Varys nei confronti dell’umanità