Per il mio ultimo compleanno i miei amici mi hanno regalato un quadretto raffigurante i VHS delle mie 10 serie preferite. La top three è composta da – in quest’ordine – Charmed, Normal People e Game of Thrones. Che dire, i miei amici mi conoscono davvero bene. Quelle che ho con queste serie tv sono tre storie molto diverse, ma in tutti i casi si tratta di grandi storie d’amore. Con la prima ci ho passato l’infanzia e l’adolescenza, divorando episodi con la fame di chi ci è dentro fino al collo; la seconda è riuscita con la sua brevità a sconvolgere le mie emozioni. La terza, beh, la terza è un vero e proprio mondo parallelo in cui non è scontato entrare ma dal quale poi non si esce più.
Game of Thrones ti cattura come poche serie riescono a fare.
Quello di Westeros è uno degli universi seriali più totalizzanti che ci siano. Entrare nelle dinamiche non è per nulla scontato, e io stessa ci ho messo anni a capire che Game of Thrones sarebbe stata una serie adatta a me, convinta del fatto che “le serie con magia e creature strane non sono proprio il mio genere”. Il fatto che due su tre serie della mia top three siano proprio tra il fantastico e il fantasy ci pensa da solo a smentirmi totalmente ma vabbè, questa è un’altra storia. Fatto sta che io a un certo punto nel mondo di George Martin ci sono entrata con tutte le scarpe, vivendolo con una foga che mi faceva dimenticare anche di essere nel pieno della sessione d’esami. E questo mondo ho voluto espanderlo il più possibile, buttandomi a capofitto anche nel prequel sulla famiglia Targaryen.
E con la seconda stagione di House of the Dragon appena cominciata, come poteva non venirmi voglia di fare un piccolo passo indietro e di riguardare (almeno) il primo episodio anche di Game of Thrones? L’ho fatto, certo che l’ho fatto, e ovviamente subito dopo ho guardato anche il secondo. Non me ne pento neanche un po’. E quindi eccomi qui a condividere con voi 15 tra i numerosi pensieri che ho fatto mentre procedevo al rewatch della puntata. Un rewatch che non è il primo e che certamente non sarà l’ultimo. Buon per me.
1 – Game of Thrones è un cerchio perfetto
Prima puntata, prima scena: esistono creature che vanno ben oltre la morte. Lo sappiamo fin dall’inizio, la serie si presenta così e ci palesa questa realtà fin dal primo secondo, eppure per buona parte delle stagioni l’unico nostro pensiero fisso è il Gioco del Trono. Chi salirà sul Trono di Spade? Qualcuno farà finalmente fuori Joffrey? Daenerys Targaryen riuscirà nell’intento di riportare i Sette Regni alla sua dinastia? Stagione dopo stagione ci facciamo questo tipo di domande, mentre la minaccia del Re della Notte cresce indisturbata. Ma Game of Thrones è un cerchio perfetto, e verso la fine riecco spuntare la minaccia del principio. Che poi non sia quella dell’ultima puntata, questa è un’altra storia. Ma mai si dica che i nodi della serie non vengano tutti al pettine al momento opportuno.
2 – Come ho fatto a tenerla lontana per tanti anni?
L’ho già accennato all’inizio del pezzo: ci ho messo tempo a capire che avrei dovuto cominciare Game of Thrones. Per anni ho visto mia madre e mia sorella guardarla con attenzione e costanza, le ho sentite parlarne benissimo. Ho guardato puntate randomiche facendomi da sola spoiler molto grossi (un esempio su tutti, il finale della prima stagione), perché tanto – cito testualmente – “non mi interessa”. Poi a gennaio del 2019 tutto è cambiato, ho guardato per la prima volta il primo episodio della prima stagione e ho proseguito con tutti gli altri, finendo appena in tempo per godermi l’ottava stagione in contemporanea. E oggi più che mai mi chiedo come io abbia fatto a restare indifferente a un capolavoro per tutti quegli anni. Cosa mi passava per la testa? E sì, me ne pento, ma per fortuna ho saputo rimediare al mio errore.
3 – L’inverno sta arrivando
Nemmeno ricordavo quanto fosse preponderante fin dal primo momento. “L’inverno sta arrivando” è il titolo della puntata che dà inizio a tutto, è il motto della famiglia Stark ed è anche un mantra che ci sentiamo ripetere per tutta la serie. È la rappresentazione della serie stessa, dato che l’inverno – quello vero – avanza fino al Nord solo nell’ultima stagione. In questa frase si racchiude l’essenza di un viaggio durato otto stagioni, un viaggio che ci ricorda che – per quanto ci piaccia sentirci al centro del mondo – dobbiamo imparare a guardare oltre le punte dei nostri nasi. E il fatto che Game of Thrones ci introduca a tutto questo già dal primo momento è un dettaglio non di poco conto.
4 – Ecco perché Sansa non mi è mai scesa
Momento rivelazione: Sansa Stark non mi è mai stata simpatica, e la mia antipatia nei suoi confronti comincia senza dubbio qui, da un primo episodio durante il quale prende solo decisioni sbagliate. Sansa si innamora del futuro re, un ragazzetto dalla palese aria folle, senza nemmeno dirgli ciao. Fa di tutto per piacere alla regina e si dispera alla sola idea che il ragazzetto sopracitato non sia attratto da lei. Erano tempi e mondi diversi, direte voi, ma la sola esistenza di Arya testimonia come ci fossero diverse possibilità anche a Westeros. E per quanto io sia consapevole del cambiamento di uno dei personaggi dallo sviluppo più approfondito nel corso delle stagioni, il solo pensare allo sguardo che rivolge a Joffrey quando lo vede la prima volta non mi permette di riuscire a empatizzare con lei. Io poco rancorosa, come potete notare.
5 – Io come Arya fin dalla prima scena
E dopo aver pensato a Sansa (ecco cosa abbiamo immaginato potesse dire a sua sorella) non si può non pensare ad Arya, eletta a gran voce da tutte le mie personalità il mio personaggio preferito della serie. Arya Stark ha le idee chiare dall’inizio alla fine, sa chi è e chi vuole diventare a un’età durante la quale io sapevo a stento allacciarmi le scarpe. Manifesta fin da subito la volontà di sovvertire le regole che la società di impone e combatte per essere parte integrante di questo cambiamento. Arya è la speranza di un’intera generazione, e i traumi che la vita le presenta – anche nel suo caso, seppur diversi da quelli di Sansa, non sono per niente irrilevanti – non sono per lei fonte di cambiamento ma una spinta a seguire se stessa con una tenacia sempre maggiore. Che dire, io senza dubbi bimba di Arya Stark.
6 – Che sviluppo fa il Principe Azzurro in Game of Thrones?!
Ed eccolo lì che arriva Jamie Lannister, ancora munito di due mani, in tutta la sua somiglianza con il Principe Azzurro di Shrek. Lo vediamo nella sua primissima scena e già sappiamo che dobbiamo odiarlo, gli si legge in faccia che è una brutta persona. Mentre lo riguardo in questa puntata rimuovo tutte le stagioni che ho già visto, penso che un uomo come lui non potrei mai apprezzarlo. Poi ritorno in me e ricordo quanto invece io abbia cominciato a comprenderlo, quanto abbia percepito la sua umanità, quanto abbia sperato che Brienne potesse essere per lui una nuova ragione di vita. Se state leggendo questo pezzo con ogni probabilità anche voi sapete come va a finire, ma ciò non toglie che uno sviluppo come quello di Jamie, da Principe Azzurro a uno dei personaggi più complessi della serie, sia incredibile. Chapeau per D&D.
7 – Daenerys sembra una bambola
Ritrovare Daenerys Targaryen nel pilot di Game of Thrones significa avere davanti una persona totalmente diversa da quella che abbiamo seguito nel resto della serie. Nelle sue prime scene Daenerys è poco più che una bambina, una giovane donna dai tratti simili a quelli della pretendente al Trono di Spade dai mille nomi, ma diversa in tutto il resto. Il modo di vestire, lo sguardo, i capelli, tutto di lei cambia nel corso delle puntate, a cominciare (per fortuna) dalla resa incondizionata a suo fratello. Quella della 1×01 è una bambola inconsapevole più che una donna che sta per sposarsi, è innocenza pura. Cambierà, eccome se cambierà. Se bene o se male, lascio a voi dirlo.
8 – Quanto mi piacerebbe andare a bere una birra con Re Robert e Ned Stark
Amici di una vita, quelli che dopo dieci anni di lontananza si guardano negli occhi e sono davvero felici di rivedersi: il rapporto tra Robert Baratheon e Ned Stark è quello che io spero davvero di poter avere con le mie amiche da qui a trent’anni. Li vedo nella prima puntata di Game of Thrones nei loro ruoli ufficiali, in un momento in cui il dovere viene ben prima del piacere, e non riesco a togliermi dalla testa l’idea di voler fare serata con loro. Vorrei andare al pub insieme a loro, bere birra fino allo sfinimento e ascoltare le loro storie di gioventù. Le immagino abbastanza scorrette, ma proprio per questo molto vere. Sarebbero davvero un’ottima compagnia per un venerdì sera nell’Irish Pub sotto casa, ci metterei la mano sul fuoco.
9 – Viserys se la merita proprio tutta, la sua corona d’oro
Così come il “buon” Joffrey, anche Viserys Targaryen sembra totalmente folle fin dalla prima inquadratura che lo vede protagonista. Non ricordavo il dettaglio inquietante di lui che, davanti a sua sorella completamente nuda, le sfiora un seno con un misto tra erotismo e soddisfazione per ciò che quel corpo significa per lui: ottenere il potere. Viserys è viscido, il solo pensiero di quelle mani e del suo sguardo continua a mettermi a disagio anche mentre sono qui a scrivere questo paragrafo. E proprio per questo mi viene da pensare che la sua corona d’oro, quella che di lì a qualche puntata gli metterà in testa Khal Drogo, sia una delle sorti più meritate di Game of Thrones. E, anche qui sempre come il “buon” Joffrey, conoscerne già il destino finale mi dà una grande soddisfazione.
10 – Tyrion Lannister è sempre stato saggio
Se Arya Stark è il mio personaggio preferito di Game of Thrones, a Tyrion Lannister va comunque un posto nella mia personale top three. Rivedere com’era nel primo episodio della serie dà un effetto un po’ strano, ripensando a come è diventato. Eppure una riflessione mi balena nella mente: Tyrion è sempre stato saggio. Per quanto il suo amore per l’alcol e per le prostitute rendesse più difficile riconoscere questa caratteristica, la saggezza di Tyrion è sempre stata lì, andava solo notata. Lo dimostra fin dalla conversazione con Jon Snow, parlandogli della possibilità di appropriarsi dei suoi stessi punti deboli per fare in modo che gli altri non li usino contro di lui. Si vede lontano un miglio che, per quanto sia un Lannister, la vita con Tyrion non è proprio stata generosa. Ma lui sa, fin da subito, come usare anche le difficoltà a suo favore.
11 – Ah, ma quindi Lysa Arryn dice anche qualcosa di normale?
Sono tanti i personaggi totalmente pazzi in Game of Thrones, ma ce n’è una che ho sempre trovato particolarmente fuori di testa: Lysa Tully in Arryn, sorella di Catelyn e moglie dell’appena defunto Primo Cavaliere. Lysa prova in più occasioni di non essere totalmente in bolla, e le sue ossessioni la spingono nel corso della serie a cose poco piacevoli come tentare di uccidere Sansa. Ci abituiamo a considerarla un personaggio dalla voce non attendibile, mentre la vediamo allattare suo figlio quasi in età da scuole medie. Ne fa tante da farci dimenticare come le vicende che danno inizio alla serie siano strettamente legate alla sua parola. È infatti proprio Lysa a dire che la morte del marito è alquanto sospetta, dando agli Stark buoni motivi per pensare male dei Lannister. E chi se lo ricordava questo slancio di realismo?! Il primo e l’ultimo, ma a dir poco fondamentale.
12 – Che romantici che sono i matrimoni Dothraki
In un matrimonio Dothraki di successo devono morire almeno tre persone, altrimenti che matrimonio è? Khal Drogo e Daenerys, appena diventati marito e moglie, sono lì seduti a godersi lo spettacolo. Quale? Una folla di uomini che lotta senza fermarsi letteralmente al solo scopo di poter prendere la donna che sta in quel momento facendo cose con un altro. Sapete benissimo cosa intendo con “cose”. Insomma, a dominare durante i matrimoni Dothraki non è proprio il romanticismo. E anche se non posso definirmi una persona romantica, direi che così è un po’ troppo anche per me. E allora, da partenopea che ha partecipato a diversi matrimoni in piena estate, il mio verdetto è il seguente: preferisco un matrimonio delle mie parti – lungo un giorno intero – il 15 agosto che l’invito a una cerimonia come questa. No, proprio non fa per me.
13 – Non idolatriamo un amore che nasce con una violenza
Eccoci ancora qui a parlare di una delle coppie più amate di Game of Thrones, quella composta da Daenerys e Drogo. Un amore, il loro, che nasce e perisce malissimo nell’arco di una sola stagione, ma che continua a essere considerato tra i più forti della serie. Tutto bellissimo, i due si vogliono bene ed è proprio stando con Drogo che Daenerys scopre se stessa. Ma possiamo per favore parlare del fatto che tutto nasce da quella che è a tutti gli effetti una violenza? Tutto voleva fare la neo-Khaleesi fuorché passare la prima notte di nozze con suo marito. Prova a comunicare con lui, piange, ma lui non ne sembra per niente colpito. E certo, di lì a qualche puntata le cose cambieranno radicalmente, ma ciò non toglie che cominciano non male, peggio. E credo che oggi un principio del genere non sarebbe mai supportato.
14 – Cosa non darei per tornare a vedere l’ultima scena della prima puntata di Game of Thrones per la prima volta
Sono fermamente convinta della bellezza di riguardare le serie che abbiamo nel cuore con gli occhi consapevoli di chi le ha già amate. A volte però pagherei per poter rivedere una scena che ho già visto senza la consapevolezza di ciò che sta per accadere. Uno di questi è il finale della prima puntata di Game of Thrones. Darei qualunque cosa per potermi sorprendere nel momento in cui scopriamo la vera natura del rapporto tra Jamie e Cersei. O ancora quando ascoltiamo lo Sterminatore di Re dire “The things I do for love”. Una scena incredibile, quella che forse dà davvero inizio alla serie come la conosciamo. Che peccato non poter tornare indietro nel tempo per riviverla da zero.
15 – Il primo episodio di Game of Thrones resterà uno dei migliori di sempre
Sono sicura di averlo pensato anche alla prima visione: la 1×01 di Game of Thrones è uno dei migliori incipit seriali che abbia mai visto. Probabilmente, uno dei migliori che siano mai stati realizzati. La diversità degli ambienti, la complessità delle relazioni, la varietà delle tematiche trattate: in questo episodio c’è una serie intera in pillole, e non è un caso il fatto che, una volta visto, dal resto delle puntate non ci si stacchi più. Ci permette di entrare nelle vite dei personaggi e di conoscerne fin da subito le peculiarità, ci fa incuriosire alle vicende e mette in piedi tutti i tasselli principali di una storia a dir poco intricata. Questo episodio ha tutto quello che un pilot deve avere per dare inizio a una grande storia d’amore. E anche se si dice che la minestra riscaldata non sia mai buona, questa è l’eccezione che conferma la regola.