Madre Misericordiosa – S5E10
La quinta stagione di Game of Thrones non verrà ricordata col sorriso, questo è certo. Diversi sono stati gli scivoloni commessi nel costruire questo ciclo. Attimi di transizione sono stati dilatati inutilmente, strabordando in preziosi minuti tolti invece a momenti salienti, che si sono risolti in modo frettoloso e caotico. Madre Misericordiosa è l’emblema di tale condotta. C’era molta attesa nell’assistere alla caduta (in apparenza) definitiva di Cercei. La degradazione che la Regina Madre ha affrontato sfilando nuda e vessata per le strade di Approdo del Re è stata gestita per dare un forte impatto. Che è stato ottenuto, all’inizio.
Ma dieci minuti di soprusi, sputi e insulti sono davvero troppi per una scena che avrebbe potuto (e dovuto) concludersi molto prima.
La tensione creata in principio si spegne, la trama non si arricchisce. La noia infine subentra. Non so se gli autori provino una sorta di perverso compiacimento nel trasporre le umiliazioni e a questo sia dovuto il largo spazio dedicato alla sequenza. Fatto sta che quei preziosi minuti sarebbero stati meglio spesi nell’evoluzione di Reek. La sua redenzione avviene in uno schiocco di dita: come per magia, Theon si sveglia dall’incantesimo e si ribella a Lord Ramsay, uccidendo Myranda e salvando così Sansa. Che ancora una volta veste i panni della damigella in pericolo, e lo sviluppo del personaggio viene nuovamente troncato. Due piccioni con una fava.