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Game of Thrones 5×02 – Essere nessuno

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Ben ritrovati, amici. Una nuova settimana è iniziata e un nuovo episodio di Game of Thrones è stato trasmesso. C’è molto da dire questa volta, quindi proseguiamo con calma.

The House of Black and White avanza con lo stesso ritmo lento del primo episodio e risulta ancora una volta molto introduttivo. Tra l’altro il titolo ci ha tratto in inganno. E noi che speravamo di vedere questa “casa del nero e del bianco” raggiunta da Arya! In effetti è proprio con la giovane Stark che inizia l’episodio. Dopo una suggestiva inquadratura del panorama finalmente raggiungiamo Braavos (che visivamente ricorda molto Venezia) e vediamo la ragazzina essere accompagnata dinanzi le porte di questo luogo misterioso. Bussa ripetutamente, qualcuno le apre ma non la lascia entrare. Un inizio non proprio fortunato! Ma Arya non si dispera, anzi, dopo aver atteso per ore e ore decide di andare via e di proseguire il suo cammino altrove, quasi con noncuranza. Più tardi nell’episodio la vediamo trascorre una giornata a vagare per le strade della cittadina e fino a quando non viene trovata dalla persona che aveva rifiutato il suo ingresso nella casa del nero e del bianco, che si rivela essere proprio il vecchio amico Jaqen H’ghar, o almeno, che ha il volto che Arya ha imparato ad associare a quell’uomo. Sarà proprio lui, infatti, a dichiararle che non esiste un Jaquen H’gar, che non è nessuno e che anche lei dovrà imparare ad essere nessuno e finalmente la lascia entrare nel sinistro edificio di Braavos.

Passiamo ad un’altra scena. Ritroviamo Brienne e Pod seduti in una taverna nella quale, con grande sorpresa (per lo meno nel mio caso) si trovano anche Sansa e Petyr Baelish. Un intreccio di storyline che pensavo fosse stato solo un breve caso nello scorso episodio e che invece si ripresenta approfonditamente in questo. Podrick dimostra di avere grande intuizione e subito riconosce Sansa (dopotutto è stato lo scudiero di Tyrion, marito della ragazza, quando tutti e tre vivevano ancora a King’s Landing). Brienne quindi si fa coraggio e va a parlare con la ragazza e lord Baelish. La conversazione però non va per il meglio. Lei vorrebbe convincere Sansa ad accettare la sua protezione, ma Ditocorto le ricorda che nessuno a cui ha fatto giuramento è sopravvissuto, compresa la madre di Sansa stessa, che infatti non conosce Brienne, la considera una sconosciuta e rifiuta la proposta. La reazione della donna cavaliere è curiosa e interessante. Decide di scappare. E con questo gesto sembra dimostrare molta più lealtà nei confronti di Jaime Lannister di quanto si potesse immaginare. Segue il momento dell’inseguimento, in cui Podrick lascia uscire fuori tutta la sua goffaggine, che però fa molta tenerezza e rende la scena simpatica. Brienne lo salva e lo informa di voler seguire Sansa, poiché non si fida assolutamente di Ditocorto. Non sappiamo dove quest’ultimo stia portando la ragazza (le dice solamente che ha accettato una proposta di matrimonio), quindi la presenza nell’ombra di Brienne potrebbe rivelarsi utile? La sua fuga è stata una finta, in realtà la promessa a Catelyn Stark è ancora valida. E’ importante ricordare (evito di fare spoiler, tranquilli) che la storyline di Brienne ha preso una strada decisamente nuova, ma non è detto che non ritorni poi sui vecchi passi (quelli dei libri) mentre quella di Sansa è una novità assoluta (visto che i lettori si sono, per forza di cose, fermati alla sua partenza da Nido dell’Acquila).

Ma torniamo a noi. Si passa a King’s Landing dove, tanto per cambiare, Cersei Lannister è arrabbiata per qualcosa. Questa volta però sembra essere più infastidita del solito e a maggior ragione visto che si tratta dei figli, della sua completa impotenza nel poterli controllare e proteggere da ciò che non ritiene adatto a loro. Joffrey è morto davanti ai suoi occhi solo nella stagione precedente, Tommen sta per sposarsi con una donna che lei decisamente non sopporta e Myrcella è tra le grinfie dei Martell, dai quali ha appena ricevuto una minaccia. Ne parla, ovviamente, con il fratello Jaime che decide subito di risolvere la questione andando personalmente a Dorne. Sceglie però di non adare da solo e chiede l’aiuto dell’ amico fidato di Tyrion, Bronn. La scelta non mi sorprende, poichè nella scorsa stagione è stato proprio l’ex mercenario ad aiutare Jaime ad allenarsi ad usare la spada con l’unica mano che gli è rimasta. Fidandosi di lui, Jaime dimostra ancora una volta l’affetto che prova per il fratello minore, nonostante tutto. Tra i tre figli di Tywin Lannister lui è l’unico che ama i due fratelli incondizionatamente e senza preferenze (seppur, ovviamente, in maniera differente). Si parte per Dorne, quindi, con questo duo interessantissimo.

La scena successiva si svolge proprio in questa nuova location e scopriamo ben presto che nella famiglia Martell c’è una spaccatura interna. L’amante di Oberyn, Ellaria Sand, e le figlie dell’uomo sono coloro che cercano vendetta nei confronti dei Lannister, mentre Doran Martell (ora principe di Dorne e fratello del defunto), vuole assolutamente mantere la pace tra le due casate. Interessante la scelta dell’attore che interpreta Doran, molto più giovane e apparentemente sano rispetto alla sua controparte cartacea. Non vediamo l’ora di conoscere meglio questa famiglia!

Ritroviamo Daenerys, che non sembra se la stia passando benissimo. In quest’episodio prova con tutte le sue forze a mostrarsi decisa nelle sue scelte, ma tutto le sfugge di mano. L’assassinio di uno dei figli dell’arpia compiuto da un ex schiavo che fa parte del suo consiglio, l’esecuzione del ragazzo in questione perché non ha rispettato la legge, (gesto che il popolo criticherà apertamente e violentemente) e come se non bastasse, ha un incontro con il suo drago Drogon, che non sembra riconoscerla. L’episodio la lascia completamente sconvolta ed è un pugno nello stomaco per gli spettatori.

Questa settimana il buon vecchio Tyrion non ci regala le solite emozioni. Anzi, l’unica scena in cui lo vediamo, sempre insieme a Varys, non aggiunge nulla di nuovo alla storia. I dialoghi tra i due personaggi sono praticamente gli stessi dello scorso episodio, con l’aggiunta di un piccolissimo importante particolare. Tyrion e Varys sono validi giocatori in questa lotta al trono, ma non bastano solo carisma e talento, la presenza fisica ed estetica ha la sua importanza. Questo sembra essere uno dei motivi che si celano dietro la decisione di voler raggiungere Daenerys.

Intanto alla Barriera, Jon Snow viene convocato nuovamente da Stannis che sembra infastidito dal gesto di compassione compiuto dal ragazzo nei confronti di Mance Ryder, ma gli propone nuovamente di rinunciare alle vesti di Guardiano della Notte e unirsi a lui nella battaglia contro i Bolton per la conquista del Nord. Questa volta gli offre anche qualcosa che il giovane Jon ha bramato da sempre: diventare ufficialmente uno Stark. Ma sorprendentemente (o forse no?) lui non accetta. Preferisce essere un nessuno ma fedele ai suoi voti e alla sua scelta. Il cammino di Jon però è destinato, comunque, a grandi cose. Infatti i Guardiani della Notte sono pronti alle elezioni dei nuovo Lord Comandante e candidato a sorpresa per volere del suo amico Sam, e dopo uno spareggio, vince.

Questo secondo episodio di Game of Thrones, seppure, come detto all’inizio, sembra essere ancora introduttivo per quanto riguarda la direzione delle storyline, ci presenta un tema portante e comune a tutti i personaggi. Come da titolo, quello di essere Nessuno.

Arya deve imparare ad essere nessuno, a non avere identità (e si è già esercitata nelle scorse stagioni, dal momento in cui è scappata da King’s Landing).

Brienne rappresenta un nessuno per Sansa e quest’ultima finge di essere un nessuno proprio per nascondere la sua ben più importante identità.

Cersei non ha potere sui figli, è quasi un nessuno (anche se fa di tutto per non sembrarlo) e Jaime, ed è la sorella stessa a rinfacciarglielo, non è nessuno per loro. Non è mai stato un padre e solo ora cerca di rimediare alla cosa, in qualche modo.

Ellaria Sand, seppur amata dalla famiglia Martell, si sente quasi un nessuno perché il principe Doran non concorda con le sue idee vendicative.

Daenerys è sull’orlo di un precipizio e non sa come gestire il popolo che la liberato. Non riesce a far accettare la sua autorità e finisce, anche lei, per avere un’identità non ben definita. Un’identità che non viene riconosciuta neanche dal drago a cui è più affezionata.

Varys e Tyrion fanno i conti con una triste verità. Al momento stanno viaggiando di nascosto, quindi sono a tutti gli effetti un nessuno e, come scritto sopra, cercano invece chi ha le potenzialità di diventare un qualcuno. Se solo sapessero cosa sta succedendo a Mereen!

Infine, Jon vuole essere quello che è sempre stato. Rifiuta la proposta di Sannis di proclamarlo uno Stark e da semplice nessuno, confrontato con gli altri candidati al ruolo di Lord Comandate, molto più anziani e esperti di lui, vince le elezioni.

Questo tema porta la nostra comprensione della storia ad un altro livello. Ci fa pensare a quanta strada è stata fatta, ai cambiamenti che ci sono stati. C’è chi sta ancora trovando un’identità, chi invece l’ha persa e chi, ancora, non ne ha più bisogno. Questi sono gli spunti di riflessione che ci piacciono e che danno un senso effettivo alla presenza di così tanti personaggi.

A Westeros è facile essere giudicati a seconda del cognome che si porta ma, ora più che mai, il cognome stesso è completamente inutile per definire qualcuno.

 

Un saluto agli amici di  Game of thrones – Italian fans e Game of Thrones ITALIA!

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