Sembrano passati secoli da quella conversazione in cui lord Baelish disse alla regina Cersei che “la conoscenza è potere” e lei rispose con “Il potere è il potere”. Ebbene, qualche stagione più tardi questo concetto è ancora più che valido.
Il potere che alcuni credono di avere e che invece non hanno. Il potere che qualcuno dona ad altri e il potere che non si riesce a gestire. Un po’ complicato, vero? Ma questa è la sensazione che mi ha dato guardare questo quarto episodio di Game of Thrones.
Della prima categoria elencata fa di certo parte il giovane re Tommen che seppur più ‘adulto’ e con qualche esperienza sulle spalle non ha però il coraggio di dare ordini e di essere duro o, neanche a dirlo, di combattere lui stesso quando in città i seguaci dell’Alto Passero iniziano una crociata contro i peccatori.
Dietro queste azioni c’è lo zampino di Cersei, che possiamo sicuramente inserire nella seconda categoria, visto che è lei a dare all’Alto Passero il potere di ripristinare il Credo Militante e quindi di agire senza conseguenze contro coloro che sono considerati indegni. Tra questi ultimi c’è anche Loras Tyrell, fratello della regina Maergery, la quale ovviamente mostra tutto il suo disappunto. Come previsto, Cersei sta intelligentemente trovando un modo per vendicarsi della giovane Tyrell. Il povero Tommen è solo una pedina in mano a queste due donne decisamente più bramose di potere di lui.
Possiamo anche parlare, sempre compresa in questa categoria, della situazione di Sansa. Fino ad ora lei si è sempre affidata a Petyr Baelish che a quanto pare decide di partire per King’s Landing e di lasciarla completamente sola con i Bolton. Le sta quindi affidando tutto. Scelta un po’ incoerente con il personaggio che abbiamo visto fino ad ora, che non l’avrebbe mai abbandonata così di punto in bianco, ma è forse un giusto escamotage per vedere Sansa cavarsela da sé?
Della terza categoria fanno di certo parte Jon Snow e Daenerys. Il ragazzo continua a vivere sotto pressione e resiste come può alle numerose proposte di Stannis che questa settimana invece gli sono state fatte, sotto forma di avance tra l’altro, dalla sacerdotessa Melisandre che in lui sembra vedere un guerriero decisamente sprecato per il ruolo che riveste. Jon è continuamente tentato dall’abbandonare tutto e vendicarsi di chi ha distrutto la sua famiglia, trovandosi quindi in una posizione molto delicata.
La situazione a Meeren invece si è aggravata più del previsto. I figli dell’Arpia non si sono arresi e sembrano addirittura cresciuti di numero. I loro attacchi portano alla morte (o presunta, visto che l’episodio finisce con questa scena) di ben due personaggi importanti proprio per Daenerys: Ser Barristan e VermeGrigio. È servito poco per conquistare potere e allo stesso tempo poco per perdere tutto.
Infine si potrebbe citare anche un’altra piccola categoria. Quella di coloro che si danno del potere da soli. È il caso di Ellaria Sand e delle Serpi delle Sabbie, figlie di Oberyn. Come ben sappiamo, Doran Martell non vuole fare assolutamente nulla che comprometta l’amicizia tra la sua casata e quella dei Lannister, così Ellaria avverte le tre ragazze che dovranno vendicarsi da sole. È una scelta più che darsi il potere, la stessa scelta che Jaime Lannister ha preso partendo proprio per Dorne in soccorso di Myrcella. Vuole essere lui a risolvere la questione. Si sente in colpa per non esserci mai stato come padre, ma più che altro sembra essersi pentito di aver permesso a Tyrion di lasciare King’s Landing, cosa che ha causato poi l’assassinio di suo padre e l’indignazione di Cersei. Un Jaime un po’ duro che però accoppiato con il neo cavaliere Bronn mostra sempre e gratuitamente il suo lato ironico.
Intanto, proprio Tyrion sembra essere vittima di un’altra decisione. Quella presa da ser Jorah, il quale, come ipotizzato in precedenza, lo sta portando dalla sua regina , Daenerys. Strana cosa il fato. E’ la stessa strada che Tyrion stava percorrendo e che avrebbe comunque percorso senza quel rapimento. Anche in questa scena il discorso può celatamente riferirsi al potere. Jorah non ha nessun potere decisionale, in realtà. Spera che portare Tyrion da Daenerys gli faccia guadagnare il perdono della donna, ma in realtà non ne ha alcuna certezza. Un gesto disperato, per parafrasare il ‘Folletto’.
Prima di concludere è giusto citare una breve scena tra Stannis e sua figlia Shireen. Il rapporto padre-figlia è stato molto approfondito nella serie televisiva ed è stato toccante il racconto fatto dall’uomo, che assicura alla figlia di non essersi mai vergognato di lei e della sua malattia. Uno Stannis Baratheon decisamente più sentimentale che però, parere personale, ha acquisito ancora più punti ed è da ritenere uno dei migliori pretendenti al trono di spade.
Questa settimana abbiamo parlato di potere, quindi vorrei ricordare un’altra frase pronunciata questa volta da Varys, sempre qualche stagione fa:
“Il potere risiede lì dove gli uomini credono che risieda. È un trucco. Un’ ombra sul muro”. Anche questa assolutamente calzante per descrivere tutto ciò che accade, non solo in questa stagione, ma sempre in Game of Thrones. Il potere passa di mano e non sai mai chi lo prenderà, come e se sarà in grado di gestirlo. Sappiamo solo che questo porterà non sempre a felici conseguenze, e come ogni anno, ci saranno vincitori e vinti.
(Un saluto agli amici di Game of Thrones ITALIA!)