2) Roose Bolton, artefice di uno dei momenti più brutali di Game of Thrones
Roose Bolton è un esempio perfetto di villain nascosto in Game of Thrones, un personaggio che agisce nell’ombra, calcolatore e spietato. Riesce a nascondere le sue vere intenzioni dietro una maschera di calma glaciale e apparente lealtà. Fin dall’inizio, Roose si presenta come uno degli uomini di fiducia di Robb Stark, un fedele alleato del Nord attivo nella guerra contro i Lannister. Tuttavia, la sua fedeltà è solo un’illusione: Roose è guidato unicamente dall’opportunismo e dall’ambizione personale, pronto a tradire chiunque se ciò serve ai suoi interessi. Questo lato oscuro si manifesta nel modo più brutale durante le Nozze Rosse, un evento che lo consacra come uno dei villain più subdoli della serie. Il tradimento di Roose nei confronti di Robb Stark è l’emblema della sua natura fredda e pragmatica. Non si limita a cambiare schieramento: prende attivamente parte al massacro, pugnalandolo a tradimento con le parole “I saluti di casa Lannister” sulle labbra.
Il suo gesto non è solo crudele, ma anche profondamente simbolico del suo totale disprezzo per i legami umani. Per Roose, la famiglia, l’onore e la fedeltà sono concetti vuoti, sacrificabili sull’altare della sua ambizione. Il suo desiderio di potere culmina con la nomina a Protettore del Nord, una posizione che ottiene non con la lealtà, ma con il tradimento e il sangue. Ciò che rende Roose Bolton un villain così terrificante è la sua capacità di mantenere un comportamento calmo e razionale anche nei momenti di maggiore brutalità. Non è un uomo guidato da passioni irrazionali o da impulsi distruttivi: ogni sua azione è freddamente calcolata, e lo rende un antagonista estremamente pericoloso. Tuttavia, la sua stessa natura traditrice si ritorce contro di lui: la fiducia mal riposta nel figlio Ramsay, ancor più crudele e imprevedibile, lo conduce a una fine brutale per mano del suo stesso sangue.
3) Olly
Olly è uno dei più giovani membri dei Guardiani della Notte in Game of Thrones. Un villain insospettabile che, tuttavia, non nasce dalla malvagità innata, ma dal trauma e dalla manipolazione. Introdotto inizialmente come un bambino innocente e vittima della violenza dei Bruti, Olly conquista rapidamente la simpatia del pubblico. La sua intera famiglia viene massacrata durante un raid guidato da Tormund e Ygritte, evento che gli lascia cicatrici profonde e lo spinge a vendicarsi. Questa vendetta, però, si trasforma gradualmente in odio cieco, rendendo Olly uno dei personaggi più ambigui della serie. Ben presto diventa apprendista di Jon Snow, che lo prende sotto la sua ala, cercando di insegnargli i valori della Confraternita. Ma è quando questi tenta di indottrinarlo alla collaborazione con i Bruti che il suo carattere comincia a mutare. L’alleanza di Jon con i Bruti è qualcosa che Olly non può accettare.
Questo conflitto interno viene abilmente sfruttato da Alliser Thorne, che alimenta il suo risentimento verso Jon, presentandolo come un traditore della Confraternita. La trasformazione di Olly culmina in uno degli atti più scioccanti di Game of Thrones: il suo coinvolgimento nell’assassinio di Jon Snow. Sebbene Olly non agisca come leader della cospirazione, la sua partecipazione rende il tradimento ancora più doloroso, dato che Jon lo aveva accolto come un protetto. La scelta di Olly di pugnalare Jon è motivata più dal suo dolore personale che da un vero senso del dovere verso la Confraternita. Olly è un villain atipico, un ragazzo trasformato in antagonista dalle circostanze e dalla manipolazione di figure adulte. La sua esecuzione dopo la resurrezione di Jon Snow segna un momento amaro. Un promemoria del costo umano della guerra e dell’odio, e della sottile linea che separa vittime e carnefici in Game of Thrones.