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Le 10 citazioni più iconiche di Varys

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Il Ragno tessitore. Il Maestro dei Sussurri. L’eunuco più famoso dei Sette regni. Tanti sono gli appellativi per Varys, uno dei personaggi più emblematici di Game of Thrones. E anche uno dei più longevi, considerando che ha attraversato praticamente illeso tutta la saga, dalla prima stagione all’ultima.
Con i suoi modi melensi e adulatori, con i suoi sgargianti vestiti di seta e il volto costantemente incipriato, Lord Varys – che poi Lord non è – ci ha accompagnato per quasi un decennio nelle trame più nascoste e nei segreti più inconfessabili di Westeros. Disprezzato a corte per le sue origini e la sua natura, il Ragno tessitore ha saputo incarnare alla perfezione scaltrezza, sagacia e doppiezza in un mix agghiacciante di ambiguità e finzione. Il tutto condito da una buona dose di ironia che, episodio dopo episodio, ce lo ha fatto apprezzare (e amare) per ciò che realmente è.

Astuto, perspicace, graffiante nei modi come nelle parole, Varys è uno dei personaggi meglio costruiti di tutta Game of Thrones.

Leale a nient’altro se non al Reame, un concetto astratto eppure estremamente tangibile. Silenzioso, camaleontico, ingegnoso, Varys è sempre un passo avanti agli altri e la sua saggezza è diventata col tempo talmente proverbiale che è impossibile non riconoscere immediatamente le sue citazioni più iconiche.

1) Guadagnarsi il potere con le proprie forze (Guerre imminenti, 5×01)

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Ogni sciocco, con un po’ di fortuna, può nascere con il potere nelle proprie mani, ma per guadagnarselo da soli ci vuole un duro lavoro.

E Varys ne sa qualcosa. Figlio di uno schiavo di Lys, membro di una compagnia di guitti, mutilato e poi abbandonato da ragazzo, è riuscito a farsi strada nel mondo solo grazie alla propria scaltrezza e intelligenza. Fino ad arrivare nelle stanze del potere del continente occidentale e a sedere al fianco di principi, nobili e sovrani.

Qui siamo a Pentos, Essos. Varys e Tyrion hanno appena varcato il Mare Stretto, il Folletto in una cassa, l’eunuco avvolto in un mantello.
A Westeros la situazione è precipitata. Il regno sanguina e i nobili giocano ad accaparrarsi il potere. E Varys si è stancato di servire tiranni ragazzini e uomini incapaci. Tyrion gli ha inconsapevolmente fornito l’occasione di invertire la rotta.
È possibile che siamo così assuefatti all’orrore da non ammettere alternative a questo mondo. Ma un’alternativa c’è e Varys lo sa.
La sua missione è convincerne anche Tyrion Lannister, un altro uomo per niente sciocco, che si è guadagnato il potere con il duro lavoro.

I nemici (E ora la mia guardia si è conclusa, 3×04)

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Scelgo i miei alleati con attenzione e i nemici con più attenzione ancora.

Una delle citazioni più emblematiche di Varys, che ne evidenzia l’indole e le abilità da Ragno tessitore.
A prestargli ascolto è Lady Olenna, nei giardini di Approdo del Re.

Due personaggi, Varys e Olenna, la cui scaltrezza sarebbe sufficiente a reggere, da sola, le sorti dell’intero reame in Game of Thrones.

L’argomento cruciale della conversazione è Sansa Stark, vittima delle angherie di re Joffrey e nel mirino di Lord Baelish. Varys conosce Ditocorto, ne ha studiato le mosse, e prepara un piano per neutralizzarne i propositi.

Sorvegliare il nemico, impadronirsi dei suoi segreti e passare al contrattacco nella maniera più silenziosa possibile. È questo il modus operandi del Maestro dei Sussurri, questo ciò che lo ha reso sempre estremamente efficace.

Il rasoio (Nessuno, 6×08)

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Se ti fai la barba con un rasoio affilato vuol dire che funziona, ma non significa che non potrà tagliarti la gola.

Nelle segrete stanze del potere funziona così: bisogna maneggiare con cura qualsiasi strumento, prima che questo ti si possa ritorcere contro.
Per riportare la pace a Meereen, Varys stringe un patto con dei fanatici religiosi, adepti del Signore della Luce, la peggior specie di alleati per un uomo che detesta qualsiasi forma di adorazione del soprannaturale.
La politica è fatta soprattutto di compromessi e, talvolta, occorre assumersi dei rischi per preservare un bene superiore.

I segreti (E ora la mia guardia si è conclusa, 3×04)

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Appropriarsi dei segreti di un uomo è meglio che appropriarsi del suo denaro.

Niente di più vero in Game of Thrones. Al gioco del trono non vince chi è più ricco, ma chi sa districarsi meglio nella fittissima rete di segreti, bugie, tranelli e inganni perpetrati ai danni di chiunque. Chi custodisce un segreto, ha un punto debole scoperto. E Varys li conosce tutti, motivo per il quale è una delle persone più temute dei Sette regni.

A Tyrion racconta la storia della propria evirazione, di come quella notte sia ancora viva nei suoi sogni e gli suggerisce di avere pazienza proprio come ne ha avuta lui. La vendetta è lenta e faticosa, ma alla fine arriva. Basta averne lo stomaco.

Uomini e re (Le campane, 8×05)

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Gli uomini decidono a chi dare il potere, anche se non lo sanno.

È purtroppo una delle ultime citazioni di lord Varys. Il suo tempo in Game of Thrones sta per finire e si può già intuire a quale destino stia per andare incontro il Ragno tessitore.

Prima che le campane suonino, cambiando per sempre la storia di Westeros, Varys prova a dare una svolta agli eventi. Ma con Jon Snow, l’uomo più leale dei Sette regni, i giochi politici del Maestro dei Sussurri non attaccano. She’s my Queen è il trand topic al quale riportano tutte le conversazioni del Re del Nord. Varys morirà nel tentativo disperato di trovare il giusto sovrano per il Trono di Spade. Se qualcuno gli avesse dato ascolto, non ci sarebbe stata nessuna campana a stravolgere il corso degli eventi.

L’assenza di desiderio (Le leggi degli dei e degli uomini, 4×06)

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Quando vedo a cosa il desiderio riduce le persone e a che cosa ha ridotto questo paese, io sono contentissimo di non provarlo. Inoltre, l’assenza di desiderio lascia la mente libera di perseguire altri fini.

È una delle citazioni che meglio rappresenta Varys, quella che scava più a fondo nella sua natura. Un personaggio completamente devoto alla causa, quella del reame. Senza alcuna debolezza.

Tutti i personaggi di Game of Thrones, anche quelli più scaltri e misurati, hanno dei punti deboli. Tyrion, Cersei, Tywin Lannister, Lord Bealish. Non Varys. Per lui il desiderio non esiste, quindi non può esserne schiavo.

Se Oberyn Martell avesse provato a riflettere sulle sue parole, magari sarebbe ancora vivo…

Niente di più dolce (La giustizia della regina, 7×03)

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A noi gente comune basta assaggiare il potere e, come il leone con la carne umana, poi non c’è niente di più dolce.

Se vieni dal nulla, come Varys o Melisandre, il potere lo apprezzi di più, perché per guadagnartelo hai dovuto soffrire più degli altri. Ma una volta seduto al fianco dei re, una volta entrato nel gioco del trono, è impossibile venirne fuori.
Riuscireste mai a immaginare la Donna rossa senza uno Stannis Baratheon o uno Jon Snow da mettere sul trono? E riuscireste mai anche solo a concepire la figura di Varys completamente distaccata dall’influenza del potere?

Il Reame (La scalata, 3×06)

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Varys: Ho fatto quello che ho fatto per il Reame!
Bealish: Il Reame? Tu lo sai cos’è il Reame? Sono le mille lame dei nemici di Aegon, una storia che noi accettiamo di raccontarci ancora, e ancora, finché dimenticheremo che è una fandonia.
Varys: Ma che ci resterà il giorno in cui abbandoneremo questa fandonia? Il caos, un pozzo profondo che aspetta di inghiottirci tutti.

Il gioco del Trono, in realtà, è una partita infinita tra Varys e Ditocorto. Quante volte, soprattutto nelle prime stagioni, ne abbiamo avuto la prova! La verità è che questi due personaggi, in silenzio e lontano dai riflettori, muovono tutti i fili del gioco. Ma la sostanziale differenza tra il Maestro del Conio e quello dei Sussurri è che, mentre il primo agisce per interesse personale e sete di potere, il secondo muove tutte le pedine solo in funzione di un bene più grande, quello del Reame. In questa massima sono condensate le ragioni di vita e l’esistenza stessa di Varys.

Tiranni e destino (L’ultimo degli Stark, 8×04)

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Ho servito tiranni tutta la vita, non fanno altro che parlare di destino.

Lo faceva Aerys il Folle, lo faceva a modo suo Robert Baratheon, lo ha sempre fatto Daenerys Targaryen. I tiranni non solo reclamano il potere, sono anche convinti di essere destinati ad assumerlo nelle proprie mani. Una convinzione che, a volte, può portare a distaccarsi completamente dalla realtà. Poco importa se sei uscita indenne dalle fiamme di un rogo, il potere non è un diritto divino e non dura per sempre.

Varys i tiranni sa riconoscerli, ma nessuno sembra dargli ascolto.

Un’ombra molto grande (Ciò che è morto non muoia mai, 2×03)

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Il potere risiede dove gli uomini credono che risieda. È un trucco, nulla di più. Un’ombra sul muro. E un uomo molto piccolo è in grado di proiettare un’ombra molto grande.

L’ombra è quella di Tyrion Lannister, probabilmente l’unico amico di Varys. E questa è una delle citazioni più famose dell’eunuco, e anche quella che riassume meglio il rapporto tra lui e il Folletto. Un rapporto fatto di stima reciproca, oltre che di collaborazione. Ma, al di là di Tyrion e dell’amicizia tra i due personaggi, questa citazione rimane una delle più iconiche per la sottile analisi dei meccanismi politici che reggono il mondo.

Il potere è un’ombra, un’illusione. E nessuno come Varys, in Game of Thrones, è in grado di svelarne i trucchi.

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