Il seguente articolo contiene numerosi SPOILER su Game of Thrones.
La Casa Stark è una delle famiglie più iconiche di Game of Thrones (che puoi trovare qui in streaming su NOW). I membri della famiglia sono stati protagonisti di alcuni dei più memorabili e tragici momenti della saga, evolvendo da semplici nobili del Nord a figure chiave nel destino di Westeros. Ogni Stark ha affrontato un percorso unico, segnato da perdite, sacrifici e incredibili trasformazioni. In questa classifica, analizzeremo i loro archi narrativi, dal meno avvincente al più coinvolgente. Valuteremo i viaggi emotivi, le svolte drammatiche e l’impatto che ciascun personaggio ha avuto sullo sviluppo della trama. Gli Stark sono probabilmente la famiglia più importante di Game of Thrones, simbolo di correttezza e virtù, nonostante un destino quasi sempre avverso.
8) Rickon Stark
Tra tutti i membri di Casa Stark, Ricino è sicuramente quello meno sviluppato in termini narrativi, ma più in generale della stessa serie. Essendo il più giovane dei figli di Eddard Stark e Catelyn Tully, Rickon ha un ruolo meno centrale rispetto ai suoi fratelli. Tuttavia, anche la sua storia in qualche modo riflette l’instabilità del Nord e il caos che segue la caduta della Casa di Grande Inverno. Rickon è ancora un bambino piccolo quando inizia la storia e la sua età è spesso un fattore che limita il suo coinvolgimento diretto a corte. Quando suo padre viene giustiziato e esplode la guerra dei Cinque Re, Rickon è abbandonato a Grande Inverno, insieme a Bran, sotto la protezione di Maester Luwin. Qui sviluppa un legame stretto con il suo metalupo, Cagnaccio, che rappresenta il suo istinto primordiale e il suo bisogno di protezione.
Dopo la caduta di Grande Inverno a opera di Theon Greyjoy e il saccheggio da parte dei Bolton, Rickon e Bran si separano. Bran intraprende il suo viaggio verso il nord con Meera e Jojen Reed, mentre Rickon parte per la propria strada con Osha. Questa separazione sottolinea il tema della dispersione della famiglia Stark e la loro lotta per sopravvivere in un mondo ostile. In Game of Thrones, Rickon scompare per diverse stagioni fino a quando viene consegnato da Osha a Ramsay Bolton. Questi lo usa come ostaggio per destabilizzare Jon Snow nella Battaglia dei Bastardi. La tragica fine di Rickon, ucciso mentre corre verso la libertà, rappresenta simbolicamente la brutalità della guerra e la fine dell’innocenza per i membri più giovani della Casa Stark.
7) Benjen Stark
Veniamo ora a un altro membro “sporadico” di Casa Stark: Benjen Stark, il fratello di Eddard. Benjen è il fratello minore di Eddard Stark e ricopre il ruolo di Primo Ranger dei Guardiani della Notte. La sua storia è collegata in modo profondo ai misteri che circondano la Barriera e le forze oscure che minacciano Westeros da nord. All’inizio della serie, Benjen è una figura molto rispettata, profondamente legata ai valori della lealtà e del dovere. È lui che introduce Jon Snow all’idea di unirsi ai Guardiani della Notte, sottolineando l’importanza di proteggere Westeros dalle minacce che vengono da oltre la Barriera. Benjen stesso è impegnato in questa missione, e ciò lo porta a intraprendere pericolose spedizioni a nord della Barriera, durante una delle quali scompare misteriosamente. Mentre nei libri la scomparsa di Benjen è avvolta nel mistero, nella serie tv questi riappare in una forma drammatica e sovrannaturale.
Viene rivelato che, durante una delle sue missioni, è stato attaccato dagli Estranei. Ma prima di trasformarsi in un non-morto, Benjen è stato salvato dai Figli della Foresta, che lo hanno trasformato in una sorta di ibrido tra un uomo e uno spettro. Questi è dunque incapace di attraversare la Barriera ma ancora dedito alla protezione degli uomini. Questa sua condizione lo lega ulteriormente alla propria natura sacrificale nella lotta contro le forze del male. Benjen aiuta due volte i membri della sua famiglia. La prima volta salva Bran Stark e Meera Reed dai non-morti, dandogli il tempo di scappare. La seconda volta salva proprio Jon Snow quando questi rimane intrappolato oltre la Barriera dopo un fallito attacco agli Estranei. Benjen sacrifica se stesso per permettere a Jon di scappare, un atto che cementa la sua dedizione al dovere fino alla fine.
6) Robb Stark, il re che non fu mai
Robb Stark è uno dei personaggi più tragici di Game of Thrones, sia per la sua fine che per quello che avrebbe potuto rappresentare per gli Stark. Primogenito di Eddard e Catelyn, Robb è il giovane lord di Grande Inverno, cresciuto con grandi valori e pronto ad assume la responsabilità della sua casata. Robb è un uomo leale che, in qualche modo, resta vittima delle conseguenze delle proprie decisioni. Dopo la morte di suo padre, Robb prende il controllo del Nord e convoca i vessilli per marciare in guerra contro i Lannister. Viene proclamato “Re del Nord”, titolo che non si vedeva dai tempi antichi, e inizia a guadagnare il rispetto dei suoi uomini. Robb vince numerose battaglie contro le forze dei Lannister, diventando la principale minaccia dei reali. Tuttavia, il giovane Re del Nord commette una serie di errori fatali, soprattutto di natura personale.
Il suo primo errore cruciale è legato alla promessa di matrimonio fatta a Walder Frey, uno dei suoi alleati. Nonostante l’accordo, Robb si innamora e sposa Talisa Maegyr, rompendo così la sua promessa a Walder Frey. Questo atto, seppur romantico e mosso da buone intenzioni, avrà conseguenze devastanti. Le azioni di Robb mettono in moto una catena di eventi che culminano nelle Nozze Rosse, un tradimento ordito dai Frey e dai Bolton. Durante quello che doveva essere un matrimonio celebrativo, Robb, sua moglie e sua madre Catelyn e gran parte dei suoi alleati vengono brutalmente assassinati. Questo momento segna una svolta nella guerra, decimando le forze Stark e frantumando la speranza di una vittoria per il Nord. L’arco narrativo di Robb Stark in Game of Thrones è emblema di tragedia. Questi incarna le qualità nobili del padre, ma è anche vittima di un mondo spietato dove tali virtù spesso portano alla rovina.
5) Eddard Stark, il patriarca della dinastia più combattiva di Game of Thrones
Eddard Stark, detto Ned, è il patriarca degli Stark in Game of Thrones. Tra i membri della casata è quello meno duraturo in termini narrativi, visto che la prima stagione della serie culmina con la sua condanna a morte. Edward Stark rappresenta l’archetipo dell’uomo onesto e integro, profondamente legato ai valori dell’onore, della giustizia e della lealtà. La sua storia, come quella di Robb, esplora come questi valori, pur ammirevoli, possano portare alla rovina in un mondo politico corrotto e spietato. La sua amicizia con re Robert Baratheon è una delle forze trainanti della sua vita. E’ ciò che lo porta a rispondere alla chiamata di Robert quando quest’ultimo, diventato re, gli chiede di diventare Primo Cavaliere. Sebbene riluttante a lasciare il Nord, Eddard accetta per senso del dovere e della lealtà, portando con sé le sue figlie Sansa e Arya.
A corte, Ned si scontra immediatamente con la corruzione e gli intrighi politici che permeano Approdo del Re. La sua natura onesta e diretta lo rende un outsider in un ambiente dove tradimenti, menzogne e manipolazioni sono la norma. Durante la sua indagine sulla morte di Jon Arryn scopre un segreto pericoloso: i figli della regina Cersei non sono del re Robert, ma di Jaime Lannister. Ned, credendo nella giustizia e nella lealtà al reame, decide di affrontare Cersei, dando alla regina l’opportunità di fuggire con i suoi figli. Questo atto dimostra la sua umanità ma anche la sua ingenuità politica. Dopo la morte improvvisa di Robert, Eddard cerca di proteggere il regno e i suoi figli, ma viene tradito da Ditocorto, che giura fedeltà ai Lannister. Eddard viene arrestato per tradimento e condannato. La sua morte avviene al culmine della prima stagione, davanti agli occhi delle sue figlie.
4) Brandon Stark, il più misterioso e controverso tra gli Stark di Grande Inverno
Lo abbiamo posizionato fuori dal podio nonostante alla sia lo Stark più altolocato alla fine di Game of Thrones. Tuttavia, qui parliamo di evoluzione del personaggio, aspetto piuttosto controverso in Brandon nonché tra i motivi di critica in merito all’epilogo della serie. L’arco narrativo di Brandon Stark è tra i più complessi e mistici. Inizialmente è un giovane nobile del Nord, ma alla fine del suo percorso diventa uno dei personaggi più potenti e misteriosi della saga, il Corvo a Tre Occhi. La sua vita cambia drasticamente quando, nella prima stagione, assiste accidentalmente a un incontro incestuoso tra Jaime e Cersei Lannister. Jaime lo spinge giù da una torre per proteggere il segreto, lasciando Bran paralizzato dalla vita in giù. Questo evento è cruciale per l’inizio del caos che travolge Westeros, ma per Bran segna anche l’inizio di un percorso di trasformazione fisica e spirituale.
Dopo l’incidente, Bran inizia a fare sogni particolari, nei quali appare un misterioso corvo a tre occhi. Scopre di essere un metamorfo, in grado di “entrare” nella mente di altri esseri viventi. Bran lascia il Nord e si dirige oltre la Barriera per cercare il Corvo a Tre Occhi, che gli insegnerà a controllare i suoi poteri. Dopo un lungo viaggio e molte difficoltà, Bran raggiunge il Corvo a Tre Occhi e diventa il suo apprendista. Bran, attraverso visioni e flashback, scopre importanti verità sul passato di Westeros, inclusa la vera identità di Jon Snow come figlio di Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen. Dopo la morte del Corvo a Tre Occhi, Bran eredita ufficialmente il suo ruolo. L’epilogo della sua storia vede Bran ascendere a un ruolo inaspettato: viene scelto come nuovo re. La sua elezione simboleggia la fine di un’era di guerre sanguinose e l’inizio di un nuovo ordine basato sulla saggezza e sulla conoscenza.
3) Non propriamente uno Stark, ma Jon Snow non poteva di certo mancare in questa classifica
Un po’ provocatoriamente, un po’ per meriti altrui, Jon Snow non va oltre il secondo posto in questa classifica sui migliori archi narrativi di Casa Stark. Diciamoci la verità: non esiste nessuno al mondo pienamente soddisfatto del suo percorso in Game of Thrones. Nato e cresciuto come il figlio illegittimo di Eddard Stark, Jon Snow si è sentito sempre un estraneo a Grande Inverno. E’ proprio questo senso di esclusione che lo ha portato a unirsi ai Guardiani della Notte, per proteggere i regni dalle minacce oltre la Barriera. Questa esperienza è quella che maggiormente tempra il suo carattere, ma è anche la più dura, e qui è costretto a tante scelte dolorose. Diventa Lord Comandante dei Guardiani della Notte e si trova a dover fare scelte difficili, tra cui un’alleanza con i Bruti per combattere gli Estranei. Questa decisione crea divisioni tra i Guardiani, tanto che Jon viene tradito e assassinato dai suoi stessi uomini.
Tuttavia, grazie all’intervento magico di Melisandre, Jon viene riportato subito in vita, ma il suo ritorno è accompagnato da un profondo senso di disillusione. Il picco di Jon Snow in Game of Thrones arriva nella Battaglia dei Bastardi, in cui riconquista Grande Inverno dai Bolton. Dopodiché, l’unico obiettivo del nuovo Re del Nord è quello di sconfiggere una volta per tutte il Re della Notte e gli Estranei. Nel finale della serie viene rivelata la sua vera identità: Jon è in realtà Aegon Targaryen, erede legittimo al Trono di Spade. Nonostante questa rivelazione, Jon rifiuta il potere, che ha conosciuto e imparato a disprezzare. Da qui in poi, il suo percorso subisce critiche battute d’arresto che ancora oggi sono oggetto di discussione. Jon, nonostante il suo amore per Daenerys Targaryen, è costretto a ucciderla per fermare la sua ascesa tirannica. Sconvolto dal dolore, Jon Snow decide di tornare oltre la Barriera, nell’unico posto in cui si sente ancora utile.
Il percorso di Jon Snow è ancora oggi oggetto di mistero e aspre critiche nei confronti di Game of Thrones
Jon Snow è sempre stato il protagonista della serie, ma spesso e volentieri il pubblico ha avuto difficoltà a empatizzare con lui. La sua storia d’amor con Daenerys sembrava rappresentare il finale perfetto per la serie, motivo per cui la sua ribellione è stata un fulmine a ciel sereno. Al di là di questo, verso il finale della serie questo personaggio è apparso sempre più fiacco, immobile. Di fronte a un percorso che lo ha portato a condurre un esercito verso la Lunga Notte, la conclusione del suo arco narrativo non è di certo all’altezza delle aspettative.
2) Troppe volte ci dimentichiamo del percorso di crescita di Sansa Stark in Game of Thrones
Sansa Stark è la figlia maggiore di Eddard e Catelyn, ed è protagonista di uno degli archi narrativi più sorprendenti e affascinanti di Game of Thrones. All’inizio della serie, Sansa è una giovane nobile ingenua, cresciuta con l’ideale romantico delle storie di cavalieri e dame. Tuttavia, la sua innocenza viene segnata dalla morte del padre, alla quale assiste di persona, ordinata da re Joffrey, suo futuro marito. Da quel momento in poi, Sansa si ritrova prigioniera di una corte pericolosa, circondata da nemici e manipolatori. Nel corso delle stagioni, Sansa si dimostra all’altezza del proprio ruolo, imparando gradualmente a navigare nel mondo crudele della politica. Nonostante le umiliazioni e le torture psicologiche, sviluppa una resilienza sorprendente. Si allea persino con persone come Ditocorto, tra i responsabili della morte del padre, per migliorare la propria posizione. In una fase particolarmente difficile, viene costretta a sposare Ramsay Bolton, sadico e brutale, che la sottopone a terribili abusi.
Nonostante tutto, Sansa non si spezza mai. Quando finalmente riesce a tornare a Grande Inverno, si ricongiunge con Jon Snow, suo fratellastro, con cui si allea per riconquistare la casa dagli usurpatori Bolton. I due Stark uniscono le forze e le proprie capacità politiche e belliche per ristabilire l’ordine al Nord. Alla fine, Sansa diventa la Regina del Nord, una leader forte, saggia e rispettata, capace di difendere gli interessi del popolo e della sua casata. L’arco narrativo di Sansa è quello di una ragazza che passa dall’innocenza e dall’idealismo fanciullesco all’essere una donna forte, capace di navigare nel mondo violento della politica. Il suo viaggio in Game of Thrones, più di tanti altri, rappresenta un percorso di autodeterminazione, in cui impara a usare la sua intelligenza e il suo coraggio per diventare una delle figure chiave del Nord e di tutto Westeros.
1) Arya Stark
Ben oltre le aspettative, invece, è andata Arya Stark, la figlia più giovane di Eddard e Catelyn. Una ragazza dallo spirito combattivo, abituata a non mollare mai di fronte alle avversità, mossa dalla sete di giustizia. Arya, tra tutti i figli di Ned, è sicuramente quella che più gli somiglia per determinazione. Mentre sua sorella Sansa sogna una vita di corte, Arya è più interessata all’avventura e al combattimento, caratteristiche che plasmano il suo destino. Dopo l’esecuzione di suo padre, Arya è costretta a fuggire e intraprende un lungo viaggio in solitudine attraverso Westeros, separata dalla sua famiglia. Questo evento traumatico segna l’inizio della sua trasformazione. Lungo la strada, affronta innumerevoli pericoli, ma grazie alla sua determinazione e intelligenza, riesce a sopravvivere. Durante le sue avventure, Arya sviluppa una lista di persone che desidera uccidere per vendicarsi di coloro che hanno tradito o distrutto la sua famiglia.
Questa “lista dei nomi” diventa una parte centrale della sua identità e la guida in molte delle sue azioni future. La sua storia subisce una svolta significativa quando incontra Jaqen H’ghar, un membro del misterioso culto degli Uomini Senza Volto. Affascinata dall’idea di diventare un’assassina con abilità sovrannaturali, Arya viaggia a Braavos, dove inizia il suo addestramento presso la Casa del Bianco e del Nero. Qui impara a combattere senza vista, a cambiare volto e a diventare “nessuno”, un’assassina che può prendere molte identità. Dopo aver completato il suo addestramento, Arya ritorna a Westeros per vendicare la sua famiglia. Il primo passo della nuova Arya è quello di uccidere brutalmente Walder Frey vendicandosi delle Nozze Rosse. Nel finale della serie, Arya gioca un ruolo cruciale nella sconfitta del Re della Notte. In un colpo di scena sorprendente, è lei a ucciderlo, salvando Westeros dall’invasione degli Estranei.
Dopo la guerra, Arya decide di intraprendere una nuova avventura: esplorare le terre oltre Westeros, spinta dal suo desiderio di scoprire il mondo
Anche qui si potrebbe parlare a lungo delle criticità del percorso di Arya. C’è chi non ha mai accettato che sia stata lei a uccidere il Re della Notte, ma in realtà sono ben pochi quelli che ritengono che non ne fosse all’altezza. Il punto è che tale ruolo sarebbe dovuto spettare proprio a Jon Snow, in linea teorica, mentre è visto più come un premio per Arya. Ma per quel che ci riguarda siamo qui per parlare del suo percorso all’interno di Game of Thrones, e non possiamo che affermare che si tratti di uno dei più coerenti e completi in assoluto. Arya non ha mai tradito la propria natura, si è solo evoluta, acquisendo autonomia e consapevolezza che in pochi altri vantano nella serie. Arya ha visto l’inferno con i suoi occhi, ha visto morire suo padre, suo fratello e sua madre, ma si è sempre rialzata da sola.