Il personaggio di Daenerys Targaryen è uno dei più complessi tra quelli che Game of Thrones ci presenta. Il percorso evolutivo della donna è lento e inesorabile. Da ragazzina impaurita, Daenerys diventa donna, regina e madre. Matura, acquisendo sicurezza in se stessa, e arrivando a essere uno dei personaggi più importanti dell’intera serie.
Generalmente amata nel corso delle prime stagioni, Daenerys finisce come uno dei personaggi più odiati, a causa del cambiamento repentino che la sua moralità subisce durante gli episodi finali di Game of Thrones. La perdita di ogni etica e la furia omicida della donna, sono sembrati ai più troppo repentini, cogliendo di sorpresa i fan più accaniti.
Fermandosi un attimo a riflettere, però, e tornando indietro nel tempo, ci si rende conto di come in fondo il suo personaggio non sia mai stato così perfetto come talvolta appariva ai nostri occhi. Una dura verità ci travolge all’improvviso, mentre una nuova consapevolezza si accende dentro di noi: Daenerys è sempre stata una folle omicida.
Guardando attentamente alla sua storia, ci accorgiamo di come Game of Thrones delinei un personaggio che fin dal principio è destinato alla pazzia.
Quando ci viene presentata per la prima volta, Daenerys è una fanciulla, una bambina che poco ancora conosce del mondo, ma che eppure nasconde già un passato di tormenti e di distruzione.
Con i suoi lunghi capelli argento e con il suo angelico viso, riesce subito a conquistare l’amore dei telespettatori. Questa piccola creatura spaventata, cresciuta senza casa e senza amore, suscita la nostra empatia e la nostra comprensione: entrare in sintonia con lei ci risulta facile, automatico.
Daenerys è un’esiliata, una bambina privata dell’amore del suoi genitori. Ma c’è un elemento nella sua infanzia che poco viene considerato all’inizio. Daenerys è stata cresciuta da un uomo che le ha inculcato l’odio verso gli usurpatori della sua famiglia, mettendole in testa l’idea di essere predestinata al potere, di essere la discendente della famiglia più potente di tutti i tempi.
Con rassegnazione Daenerys si lascia travolgere dagli eventi e dalle decisioni del fratello, sognando dentro di sé il giorno in cui potrà tornare in quella casa che mai ha conosciuto, ma che sente sua più di ogni altra cosa. Nel silenzio e nell’innocenza, la Targaryen trascorre l’infanzia e la prima adolescenza.
Costretta a sposare il barbaro Khal Drogo, Daenerys accetta senza lamentarsi il suo destino, completamente plagiata dal fratello, unico affetto che lei conosca. Eppure, inconsciamente e lentamente, gli anni di abusi, dolori e silenzi iniziano a caricarla di un’energia che nemmeno lei sapeva di possedere, il fuoco dei Targaryen che brucia dentro di lei, più vivo e più vero di quanto sia quello del fratello.
Con il matrimonio, Daenerys acquista per la prima volta un suo ruolo. Diventa Khaleesi e non solo di nome.
Messa per la prima volta in condizione di far sentire la sua voce, ritrovatasi accanto un uomo disposto ad ascoltare veramente i suoi pensieri, la Targaryen inizia a capire che esiste un’alternativa alla sottomissione.
Inizia ad acquisire forza, inizia ad acquisire sicurezza. Inizia a capire che lei e solo lei può agire per riprendersi il suo posto nel mondo.
Da schiava venduta al grande Khal, Daenerys diventa una vera Khaleesi, dimostrando innanzitutto a se stessa la grande forza che possiede. Pian piano, la dolce fanciulla lascia il posto a una donna forte e determinata. Una donna che non è più disposta ad accettare il potere e il controllo di nessuno, né del marito né di quel fratello che in fondo non l’ha mai amata. La decisione di Viserys di barattare la sorella si rivolta contro di lui, arrivando a decretare la sua stessa fine.
È proprio nella morte di Viserys che l’evoluzione di Daenerys raggiunge il suo apice, mostrando per la prima volta il vero volto della donna.
Ormai libera dal giogo psicologico che per anni il fratello ha esercitato su di lei, Daenerys inizia a comprendere un’importante e profonda verità. Non solo Viserys, ma anche lei, appartiene alla nobile stirpe dei Targaryen: il sangue del drago vive in lei, ma senza le debolezze e i limiti del fratello.
Un’idea inizia a balenare nella testa della donna, l’idea per cui Viserys non sia veramente degno di portare avanti il glorioso nome dei Targaryen. Pian piano, Daenerys comprende come quel posto, quel ruolo, appartiene in realtà a lei. Così all’ennesimo scontro con il fratello, la ragazza prende una decisione che cambierà per sempre le sorti del suo personaggio, segnando il resto degli avvenimenti che Game of Thrones ci presenta.
Quando il marito le propone di porre fine alla vita del fratello, Daenerys non batte ciglio. Nessun tormento, nessun dubbio attraversa il suo cuore. è come se quel momento fosse scritto nel suo destino, come se ogni cosa l’avesse condotta fino a lì.
Con voce ferma e cuore di ghiaccio, Daenerys comunica a suo fratello la volontà del marito di donargli una corona d’oro, nascondendogli il vero significato di quelle parole. Dopo un breve cenno d’assenso al suo amato, ecco allora che la Khaleesi accetta la morte del fratello.
Ed è proprio nell’impassibile sguardo con cui assiste a quell’omicidio che l’evoluzione di Daenerys raggiunge il suo apice, è proprio in quell’istante che ha luogo l’evento esatto che la trasforma in una folle omicida.
La morte di Viserys rappresenta il più semplice e puro atto di sublimazione del potere e dell'”istinto omicida”. È il punto di svolta di un cambiamento più grande, più importante di quanto all’epoca della prima visione della puntata potessimo immaginare.
Il volto di Daenerys è immobile, fisso su ciò che avviene dinanzi a lei. A nulla vale l’invito del suo consigliere a distogliere lo sguardo. La crudeltà dell’evento non la sconvolge, non la impressiona. Ma è nelle parole pronunciate nell’istante in cui il fratello emette l’ultimo respiro che cogliamo veramente la trasformazione della Khaleesi.
Non era un drago. Il fuoco non uccide un drago
Con questa frase, la madre dei draghi dimostra di aver finalmente compreso la sua vera natura, la sua origine. Una discendenza di cui va fiera e di cui il fratello non si è mostrato degno. Viserys non è il vero erede al trono, non lo è mai stato: è lei la regina.
A partire da quel momento, Game of Thrones ci presenta una Daenerys nuova, pronta a mettere in atto il suo progetto di conquista dei sette regni.
Gli eventi che seguono quel cruciale istante, non fanno che rafforzare e accrescere la sua vera essenza.
La morte di Drogo, la nascita dei draghi e la conquista del potere sul Khalasar che era appartenuto al marito, sono per Daenerys ulteriori tasselli che compongono l’immagine di perfezione e onnipotenza che Daenerys è convinta rappresenti la sua vita.
Da quel momento quella che vediamo in azione è una donna convinta di essere la salvatrice del mondo, la sola chiamata a regnare suo sette regni, destinata a farsi giudice del bene e del male e a spezzare la grande ruota di ingiustizia che governa il pianeta.
Insieme a suoi draghi, Daenerys si sente forte e potente. Inizia a compiere le azioni più spietate pur di conquistare ciò che ritiene le spetti. In questa fase, però, la follia omicida della madre dei draghi appare coperta da un velo di menzogna che la donna stessa usa per giustificare se stessa e che per lungo tempo riesce a ingannare anche ognuno di noi. Daenerys, infatti, si presenta al mondo come una giustiziera, una donna giusta e saggia che compie azioni terribili al solo fine di fare del bene.
Ed è con questa convinzione che il suo percorso procede fino all’ultima stagione di Game of Thrones, quando arriva a compiere uno dei suoi atti più estremi.
Da giustiziera, Daenerys diviene assassina di innocenti, perdendo quell’ultimo briciolo di umanità che le era ormai rimasto.
Distrutta e ferita dalla scoperta che il regno che tanto aveva desiderato e sognato non è pronto ad accoglierla come una vera regina, colpita duramente dalla perdita della sua fedele consigliera, Missandei, e soprattutto spaventata dalla scoperta che la sua intera vita si è fondata sopra una bugia, che non lei ma Jon Snow è il vero predestinato a salire sul trono di spade, Daenerys arriva a compiere un gesto estremo.
In sella al suo drago, l’ultimo figlio rimastole in vita, la regina incendia Approdo del Re, provocando la morte di migliaia di innocenti. In questa azione, in cui molti identificano il vero momento della nascita della follia di Daenerys, bisogna piuttosto cogliere l’apice di un processo evolutivo che vede il suo inizio nella morte di Viserys.
È Tyrion Lannister, in occasione del suo colloquio con Jon, a rivelarci finalmente questa verità che per anni abbiamo cercato di ignorare.
Quando ha ucciso gli schiavisti di Astapor sono certo che nessuno si è lamentato, dopotutto erano malvagi. Quando ha crocifisso centinaia di nobili a Meeren, chi l’ha contestata? Erano sempre malvagi. E i Kal di dotraghi che ha bruciato vivi? L’avrebbero massacrata, è certo. Ovunque lei arrivi, uomini malvagi muoiono e noi la acclamamo per questo. Lei accresce il suo potere e la sua convinzione di essere buona e giusta. Crede che il suo destino sia un mondo migliore, per tutti noi. Se tu avessi questa convinzione non uccideresti chiunque si sovrapponesse tra te e il paradiso?
In queste parole, in questa disamina così semplice eppure così profonda della vita di Daenerys, si racchiude tutta la verità su un personaggio che per anni si è mostrato ai nostri occhi coperto da una maschera.
Daenerys è un’omicida, una folle assassina che per anni ha giustificato le sue imprese dietro la scusa della giustizia, ma che alla fine si è mostrata come era realmente. Non c’è niente di più pericoloso di un uomo che si crede responsabile della salvezza del mondo intero e che è disposto a usare qualsiasi mezzo per realizzare il proprio progetto di giustizia.