Daenerys Targaryen è un personaggio molto più difficile di quel che si possa pensare a primo acchito, e anche l’opinione che il pubblico ha di lei non è così facile da interpretare. In linea generale, gli spettatori dell’iconica Game of Thrones hanno amato la Khaleesi delle prime stagioni e hanno tifato per lei e la sua conquista del Trono di Spade, per poi prendersi un infarto alla vista di una Daenerys folle che non si ferma nemmeno davanti agli innocenti. I fedelissimi l’hanno sostenuta, altri hanno preso le distanze, qualcuno ha cambiato idea su di lei, la maggior parte dei fan è rimasta attonita e con l’amaro in bocca. C’è però un altro punto di vista da considerare, forse meno diffuso ma su cui vale la pena spendere due parole: quello di chi non ha apprezzato del tutto la Daenerys degli inizi e ha invece trovato più interessante la Daenerys della fine (con gli inevitabili se e ma dati dalla troppa fretta con cui è stato sviluppato questo lato del personaggio).
Vi sembra impossibile non empatizzare con la giovane ragazza dei primi episodi, così indifesa e sola, che si ritrova in mezzo ai Dothraki e deve imparare a farsi valere?
Uno degli elementi che possono creare un distacco tra lo spettatore di Game of Thrones e il personaggio di Daenerys è forse l’apparente perfezione di quest’ultima.
Nei primissimi episodi, Daenerys compare come una fanciulla fiabesca dai lunghi capelli biondi, quasi bianchi. Sembra eterea. Ben diversa dagli altri personaggi di Game of Thrones che compaiono sullo schermo con un’aria più realistica, ognuno accompagnato da un corredo di luci e ombre (chi più e chi meno). Eppure, Daenerys non vive in un mondo fatato: la sua famiglia è stata sterminata a eccezione di un odioso fratello che – per fortuna e per il giubilo di tutti – tira le cuoia molto presto (qui trovate la classifica dei Targaryen più odiosi). Ecco allora che la ragazza deve farsi forza, unica della sua stirpe, per farsi rispettare, amare e anche temere dai Dothraki (soprattutto dopo la morte di Khal Drogo) e dalle varie popolazioni da cui cerca di trovare alleati (o più che altro, sudditi). Queste difficoltà, però, spesso sbiadiscono in confronto all’aura perfetta del personaggio che riesce a influenzare con molta facilità la gente che la circonda. Pare che tutti la amino (e ne parliamo qui, insieme a un’analisi più approfondita di questa apparente perfezione). Se da un lato questo può creare nello spettatore un sentimento di tenerezza e amore nei confronti di Daenerys, dall’altro può acuire il distacco con questo personaggio di finzione che non sembra proprio avere nulla di reale. Anzi, in alcuni casi può risultare perfino antipatico.
Forse, però, ci si è concentrati troppo su questa perfezione e troppo poco sull’aggettivo che abbiamo usato per definirla: apparente. Perché Daenerys non è davvero uscita dal mondo delle fiabe. Anche agli inizi non mancano episodi in cui dimostra un certo cinismo, spesso per lei il fine giustifica i mezzi e non si tira indietro se deve ricorrere a qualche sorta di violenza. Questa sfumatura nera della ragazza fa suonare un campanello d’allarme che preannuncia qualcosa di più grosso. Ma su questo si tornerà più avanti, quando analizzeremo la figura della Daenerys folle.
La difficoltà ad entrare in empatia con Daenerys Targaryen può derivare anche da un mero sentimento soggettivo e una predilezione per altri personaggi.
Daenerys può non piacere. Questo può essere anche un dato di fatto da “lasciare lì così”. Quante volte giudichiamo dei personaggi a pelle? Pur essendo una figura di enorme rilevanza all’interno della serie, la khaleesi non deve necessariamente rientrare nel podio dei personaggi preferiti di ogni spettatore. Anche perché la concorrenza è piuttosto forte, basta prendere a esempio una Arya Stark, ben lontana dall’aspetto principesco di Daenerys, con una storyline del tutto diversa. Quindi a volte si tratta di puro gusto personale. Tuttavia, proprio pensando agli altri personaggi femminili, ci si pone un’altra questione: l’interazione tra i vari protagonisti.
Mentre Arya e Sansa, ad esempio, si trovano spesso a interagire con altri personaggi rilevanti e fondamentali nella saga (che sia Lord Baelish, Ramsay Bolton o chiunque altro), nel corso delle prime stagioni Daenerys non ha modo di avere a che fare quasi mai con grandissimi personaggi. Certo, questo è per via della sua storyline e non sarebbe potuto essere altrimenti, ma così si elimina tutto l’interesse che può nascere dalle dinamiche tra le figure preponderanti di Game of Thrones. Di sicuro la storyline della khaleesi si vivacizza dopo il suo incontro con Tyrion, Jon Snow o Sansa Stark e vedere come Dany si rapporta con loro aggiunge del fascino anche a Dany stessa. Tutti quegli episodi in cui la Targaryen non fa altro che chiedere alleanze o invadere città, invece, alla lunga diventano ripetitivi e possono annoiare. Non permettono al personaggio di mostrarsi in tutte le sue sfaccettature come invece può accadere col confronto diretto con gli altri “titani” della serie.
Che si ami o si odi Daenerys Targaryen, l’opinione del pubblico inizia a farsi più sfumata e confusa nel momento in cui la ragazza si rivela sempre più cinica e fredda. Un episodio emblematico è quello in cui la Madre dei draghi getta via Daario come se fosse un fazzoletto usato (ma la corona della friendzone resta a Jorah, non preoccupatevi), dopo che lui le è stato accanto e l’ha amata per tanto tempo. Qualcuno di noi non avrà empatizzato con la khaleesi, ma la khaleesi ne ha di empatia? E questa domanda ne genera un’altra: con tutto quello che Daenerys ha passato, non è forse normale che si riveli così? Questo personaggio così complesso non va mai scisso dalle sue esperienze, dalla sua storia. Dopo tutto quello che le è accaduto è impossibile che parte della sua personalità non sia frutto di fattori esterni. Senza contare che:
Ogni volta che nasce un Targaryen, gli dei lanciano una moneta. E il mondo trattiene il fiato.
La follia dei Targaryen è genetica, su questo non ci sono dubbi. La questione è capire come e quando questo aspetto si presenta in uno dei discendenti della stirpe. Per quanto riguarda Daenerys, non abbiamo avuto grandissime avvisaglie nel corso delle stagioni, se non qua e là. Abbiamo colto qualcosa di davvero consistente solo all’ultimo, quando ormai era troppo tardi, nell’accelerata finale di Game of Thrones. Una carta così importante è stata giocata piuttosto male, perché in molti hanno fatto un salto di tredici metri dalla sedia per il plot twist e hanno iniziato a strapparsi i capelli. Ma altri hanno trovato la folle Daenerys potenzialmente interessante. Ed è questo il punto: forse sarebbe potuta essere ancor più affascinante della Daenerys iniziale, se solo non fosse stata una corsa contro il tempo. Passaggi affrettati, segnali mal disseminati (o non disseminati affatto) nelle stagioni precedenti, uno sviluppo inesistente.
Che la khaleesi piaccia o meno, di certo la sua storyline non meritava un trattamento del genere: una svolta così rapida non ha permesso uno sviluppo psicologico e caratteriale profondo e completo che avrebbe reso Daenerys ancor più sfaccettata e complessa. Ciò non toglie, tuttavia, la grande rilevanza del personaggio e il fatto che si stia ancora a discutere se sia il caso di amarla od odiarla ne è l’esempio lampante. Se mai usciranno gli ultimi due libri della saga, scopriremo il destino che George Martin ha scelto per lei. Magari la Targaryen avrà un degno finale, dove per degno finale non si intende necessariamente una vittoria, ma uno sviluppo più coerente e approfondito.
E soprattutto, con i giusti tempi.