Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 1×05 di Game of Thrones
Il lupo e il leone si azzanneranno alla gola.
Lo scontro, la battaglia che per anni è stata evitata e deviata in tempi di pace e stabilità, è ormai ad un passo dall’accadere. Non ci sono più equilibri, i tempi stanno cambiando e l’avvicinarsi di una minaccia esterna fa paura e invoca il caos in una famiglia che non ha più unioni né legami, se non quelli di sangue che però a poco a poco si sgretolano e cadono di importanza.
Come sempre, quando una famiglia è minacciata dall’ignoto, qualcosa al suo interno smette di esistere. I confini geografici smettono di appartenere a un solo stemma e l’aria tra le casate si fa cupa, come a predire una rottura tra i membri di una società fino ad allora sicura e stabile.
All’alba dello scontro le distanze aumentano, i motti che fino ad allora erano al servizio del bene comune vengono innalzati a baluardi individuali. La gloria prende il sopravvento, e un sospetto può portare a una guerra evitata per lungo tempo.
Simbolo di un’accusa pesante quanto non veritiera è Tyrion, sempre chiamato disgrazia dei Lannister e che ora è motivo di rabbia e rancore. Come tutti in questo episodio di Game of Thrones si ritrova solo a combattere un nemico in qualità e quantità maggiori.
La morte di Ser Hugh ha aperto le danze. ‘È solo, non ha famiglia’, viene detto a Eddard.
Solo. Un po’ come tutti in questo inizio di tempesta. Ma, a differenza sua, Eddard e Tyrion hanno una famiglia, lontana e quindi nascosta alla loro vista.
È il tempo adatto per combattere e per cercare giustizia. A costo di abbandonare la propria famiglia e ritrovarsi soli a guidare una rivolta. Non c’è solo Eddard, lui è un uomo giudizioso e la donna che ha sposato non può che essergli conforme. Quello che però Catelyn non ha preso in considerazione è la condizione comune che si portano dietro lei e Tyrion. Tra loro c’è odio, ma l’intelligenza va oltre la rabbia. Di fronte a Lady Arrin, i due nemici vengono considerati come uguali, depositari di un seme marcio. La famiglia, almeno in apparenza, vale di più di ogni altra cosa e ad avere la peggio è Tyrion, bloccato in una prigione con una sola via d’uscita: il vuoto di una bella vista.
Eddard, guidato dallo stesso onore che gli ha permesso di diventare Primo Cavaliere, sta cercando una verità insabbiata. La sorte toccata al suo predecessore potrebbe colpire anche Re Robert. Non a caso, a rivelarglielo è Varys, un altro personaggio che della solitudine ha fatto la sua bandiera. Ma Varys non è solo questo. È un abile manipolatore. Ispira un pizzico di fiducia che in un istante successivo si rivela mera apparenza.
Nel concilio ristretto il velo di questa apparenza si sposta, rivelando l’avidità e la crudeltà di tanti uomini, tutti però così soli.
E dalla solitudine di questi uomini, definiti grandi dai loro titoli, nasce la paura. Del nemico invisibile che fa così tanta paura, Daenerys Targaryen. Una ragazza che porta in grembo il figlio di Khal Drogo, uno di quei selvaggi, come li chiama Robert Baratheon.
L’ordine di uccidere la ragazza obbliga Eddard a preferire l’onore alla fedeltà. E, mentre l’altra parte della sua famiglia trova la possibilità di un flebile legame con i Lannister, questa parte si trova trafitta da quella stessa casata. Tyrion è ormai motivo di principio, merce che mobilita le famiglie l’una contro l’altra.
Il lupo si è inginocchiato davanti al leone. Preludio a una guerra che comincerà molto presto, o che forse è già cominciata. Cominciano così a delinearsi i pretendenti al trono dei Sette Regni. Tra impensabili e già scritti, i nomi dei primi contendenti sono adesso protagonisti di Game of Thrones.