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5 cose che abbiamo apprezzato nel finale di Game Of Thrones

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A cinque anni dalla fine, Game of Thrones riesce ancora, nel bene e nel male, a far parlare di sé. Ad alimentare particolarmente le discussioni è proprio il finale di questa serie. Un finale che è stato enormemente criticato per la velocità con cui è stato messo in atto e per alcune scelte narrative alquanto discutibili. Basti pensare alla morte di Daenerys e alla rivelazione circa la sua pazzia, avvenuta senza un degno approfondimento della questione.

Tuttavia bisogna ammetterlo: non tutto quello che abbiamo visto durante l’ultima puntata è negativo. Ci sono alcuni momenti dell’episodio che sono riusciti a emozionarci e a entusiasmarci, e che meritano di essere ricordati.

Ecco i 5 momenti che abbiamo apprezzato nel finale di Game of Thrones.

1) Il discorso di Tyrion

Game of Thrones

Tyrion Lannister. Il personaggio che tutti amano. Le sue parole, i suoi discorsi, sono tra i momenti più belli dell’intera serie. Lui è l’uomo che ha fatto del dialogo la sua arma migliore, risolvendo conflitti e salvando svariate situazioni. Tra le tante certezze che l’ultimo episodio di Game of Thrones ci ha fatto venire meno, possiamo almeno dire che la grandezza di Tyrion non è una di queste. Anzi, proprio i suoi monologhi sono uno dei pochi elementi che si salvano nel finale di questa serie. I suoi interventi sono ciò che ha dato un senso e un filo logico a degli avvenimenti che altrimenti sarebbero apparsi privi di qualsiasi motivazione. Il discorso che più di tutti abbiamo apprezzato in quest’ultima puntata è quello che Tyrion svolge davanti ai potenti dei sette regni.

“Cosa unisce le persone? Armi? Oro? Vessilli?” Con questa domanda inizia al suo discorso. Una domanda che prevede una semplice risposta. “Storie, non c’è niente al mondo di migliore di una buona storia. Non c’è nulla al mondo più forte di una buona storia. Niente può fermarla, nessun nemico può sconfiggerla“. Un’affermazione che apre a parecchi spunti di riflessione e che egli pone alla base della nomina di Bran come Re: perché lui è colui che racchiude la storia.

E chi ha una storia migliore di Bran lo Spezzato? Il ragazzo che è caduto da un’alta torre ed è sopravvissuto. Lui sapeva che non avrebbe mai più potuto camminare, così ha imparato a volare. Si è spinto oltre la Barriera ed è diventato il Corvo con Tre Occhi. Lui è la nostra memoria, il custode di tutte le nostre storie: le guerre, i matrimoni, le nascite, i massacri, le carestie. I nostri trionfi, le nostre sconfitte, il nostro passato. Chi meglio di lui ci può condurre verso il nostro futuro?”

Parole toccanti. Un monologo profondo e contornato da grandi significati. Bran non può avere figli, questo per Tyrion non è altro che un ulteriore punto a favore della sua nomina. Eleggendo lui come Re la ruota verrà spezzata, proprio come voleva Daenerys. I titoli non saranno più ereditati per nascita, verranno scelti da un consiglio: ecco la grande rivoluzione che il Nano propone. Un cambiamento proposto in maniera così emozionante da riuscire a convincere tutti i presenti e anche noi. Perché non importa se la scelta di Bran come Re ci piaccia o meno, non importa se quello che ci aspettavamo era completamente diverso, le parole di Tyrion ci entrano nella testa. La sua retorica e la sua profonda intelligenza ci colpiscono dentro, donandoci uno dei momenti più belli nel finale di questa serie. La sua nomina a Primo Cavaliere altro non è che la conclusione perfetta per colui che è stato il cuore di questa avventura.

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