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5 cose che abbiamo apprezzato nel finale di Game Of Thrones

2) La partenza di Arya

Mi chiamo Arya Stark. Voglio che tu sappia che l’ultima cosa che vedrai sarà una Stark sorridente che ti guarda mentre muori!

Da piccola combinaguai a eroina e salvatrice dei Sette Regni. Quella di Arya Stark è una delle evoluzioni più belle all’interno di Game of Thrones.

Fin da bambina, Arya dimostra una predisposizione verso le armi e il combattimento. Testarda e impulsiva, la piccola è tutto l’opposto della sorella Sansa. Al cucito e alla danza preferisce le lezioni con la spada e le avventure. Diventare una nobildonna e vivere secondo i modi che una ragazza del suo tempo dovrebbe avere, non è mai stato il suo desiderio. Lei immagina un futuro pieno di sfide e scoperte, perfettamente aderente alle sue inclinazioni.

Le sue avventure hanno inizio a seguito della tragica morte del padre, avvenuta per volere della regina Cercei Lannister. Lunghi anni di viaggi e peripezie porteranno Arya a diventare una donna forte e indipendente, permettendo ai telespettatori di approfondire sempre di più il suo lato da battagliera. A temprare il suo carattere sarà soprattutto il tempo trascorso a Bravoos, dove la ragazza diventerà un “uomo senza volto“. Sarà grazie agli insegnamenti ricevuti che Arya riuscirà a uccidere il Re della Notte, svolgendo un ruolo cruciale nella battaglia di Grande Inverno e salvando, di fatto, l’intera umanità.

Per un personaggio come Arya era impossibile non desiderare un finale come quello che l’ultima puntata della serie ci ha donato. A conclusione delle battaglie tenutesi per la conquista del trono di spade, la giovane Stark sa che il suo ruolo in quelle terre si è concluso. Non c’è più nulla per lei nei sette regni. Scoprire nuovi mondi, immergersi in nuove conquiste è l’unica cosa che le resta da fare. Così, salutata la sua famiglia, Arya decide di imbarcarsi su una nave, alla volta delle terre a ovest di Westeros. Territori sconosciuti e inesplorati, questa la sua prossima meta.

Una conclusione che non possiamo che condividere e apprezzare, a dimostrazione che qualcosa di buono nel finale di questa serie si può sempre riuscire a trovarlo.

3) Game of Thrones e Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

Game of Thrones

Come ogni fan sa, le vicende narrate in Game of Thrones altro non sono che l’adattamento televisivo delle pagine scritte da George R.R. Martin, almeno per quel che riguarda le prime cinque stagioni. Le ultime stagioni, invece, non hanno più potuto seguire i romanzi e si sono basate su elementi originali e alcune indicazioni fornite dallo stesso autore.

Il titolo originale delle opere di Martin è “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”. Nell’ultima puntata della serie i produttori hanno deciso di omaggiare lo scrittore con un riferimento ai suoi manoscritti. In una delle ultime scene, infatti, vediamo Sam – ormai divenuto Gran Maestro e membro del concilio ristretto – mostrare a Tyrion una copia dell’opera. Il romanzo viene presentato come un testo storiografico, scritto dall’Arcimaestro Ebrose. Di fronte alla visione del testo, il Folletto domanda a Sam in che modo egli sia stato descritto, scoprendo con molta delusione che il suo nome non è menzionato.

Questo piccolo riferimento, contornato anche dalla nota di ironia data dal dialogo di Tyrion e Sam, è stato fortemente apprezzato dai fan più incalliti che, oltre a seguire con attenzione e passione le avventure della serie tv, hanno avuto modo di amare e divorare i romanzi originali. Un breve momento creato esclusivamente per soddisfare Martin e i suoi fan, ma che si è fatto apprezzare anche da chi non aveva letto i libri.

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