Sappiamo che i geni dietro a Game of Thrones hanno imparato davvero molto bene la lezione del loro maestro George R.R. Martin, e come tali non lasciano mai niente al caso, disseminando per il cammino tanti piccoli segnali fondamentali per comprendere appieno la storia.
In principio non era facile comprendere questi segnali. Game of Thrones ha rivoluzionato l’idea stessa di fantasy o di Serie Tv: i buoni non sono più così buoni, ci ritroviamo a rispettare e comprendere i cattivi e non c’è nessuno veramente al sicuro dal dio della morte. Tuttavia anche noi abbiamo imparato la nostra lezione, abbiamo imparato a cogliere quei segnali e ad azzardare congetture sempre più vicine alla realtà, e così eccomi qui a buttarmi nel vuoto e vediamo se il futuro confermerà la mia folle teoria.
Ma per spiegarvi meglio perché sono arrivata alla mia fantomatica congettura bisogna tornare con la memoria alla terza stagione di Game of Thrones.
Il finale della Terza Stagione è pressoché impossibile da dimenticare, ed anzi ancora popola i nostri incubi peggiori, uno dei più grandi traumi subiti da coloro che seguono questa Serie. Le Nozze Rosse sono state un trionfo di crudeltà, dolore, sangue e morte, tanto che Quentin Tarantino sarebbe andato fiero dell’opera di Walder Frey.
La colonna sonora di questa scena tanto crudele quanto geniale è la famigerata Rain of Castamere, la cui traduzione in italiano svia dal suo reale significato. Reyne of Castamere era un lord che aveva avuto la brillante idea di mettersi contro Tywin Lannister, gli si era ribellato e il Leone aveva calato su di lui e su tutta la sua famiglia la propria vendetta, eliminando la casa Castamere dall’elenco delle casate di Westeros.
Questa canzone fa la sua prima comparsa tramite il fischiettio di Tyrion nel primo episodio della seconda stagione intitolato emblematicamente “Il Nord non dimentica“, quando appunto prende concreto avvio la ribellione degli Stark a seguito di Robb. E da qui in poi sarà un leitmotiv fondamentale che ci accompagnerà dritti dritti alla carneficina delle Torri Gemelle. La canterà anche Thoros di Myr quando la Fratellanza Senza Vessili prenderà sotto la propria “protezione” Arya Stark, Gendry e Frittella. Nell’ottava puntata della terza stagione Cersei Lannister ne spiegherà la storia e il significato a Margaery Tyrell, in una non poi tanto velata minaccia, che alla fine, ahimè, verrà realizzata. Infine la drammatica sonata durante le Nozze Rosse che mai e poi mai potremo dimenticare.
Rain of Castamere ci ha accompagnato lungo tutto il percorso di Robb, dall’inizio alla fine, come un crudele monito che si faceva man mano sempre più concreto. Con quella canzone volevano avvisarci, volevano prepararci all’inevitabile destino cui va incontro chi si ribella ai Lannister.
Tuttavia il potente Tywin Lannister è caduto e ora per i Leoncini si è aperto tutto un altro capitolo.
Nella prima puntata della settima stagione di Game of Thrones (su cui abbiamo delirato qui) siamo stati allietati dal meraviglioso cammeo di Ed Sheeran che, con i suoi compagni e la sua dolcezza, ha fatto comparire un sorriso sincero sul volto della giovane Stark. Tuttavia la canzone che intonavano i soldati Lannister non è stata messa lì per puro caso: niente in Game of Thrones accade mai per caso.
He rode through the streets of the cityDown from his hill on highOver winds and the steps and the cobblesHe rode to a woman’s sigh
For she was his secret treasureShe was his shame and blissAnd a chain and a keep are nothingCompared to a woman’s kiss
For hands of goldAre always coldBut a woman’s hands are warmLui cavalcò lungo le strade della città
scendendo dalla sua alta collina
Giù per le curve e i gradini e le pietre
lui cavalcò al sospiro di una donnaIl suo segreto tesoro era leila sua vergogna e la sua benedizioneA nulla valevano una collana e una fortezzaa confronto del bacio di una donnaPerché sempre fredde sono le mani dell’oroma sempre calde sono quelle di una donna
A chi viene automatico pensare quando si parla di Mani d’oro?
Questa canzone parla di un amore proibito, di una vergogna e di una benedizione, di una passione maledetta per cui vale la pena di uccidere, di vivere e di morire. Parla di un uomo errante che torna dal suo tesoro segreto, guidato dal sospiro del suo amore maledetto. Jaime ha rinunciato alla fortezza, Castel Granito, e al suo titolo di Lord per Cersei, per la donna che ama.
Jaime Lannister è tornato dal suo amore proibito, da quell’amore che è benedizione e vergogna, nascosto per quarant’anni, e che nel bene e nel male l’ha sempre guidato. Ed è abbastanza ovvio pensare a lui quando si parla di mani d’oro dopotutto, e giusto per completare il cerchio Jaime è diventato anche il primo cavaliere della regina, la mano della regina per l’appunto.
Inoltre c’è una profezia che aleggia sulla vita di Cersei Lannister (di cui vi ho parlato qui), una profezia mai completata in Game of Thrones ma che nei libri è sempre stata molto chiara.
Cersei è destinata ad essere strangolata dal suo Valonqar, il fratello minore, che potrebbe essere tanto Tyrion quanto Jaime.
Esattamente come Tyrion ha strangolato Shae con una catena d’oro, potrebbe accadere per Jaime e Cersei completando perfettamente quella simmetria, quel collegamento che potrebbe essere supportato proprio da questa canzone. Ed esattamente come Rain of Castamere, anche questa canzone introduce la nuova stagione, sarà dunque il leitmotiv che segnerà il destino dei Lannister, così come a suo tempo fu per gli Stark?
Siamo appena al principio, e queste sono solo congetture cui le prossime sei puntate possono dare risposta.