Cosa succederebbe se i personaggi delle nostre serie tv facessero parte del mondo di Harry Potter? Che ruolo avrebbero e, soprattutto, in quale casa verrebbero collocati? Sono le domande che danno origine a questa rubrica in cui, attraverso un pretesto, si apre un piccolo scorcio sulla loro vita a Hogwarts. Tenendo conto della timeline di Harry Potter, delle varie serie tv e dell’età dei personaggi e cercando di essere il più fedele possibile ai due prodotti, il primo capitolo fa entrare in questo magico (multi)universo i protagonisti di Game of Thrones, grazie allo smistamento di Brandon Stark.
Tutto era pronto nella sala grande di Hogwarts. Studenti e professori attendevano l’arrivo delle matricole, il Cappello Parlante era già posizionato sul suo sgabello. Lo smistamento era uno degli eventi più attesi dell’anno, che si portava con sé tantissime domande e aspettative. I fratelli Stark parlavano con i compagni per cercare di frenare la loro agitazione: quest’anno infatti era il primo a Hogwarts del piccolo Bran e non vedevano l’ora di scoprire dove sarebbe approdato.
Non si trovavano tutti nella stessa casa, il Cappello li aveva separati.
Robb non poteva che essere smistato in quella del padre: Tassorosso. Del resto, fin da piccolo dimostrò di essere l’esatta copia di Ned. Entrambi dotati di un gran senso del dovere, di giustizia e di lealtà, che gli ha spinti spesso ad anteporre l’onore alla ragione. Nonostante l’importanza del loro nome, avevano quell’umiltà di chi non si riteneva mai all’altezza delle cariche riconosciutoli. Probabilmente il motivo principale per cui non sono stati smistati in Grifondoro, là dove invece erano finiti Arya e Jon. Quest’ultima, da sempre, aveva mostrato il carattere da Grifondoro della madre e della zia. Era una guerriera nata, identica in tutto e per tutto a suo fratello Jon, sebbene alle volte esagerasse un po’. D’altra parte il bastardo di casa Stark era un po’ deluso di non indossare i colori di Ned e Robb, ma Grifondoro lo stava davvero aiutando a diventare un mago migliore: non c’era nessuno, infatti, che fosse bravo come lui nell’uso della bacchetta in tutta Hogwarts.
Lo pensava pure Robb, anche se inizialmente era un po’ spaesato dalla scelta del Cappello. La capì solo quando osservò l’avventatezza di un Jon che si buttava nelle cose senza pensare alle conseguenze, come successe quando salvò la sorella di un suo avversario al torneo Tre Maghi dalle profondità del lago nero, sebbene non era tenuto a farlo e rischiando enormemente la vita. Era la casa giusta per lui, allo stesso modo di Tassorosso per Robb: il sorriso orgoglioso del padre e Talisa l’avevano aiutato ad amare i suoi colori. E l’essere diventato Prefetto ovviamente.
Senza contare che, a guidare i Tassorosso, c’era la persona che era riuscita a far rivalutare questa casa sempre snobbata e dimenticata: Brienne di Tarth. Insomma, era pure diventata l’insegnate di Difesa contro le Arti Oscure e non era cosa da poco. Lo smistamento di Brienne, però, non fu così liscio come si poteva pensare, tanto che lei divenne una Testurbante.
“Mmm, la scelta dovrebbe essere semplice per te: vedo lealtà, fedeltà, una gran lavoratrice e una determinazione esagerata e questo ti collocherebbe in Tassorosso. Ma il tuo coraggio, il tuo essere la più cavalleresca di tutti… forse sarebbe meglio Grifondoro? Non saprei…” disse il Cappello dubbioso.
“In qualunque casa andrò, svolgerò il mio compito come si deve, proteggendo e servendo” disse decisa Brienne.
Il Cappello a questo punto non ebbe più dubbi su quella ragazzina così precoce, collocandola in Tassorosso.
Fu Jaime Lannister a lasciarle il posto da professore, soffiandolo a un Ditocorto, capo della casa Serpeverde, che lo sognava da tempo per poter abbandonare le sue odiate Pozioni. Guardava gli studenti seduti ai tavoli, ripensando ai suoi anni ad Hogwarts, quando passeggiava nel prato assieme alla donna che amava, la Grifondoro Catelyn Tully. La ragazza lo difendeva spesso dagli attacchi dei bulli, che se la prendevano con lui solo perché era nato in una famiglia di rango più bassa. Nonostante Catelyn non ricambiasse il suo amore, Petyr continuò a esserle fedele promettendole di proteggere i suoi figli, soprattutto quelli che finivano in Serpeverde.
Gli Stark non amavano particolarmente la casa dei cosiddetti cattivi, ma dovettero rivedere le loro posizione quando Sansa ci approdò, sebbene la sua famiglia non se lo spiegasse. La ragazzina era felicissima quando il Cappello la collocò in Serpeverde. In primis ammirava Cersei, era la sua eroina e l’unica Lannister a portare i colori nero-verdi del padre. Tyrion, infatti, agli occhi di Tywin era un banale Corvonero, nonostante fosse diventato un professore stimato e rispettato. Per Jaime il Cappello ebbe il suo da farsi:
“Jaime Lannister, un nome e un programma. Vedo però che, nel tuo cuore, c’è più dell’altezzosità e del menefreghismo che mostri. La lealtà e la fedeltà sono due dei tuoi tratti distintivi, o sbaglio?”
“Sai dove devo essere collocato” disse rassegnato e un po’ spaventato il piccolo Jaime.
“Certo, il tuo retaggio ti collocherebbe in Serpeverde, mentre la lealtà che cerchi tanto di nascondere nei Tassorosso.”
Jaime rabbrividì al solo pensiero che potesse finire nella casa più banale di tutti, come la chiamava suo padre. L’avrebbe ripudiato se solo fosse approdato lì. Pregò di inserirlo in Serpeverde, almeno là c’era Cersei, sapendo che il Cappello solitamente asseconda le richieste degli studenti. Stavolta, però, fece una scelta sorprendente.
“Credo che ci sia solo una casa dove puoi esprimere il tuo vero potenziale: GRIFONDORO”.
E quella scelta che deluse tantissimo Tywin fu invece la sua vittoria più grande. Non c’era studente al suo tempo, infatti, che riuscisse a batterlo nei duelli e nel Quiddich, diventando capitano della sua squadra e, successivamente, un giocatore professionista, finché la perdita della mano a causa di un attacco a sorpresa non lo costrinse al ritiro. Tutto di lui urlava Grifondoro: il coraggio, la spericolatezza, quel pizzico di arroganza, il suo codice morale, il suo cuore.
Fu sempre lui che pose fine alla vita di uno dei più potenti maghi oscuri, il padre di quella Daenerys che ora siede proprio nella casa del suo vecchio.
Qualcuno vedendola, potrebbe chiedersi: perché il Cappello l’ha smistata in Serpeverde? Certo, si sa che “ogni volta che nasce un Targaryen, gli dei lanciano una moneta. E il mondo trattiene il fiato”. Lei non sembrava però avere le qualità per stare in Serpeverde: all’apparenza non era né folle come Aerys, né cattiva o ambiziosa come Viserys. Peccato che, quando qualcuno la faceva arrabbiare, scatenava l’inferno con i suoi incantesimi incendiari… e a quel punto si poteva comprendere il perché del suo smistamento. A scuola era brava, nel Quiddich molto meno ed era strano considerando quando era abile nel volo. Insomma, cavalcava i draghi come nessun altro! A Sansa non stava particolarmente simpatica. Spesso si erano scontrate, con qualche frecciatina graffiante, battuta velenosa o incantesimo beffardo. Certe volte non si rendeva conto di esagerare e i suoi amici temevano che Daenerys la incenerisse. Ma non poteva. Lei era la sorella del ragazzo che le piaceva, sebbene Jon avesse occhi solo per una certa rossa di nome Ygritte.
Il Serpeverde Theon gliel’aveva detto a Sansa e in un certo senso la comprendeva perché la sua cotta continuava a illuderla sadicamente, senza ricambiarla. Il Cappello non si era nemmeno posato sulla testa di Joffrey Baratheon, esclamando immediatamente Serpeverde. Forse da quella sua ambizione di voler sposare uno dei rampolli più ambiti di Hogwarts gli Stark dovevano capire il perché Sansa era stata collocata lì. Arya la prendeva sempre in giro perché si era innamorata di quel Lannister Serpeverde.
“Comunque a me non piace Joffrey”. Sansa negava sempre, pur essendo palese che lei adorasse quel biondino.
“Vorrei sperare, quello è un prepotente e un insulso, troppo codardo per insultare chi non può difendersi da solo. O non ti ricordi cosa successe l’anno scorso?”
Arya sorrideva soddisfatta, ripensando a come era riuscita a rimettere in riga un Joffrey che aveva provato prendersela con lei inviandole un disegno che le esplose in faccia. Il ragazzo portava ancora le cicatrici del loro scontro e da quel momento non le aveva più dato fastidio.
“E tu che ne vuoi sapere? Lui è un purosangue, così nobile, regale, gentile…”
“E impegnato”
Come le piaceva mettere il dito nella piaga! Sansa si zittiva sempre quando la sorellina menzionava la ragazza di Joffrey perché era sua amica, anche se non le andava a genio che stesse con l’uomo dei suoi sogni. Margaery doveva essere smistata in Corvonero, in fondo era tremendamente intelligente: lo dimostrava il modo in cui aveva conquistato Joffrey così velocemente. In superficie era dolce e innocente, forse troppo buona per quella casa. Pochi avevano davvero capito quanto fosse brava nel manipolare le persone, sempre con un piano nascosto e la possibilità di influenzare chi le stava attorno. Come faceva sua nonna Olenna. Pure Sansa era caduta sotto la sua influenza, ma da lei, così come da Ditocorto, poteva imparare molto. Nonostante Arya la ritenesse troppo stupida per Serpeverde, lei imparava, lentamente ma lo faceva. E avrebbe poi svelato in futuro la capacità di usare la sua astuzia e intelligenza nel modo più strategicamente vincente e giusto per lei e i suoi cari.
Ma era arrivato il momento dello smistamento. Forse i suoi fratelli erano più in ansia di lui. Bran aveva detto che era indiffernte dove sarebbe stato smistato, ma non era vero. Dovette aspettare il suo turno e, prima di lui, vide lo smistamento di Tommen e Myrcella Baratheon, finiti entrambi in Tassorosso. La loro madre avrebbe odiato questa scelta, mentre il padre, puro Grifondoro, sarebbe stato comunque felice: del resto, Tassorosso era la casa del suo migliore amico, la persona migliore che conosceva. Si vedeva dal loro sguardo così innocente che i fratelli Baratheon non erano cattivi, né arroganti. Non sembravano nemmeno così coraggiosi o intelligenti da entrare nelle altre case.
Quando toccò a Bran, i suoi fratelli si zittirono e aspettarono. Tutti speravano che sarebbe finito nelle proprie case, ma già si immaginavano in quale sarebbe capitato. Bran iniziò a sentire la tensione, mentre avanzava incerto verso il Cappello. Gli venne messo in testa ed iniziò a muoversi, cosa che lo fece un attimo sussultare.
“Ah, un altro Stark! Curiosità, riflessione ed esplorazione vedo in questa testolina, oltre che a una fervida immaginazione. So esattamente dove collocarti: CORVONERO”.
Molti applausi si levarono dalla tavola neroblu, contenti di avere finalmente il loro Stark. I suoi fratelli si unirono ai battimani, felici perché Bran era stato smistato nella casa giusta per lui, considerando anche i suoi poteri divinatori. Certo, nessuno di loro era lì, ma non importava perché si sarebbe costruito la sua strada, con l’aiuto di un Tyrion soddisfatto e di un Sam sempre pronto a tendere una mano verso i fratelli di Jon. Così Bran si sedette al suo posto, mentre venne dato ufficialmente il via al banchetto, sorridendo per la sua nuova avventura.