Pochi personaggi nella storia delle serie tv possono vantare l’arguzia, l’intelligenza e il sarcasmo di Tyrion Lannister. Interpretato magistralmente da Peter Dinklage in Game of Thrones (che potete recuperare qui), il nano dalla lingua affilata si è distinto per la sua abilità politica e per le battute pungenti e i suoi discorsi memorabili. Figlio disprezzato di Tywin Lannister e oggetto del disdegno della sorella Cersei, Tyrion ha sempre usato le parole come la sua arma più potente. Così ha dimostrato che il vero potere non risiede solo nella spada o nel sangue reale, ma nell’intelletto. Dalla sua filosofia di vita all’arte della diplomazia, passando per momenti di pura ironia e profonda saggezza. Tyrion ha regalato agli spettatori alcune delle citazioni più brillanti dell’intera serie. Ecco dieci delle sue frasi più sagaci, che racchiudono tutto il suo genio e la sua inconfondibile personalità.
1) Una delle citazioni più affilate di Game of Thrones: “Non sto mettendo in dubbio il vostro onore, sto negando la sua esistenza”
Durante il suo breve ma intenso mandato come Primo Cavaliere del Re, Tyrion Lannister si adopera con astuzia per mettere in riga i membri del Consiglio di Joffrey Baratheon. La sua missione è quella di riportare un minimo di ordine in un regno sempre più caotico. Grazie alla sua intelligenza affilata riesce brillantemente a contrastare la crudeltà del giovane sovrano e dei suoi fedeli scagnozzi. Un episodio particolarmente significativo in tal senso si verifica quando Joffrey, con il suo consueto sadismo, si accanisce su Sansa Stark. Il re la umilia pubblicamente in seguito alla dichiarazione di guerra del fratello Robb.
A spalleggiare il re c’è Janos Slynt, il capitano della Guardia Reale, un uomo privo di scrupoli e pronto a compiacere chiunque detenga il potere. Tyrion, tuttavia, non tollera questa dimostrazione gratuita di violenza e interviene con fermezza per difendere la giovane Stark. Nel corso di questo scontro verbale, Tyrion si rivolge proprio a Slynt.
Questi osa mostrarsi indignato di fronte ai rimproveri del nuovo Primo Cavaliere. In un acceso scambio di battute, l’uomo accusa Tyrion di mettere in discussione il suo onore. La risposta di Tyrion è la dimostrazione della sua raffinata ironia: umilia il suo avversario senza possibilità di replica. Questa scena è solo uno dei tanti esempi della superiorità intellettuale di Tyrion nei confronti dei suoi nemici, che spesso si rivelano semplici opportunisti privi di vera astuzia. Janos Slynt, in particolare, incarna alla perfezione la figura del traditore senza spina dorsale, pronto a pugnalare alle spalle chiunque possa ostacolare la sua carriera. La sua infamia era già stata dimostrata prima, quando aveva voltato le spalle a Ned Stark per favorire i Lannister, dimostrando così la sua totale inaffidabilità.
2) “Rammenta sempre chi sei. Gli altri lo faranno. Fanne la tua armatura e non potrà essere usata contro di te”
Tyrion Lannister, per via del suo sarcasmo tagliente, è senza dubbio uno dei personaggi più brillanti e carismatici di Game of Thrones. Il più giovane dei Lannister, dotato di innata saggezza, è stato anche capace di offrire spunti di riflessione. Nonostante le sue battute e il suo atteggiamento apparentemente spavaldo, Tyrion ha dovuto affrontare un’esistenza segnata dalla discriminazione a causa della sua bassa statura. Questa condizione lo ha reso perfettamente consapevole dell’ipocrisia che dilaga nei Sette Regni. Proprio per questa sua esperienza di vita, Tyrion riesce a comprendere immediatamente il tormento interiore di Jon Snow. Questi, in quanto figlio illegittimo, si sente costantemente un emarginato: mai davvero accettato né dalla sua famiglia né dalla società. Vedendo il giovane alle prese con il peso di questa condizione, Tyrion decide di offrirgli uno dei consigli più preziosi dell’intera serie.
“Ti do un consiglio bastardo. Rammenta sempre chi sei. Gli altri lo faranno. Fanne la tua armatura e non potrà essere usata contro di te”. Con queste parole, Tyrion spiega a Joh Snow che ciò che gli altri vedono come una debolezza può diventare la sua forza. A patto, ovviamente, che lui stesso si accetti per primo.
È vero che forse, in quel momento, non era la risposta che Jon avrebbe voluto sentire. Probabilmente sperava in un incoraggiamento più diretto, in una promessa di accettazione o riscatto. Tuttavia, con il passare del tempo, quelle parole si rivelano una bussola fondamentale per il suo percorso. Piuttosto che lasciarsi definire dal marchio di “bastardo”, Jon impara a usare quella consapevolezza per rafforzarsi e diventare l’uomo che il destino aveva in serbo per lui. Questo scambio è anche un monito fornito da Game of Thrones sul legame che i due personaggi avranno per tutta la serie.
3) Un altro legame fondamentale per Tyrion è quello con Jaime: “Mio fratello ha l’armatura e io ho la mia mente, e la mente dipende dai libri quanto la spada dall’affilatura”
Ogni volta che Tyrion Lannister dispensa consigli a Jon Snow in Game of Thrones, non si limita a offrire semplici parole di saggezza. Ogni parola di Tyrion è ben pesata e rivela aspetti profondi della sua propria personalità. Un esempio emblematico di questo avviene quando Jon, incuriosito dalle sue abitudini, gli chiede perché dedichi così tanto tempo alla lettura. La risposta di Tyrion è tanto pragmatica quanto illuminante. Sa di non possedere la forza per eccellere nel combattimento, ma, essendo nato in una delle casate più potenti dei Sette Regni, ha comunque la responsabilità di contribuire in qualche modo. Il suo strumento di battaglia, dunque, non è la spada, ma la mente. Per questo motivo, si dedica con passione alla lettura e all’osservazione, affinando il proprio intelletto attraverso libri e conversazioni, imparando molto dagli altri.
In questa semplice riflessione si cela il modo in cui Tyrion vede se stesso e il proprio ruolo nel mondo. A differenza di molti nobili che si crogiolano in illusioni di grandezza, lui conosce perfettamente i propri limiti e non cerca di negare la realtà. Sa di non poter essere un guerriero temibile, ma piuttosto che lasciarsi definire da ciò che non può fare, trova un altro modo per emergere. Questa mentalità lo porta a diventare uno degli uomini più istruiti e intelligenti di Westeros e di Game of Thrones, un vero signore della conoscenza. Pur non essendo un maestro accademico nel senso tradizionale, ciò che ha appreso lo rende un politico straordinariamente acuto e un tattico di grande valore. Persino suo padre, Tywin Lannister, nonostante il disprezzo che prova per lui, arriva a riconoscere il talento del figlio nella gestione del potere e degli intrighi di corte.
4) “Non è facile essere sempre ubriaco. Lo farebbero tutti se fosse così facile”
Si tratta forse di una delle citazioni più emblematiche del lato goliardico di Tyrion Lannister. Nella terza stagione di Game of Thrones, mentre condivide un drink con lo scudiero Podrick, Tyrion Lannister gli offre quello che, a prima vista, pare un semplice consiglio scherzoso. Il momento è intriso di umorismo, strategia che Tyrion utilizza spesso per stemperare la tensione, soprattutto considerando che Approdo del Re è sull’orlo dell’assedio da parte di Stannis Baratheon. Tuttavia, dietro la battuta si cela molto più di un semplice tentativo di alleggerire l’atmosfera. In realtà, il commento di Tyrion offre uno sguardo profondo e rivelatore sulla sua vera natura e sul tormento che lo accompagna. Tyrion è un uomo che possiede praticamente tutto ciò per cui molti sarebbero disposti a uccidere. Ha accesso a immense ricchezze, gode di un certo grado di potere politico e porta il cognome Lannister.
A livello superficiale, potrebbe sembrare un uomo fortunato, nato con privilegi che gli altri possono solo sognare. Eppure, dietro questa facciata, si cela una realtà ben più amara. Nonostante il denaro, l’influenza e il nome altisonante, Tyrion vive un’esistenza segnata dal disprezzo e dalla solitudine. È proprio a causa della sua nascita – per cui è stato ritenuto responsabile della morte della madre – che gli vengono negati gli aspetti più essenziali della vita: amore e accettazione. Questa condizione di perenne emarginazione lo spinge a trovare conforto nell’unico rifugio che ha sempre a disposizione: l’alcol.
Bere diventa un modo per anestetizzare il dolore, per sopportare il peso del rifiuto costante e per affrontare un mondo che lo ha sempre considerato un errore. Per gran parte della sua vita adulta, il vino è stato il suo scudo, il suo compagno più fedele. Un rimedio temporaneo per un vuoto che nessuna ricchezza avrebbe mai potuto colmare.
5) “Un uomo saggio una volta ha detto che la storia del mondo è la storia di grandi conversazioni in bei posti”
Durante il suo soggiorno a Meereen, Tyrion Lannister, da sempre incline alla conversazione, tenta di instaurare un dialogo con Verme Grigio e Missandei. Tuttavia, entrambi si rivelano interlocutori tutt’altro che loquaci, rendendo la situazione piuttosto imbarazzante. Nel tentativo di riempire il silenzio, Tyrion pronuncia una frase carica di significato: sostiene che la storia del mondo è stata scritta attraverso conversazioni tenute in stanze eleganti. Una riflessione che, a ben vedere, non è affatto lontana dalla realtà. Nel contesto di Westeros e dei Sette Regni, governati da un sistema monarchico, la politica è appannaggio esclusivo dell’aristocrazia. Il popolo, coloro che costituiscono la spina dorsale della società, non ha alcuna voce in capitolo. Le decisioni cruciali vengono prese nelle sale del potere, lontano dalla gente comune. Le sorti delle nazioni vengono decise da sovrani e consiglieri che spesso non hanno alcun contatto diretto con la realtà delle persone che governano.
Lo stesso vale per le guerre, che raramente sono il risultato della volontà di chi combatte sul campo. I soldati, in fondo, non sono altro che pedine in un gioco molto più grande, manipolati e sacrificati per le ambizioni di re, regine e signori feudali. I veri conflitti non si scatenano sul campo di battaglia, ma nelle stanze ovattate dei castelli, dove strategie e alleanze vengono pianificate da chi non impugnerà mai una spada in prima persona. Poco dopo Tyrion rivela che l’autore di questa massima di saggezza è lui stesso, dettaglio che non fa altro che aumentare il disappunto di Verme Grigio e Missandei. Il loro scetticismo verso la sua riflessione sottolinea la distanza culturale tra di loro. Ma allo stesso tempo conferma l’abilità di Tyrion nel trovare il modo di alleggerire anche le situazioni più serie con il suo umorismo unico.
6) “È il mio mestiere: bevo e conosco le cose”
Sempre durante la sua permanenza a Meereen, nell’episodio Uomini di Ferro della sesta stagione di Game of Thrones, Tyrion deve governare la città in assenza di Daenerys Targaryen. Durante questo periodo, Tyrion scopre che gli altri due draghi di Daenerys, Rhaegal e Viserion, rinchiusi nelle catacombe sotto la Grande Piramide, si rifiutano di mangiare dalla partenza della loro “madre”. Preoccupato per la loro salute e riconoscendo l’importanza dei draghi per il futuro di Daenerys e della sua causa, Tyrion decide di intervenire personalmente. Consapevole del pericolo che comporta avvicinarsi a creature così potenti, Tyrion si reca nelle catacombe accompagnato da Varys. Con grande coraggio, si avvicina ai draghi e, aprendosi a loro, riesce a guadagnarne la fiducia.
Con delicatezza, rimuove i collari che li tengono incatenati, permettendo loro una maggiore libertà di movimento. Questo gesto allevia la sofferenza dei draghi e dimostra l’abilità diplomatica di Tyrion e la capacità di affrontare situazioni pericolose con intelligenza e sangue freddo.
7) “Oh sono un mostro? Dovresti rivolgerti a me con più delicatezza, allora: i mostri sono belve pericolose e ultimamente sembra che i re muoiano come mosche”
Durante il tormentato regno di Re Joffrey Baratheon, il già precario rapporto tra il giovane sovrano e suo zio peggiora quando Joffrey prende in moglie Sansa Stark. Il matrimonio, sebbene sia più un’unione politica che un legame affettivo, non impedisce al re di continuare a infliggere sofferenze alla ragazza. Questo comportamento suscita sempre di più l’indignazione e la rabbia di Tyrion. La situazione raggiunge un punto critico quando, in un momento di sadico compiacimento, Joffrey annuncia che, dopo la di Robb Stark, farà in modo che la testa del cosiddetto Re del Nord venga servita su un piatto alla sorella in segno di umiliazione. Tyrion, furioso per l’insensibilità del nipote, non riesce più a trattenere il proprio disprezzo. Il confronto tra zio e nipote diventa particolarmente teso quando Joffrey, nel tentativo di riaffermare il proprio dominio, insulta Tyrion definendolo sprezzantemente un “mostro”.
Ma invece di lasciarsi sopraffare dalla rabbia o dall’umiliazione, Tyrion gli rivolge una velata minaccia. Così facendo lascia intendere al nipote che neanche il titolo di re lo renderà immune dalle conseguenze delle sue azioni. Di fronte a questa reazione inaspettata, Joffrey viene colto alla sprovvista e per un attimo perde la sua solita arroganza, dimostrando quanto poco basti per destabilizzare la sua sicurezza. È a questo punto che interviene Tywin Lannister, il vero uomo di potere dietro tra i Lannister in Game of Thrones. Con il suo tono severo mette fine alla discussione, umiliando Joffrey e mandandolo a letto senza cena, come si farebbe con un bambino capriccioso. Un momento che dimostra ancora una volta come, nonostante la sua corona, Joffrey sia solo una pedina nelle mani dei veri giocatori del gioco del trono.
8) “È difficile mettere il guinzaglio a un cane dopo avergli messo una corona in testa”
Al centro della discussione, anche in questo caso, il protagonista è Joffrey Baratheon, che nelle prime due stagioni è il villain principale di Game of Thrones. Nella settima puntata della seconda stagione, intitolata proprio Un uomo senza onore, si assiste a un dialogo significativo tra Tyrion e sua sorella, la regina Cersei. In questa scena, Cersei esprime la sua frustrazione e il suo dolore per l’incapacità di controllare il comportamento sempre più crudele e imprevedibile del figlio. E’ qui che Tyrion, con la sua consueta arguzia, si pronuncia in questo modo alla sorella, in qualche modo incolpandola del suo stesso male. Joffrey, sin dalla sua ascesa al trono, ha mostrato tendenze sadiche e un comportamento tirannico, rendendo vano qualsiasi tentativo di moderazione da parte della madre. La corona, simbolo di autorità suprema, ha amplificato questi tratti, rendendo impossibile per Cersei esercitare su di lui l’influenza materna che sperava di avere.
9) Un’altra perla di Tyrion che spiega la vera essenza di Game of Thrones: “Uccidere e fare politica non sono sempre la stessa cosa”
Nell’ottavo episodio della quinta stagione di Game of Thrones avviene uno scambio molto significativo tra Tyrion e Daenerys Targaryen. In questa scena, Tyrion cerca di convincere Daenerys dell’importanza di avere al suo fianco qualcuno che comprenda le complessità politiche e culturali di Westeros. L’ultima dei Targaryen ritiene che la forza militare dei suoi Immacolati e il potere distruttivo dei suoi draghi siano sufficienti per conquistare i Sette Regni.
Tuttavia, Tyrion la mette in guardia, cercando di farle capire che per un buon regno la violenza non è la risposta migliore. Con la sua affermazione, Tyrion sottolinea che la mera forza bruta non è sufficiente per governare efficacemente. Mentre le conquiste militari possono abbattere regimi e sconfiggere nemici, la vera arte del governo richiede diplomazia e capacità di costruire alleanze durature. Senza queste competenze, un sovrano rischia di mettersi contro la popolazione che intende governare, aumentando il rischio di instabilità e possibili rivolte.
Questo consiglio di Tyrion riflette la sua profonda comprensione della politica di Westeros. Oltre al fatto che un approccio puramente militare potrebbe non garantire a Daenerys il sostegno necessario per mantenere il potere una volta conquistato. La sua esperienza come Primo Cavaliere del Re e le sue osservazioni sulle dinamiche di potere nella capitale gli hanno insegnato che la legittimità di un sovrano non si basa solo sulla forza. Tyrion suggerisce a Daenerys che per governare saggiamente dovrà prima guadagnarsi la lealtà dei sudditi. Daenerys, pur essendo una leader carismatica e determinata, riconosce la saggezza nelle parole di Tyrion e decide di accoglierlo come suo consigliere. Questa decisione segna l’inizio di una collaborazione strategica che mira a combinare la forza militare con l’abilità politica. Per quanto conosciamo bene i risvolti dell’ultima stagione di Game of Thrones, anche in questo caso Tyrion ci aveva visto lungo, prima di chiunque altro.
10) Chiudiamo questa lista con quella che, tra tutte, è la citazione più sentita da Tyrion in assoluto, quella pronunciata prima di uccidere suo padre in Game of Thrones: “Sono tuo figlio. Sono sempre stato tuo figlio”
Tyrion Lannister ha sempre desiderato un normale legame d’affetto con la propria famiglia. Ma è stato costantemente respinto e disprezzato da tutti, ad eccezione del fratello maggiore Jaime. Fin dalla nascita, infatti, è stato considerato una vergogna per la casata Lannister, un peso indesiderato che metteva in ombra la grandezza della famiglia. Questo atteggiamento ostile è stato particolarmente alimentato dalla morte di sua madre, Joanna, avvenuta durante il parto. Cersei e Tywin, incapaci di superare questo evento traumatico, hanno sempre visto in Tyrion la causa di quella tragedia, riversando su di lui un rancore mai sopito. Tywin, uomo di straordinaria ambizione e spietatezza, aveva lavorato instancabilmente per riportare i Lannister al prestigio. Per questo motivo, non poteva permettersi di mostrare debolezza, né di tollerare ciò che considerava una macchia sul nome della sua famiglia. Secondo lui, Tyrion non era altro che un peso, una fonte di imbarazzo.
Per questo, quando si presentò l’opportunità di sbarazzarsene con l’accusa di regicidio, non esitò a condannarlo a morte, senza alcuna esitazione o pietà. Tuttavia, Tyrion non era disposto ad accettare passivamente il proprio destino. Dopo essere fuggito dalla prigionia, Tyrion ha finalmente ottenuto la sua vendetta. Dopo aver strangolato la subdola Shae, ancora colmo di rabbia, si reca nella latrina dove trova suo padre. Qui avviene uno degli scontri più intensi e simbolici della serie: con una balestra puntata contro Tywin, Tyrion assiste ancora una volta all’arroganza e al disprezzo del padre. Questi continua a umiliarlo fino all’ultimo istante.
Quando Tywin lo insulta e tenta di ridurre il loro rapporto a un’ennesima dimostrazione di superiorità, Tyrion prende la decisione definitiva e lo uccide con un colpo secco. Il modo in cui affronta il padre, il luogo stesso in cui avviene l’esecuzione e la sua battuta finale rendono il momento non solo tragico, ma anche beffardamente ironico.