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Game of Thrones 7×01 – Non c’è tempo da perdere

Game of Thrones
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 7×01 di Game of Thrones

Cominciamo? Facciamolo con l’entusiasmo di sempre, perché certe volte non servono tante parole. Basta uno sguardo per vivere un momento storico e immergerci ancora in una storia straordinaria. L’unica battuta pronunciata da Daenerys Targaryen è il manifesto programmatico di una stagione, la settima di Game of Thrones, in cui non ci sarà più spazio per le lunghe attese di un tempo, ma solo per la resa dei conti finale. Da una parte vivremo l’ultima grande battaglia per la conquista dell’agognato Trono di Spade, il cui esito è molto meno scontato di quanto suggeriscano attualmente le forze in campo, mentre dall’altra ci sarà una guerra decisiva per la sopravvivenza di un mondo intero, sul quale incombono gli spettri di una Notte che rischia di cancellare l’alba. Cominciamo, c’è molto da dire.

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Il pilot della nuovo atto di Game of Thrones non ci ha sorpreso granché, e non poteva essere altrimenti. Prima di affrontare le emozioni che vivremo nei prossimi episodi, infatti, era indispensabile fare un punto della situazione e mettere tutti i tasselli al proprio posto, scombinati soprattutto dal ritorno degli Stark e dalla folle rivoluzione di Cersei. Come suggerisce il titolo, il fulcro della narrazione è Dragonstone, crocevia di ogni sogno, spauracchio e speranza. Il sogno è, manco a dirlo, di Daenerys, finalmente tornata a casa. La sua rivoluzione parte dal vecchio fortino dei Targaryen, e salta subito agli occhi un’ideale consegna del testimone da parte di Stannis: lui, il legittimo erede al Trono convintosi illusoriamente di essere il leggendario Azor Ahai, ha ceduto il passo ad un eroe vincente dove lui era stato sconfitto e ad una regina che sente di esser destinata ad un’unica sorte: conquistare i Sette Regni. Per farlo, tuttavia, la Madre dei Draghi dovrà adattarsi in fretta alla nuova realtà e non dare niente per scontato: il potere politico-militare è un dato di fatto da custodire con cura, non un dono.

Non l’ha ancora capito Cersei, ancorata paradossalmente alla Storia di una casata da lei stessa distrutta. La conquista del Trono, i cui contorni hanno sforato i confini di una provocazione brutale, è stata la sua condanna a morte. La Mad Queen è sola, isolata e con un potere formale che non ha niente a che vedere con la realtà. Ora come ora, Approdo del Re non è altro che l’ultimo baluardo di una storia che parla già al passato, spazzata via dalle conseguenze delle azioni di una donna che si limita al piacere della rivalsa. Lo sa fin troppo bene Jaime, sempre più lontano da lei. Lo spauracchio da lui paventato è l’analisi lucida di un uomo consapevole del fatto che tutto, o quasi, sia perduto. Ai due Lannister non resta altro che la peggiore alleanza possibile: Euron non è un uomo affidabile e se anche lo fosse non sarebbe sufficiente per contrastare gli attacchi che arriveranno da ogni angolo di Westeros, ma non possiamo escludere a priori che la comparsa di un corno di drago non possa spostare degli equilibri che in questo momento sembrano assodati.

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I giochi di potere, in ogni caso, rischiano di trasformarsi in un elemento marginale, e tutti gli interpreti dovranno rivedere le strategie di conseguenza. L’Inverno è arrivato, ma pochi l’hanno capito. Gli incubi, se vissuti solo nel sonno, urlano subdolamente in silenzio anche di fronte all’evidenza. La speranza, però, è l’ultima a morire, e Dragonstone potrebbe essere la patria di un futuro da riscrivere che si scontra con un passato ancora da scrivere. C’è chi si aggrappa alla vendetta per una storia infranta con lo spiraglio di vivere un domani più felice (Arya) e chi, invece, metterà da parte l’odio per fare di un cane rabbioso un insolito eroe (il Mastino). Chi, come Jon, sa finalmente tutto (finché non si parla di lui stesso) e chi invece si preoccupa più dei fantasmi del Sud che di quelli del Nord (Sansa), sospesa tra la rivoluzione machiavellica di una vittima, diventata grande per mano delle compagnie sbagliate, e la restaurazione di una Stark, dedita al dovere di difendere quel che ha faticosamente riconquistato.

La grande alleanza che si scontrerà con gli Estranei sarà eterogeneo come non mai e ognuno avrà un ruolo fondamentale. Dal futuro Maestro Sam al Corvo Bran, dal fabbro Gendry (?) all’impavido Tormund, dalla Compagnia Senza Vessilli, una che normalmente ride in faccia alla morte, ai re che prenderanno atto della pericolosità della situazione. Tutti saranno in gioco e nessuno potrà più chiudere gli occhi. Il momento di dormire è finito e i miti sono diventati realtà. Cominciamo, non c’è più tempo da perdere: la settima stagione di Game of Thrones è già entrata nel vivo.

Antonio Casu

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