1. Eddard Stark
L’emblema del concetto stesso di ingenuità nel meraviglioso universo di Game of Thrones va però senza tema di smentita al Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord: Eddard Stark, detto Ned. Riuscire a trovare una spiegazione diversa alla lucida follia che accompagna ogni sua mossa da quando giunge ad Approdo del Re è davvero impossibile. E poiché la mela non cade mai troppo distante dall’albero non possiamo meravigliarci di quello che è successo poi a suo figlio Robb.
Ned è un puro. Ned ha un senso smisurato di giustizia. Tutto vero, tutto corretto. Ma in ultima analisi, il buon Ned, è il re degli ingenui. Pensare di confidare nel senso dell’onore e della cavalleria in un mondo corrotto e malato come quello che fa da sfondo a Game of Thrones è davvero surreale.
Il confronto con Cersei dopo la morte di re Robert è impietoso. Da un lato la sublime eleganza e raffinatezza dell’intrigo e della sete di potere, dall’altra un pover’uomo che si consegna letteralmente nelle fauci del leone. Poiché l’intelligenza di Lord Stark non è in discussione quel che resta è unicamente una smisurata e fatale ingenuità.
Un espediente narrativo per funzionare bene deve avere un minuscolo e semplice ingranaggio a metterlo in moto.
Sacrificato a questo scopo è Ned Stark. Ammantato di un’ingenuità che non meritava solo per permetterci di gustare otto anni di una serie che resterà per sempre nei cuori e nella mente di un’intera generazione. E forse più.