Game of Thrones è una perfetta metafora della vita stessa.
Al principio della storia non ci sono dubbi, solo semplici certezze su cui decidiamo di fare affidamento con tutte le nostre forze: il buono è buono, il cattivo è cattivo e troviamo conforto all’interno di una storia dal sapore antico.
Ma è proprio il concetto di vita che ci apre alla Strada del Re attraverso le parole di Tyrion Lannister: “la vita è ricca di possibilità, la morte è solo morte”.
Un concetto chiave che ci suggerisce fin da subito l’imprevedibilità degli eventi, e soprattutto di abbandonare semplicismi e pregiudizi. Anche un ragazzino storpio può trovare il modo di mettere le ali e condurre la propria storia, così come una creatura innocente non trova necessariamente pietà nel grande gioco del trono.
Semplici regole che iniziano a dispiegarsi sotto i nostri occhi ingenui e speranzosi, occhi che ancora stentano ad abbandonare quelle piccole certezze cui Serie Tv e romanzi ci hanno abituato a fare affidamento.
In questo secondo episodio ghiaccio e fuoco iniziano a rincorrersi tra due continenti opposti.
Daenerys Targaryen ha dovuto abbandonare quel ruolo di vittima della vita che fin dal primo vagito le era stato affibbiato, per diventare la Khaleesi del Grande Khal. Nella solitudine del Grande Mare d’Erba fa sua la lezione di quel nano tanto lontano: la vita è piena di possibilità, e Daenerys decide di coglierle a piene mani, in ogni modo possibile. Si lega agli unici due individui che non le sembrano poi troppo stranieri: Jorah le permette di toccare con mano quella speranza di tornare a casa, mentre Dorea le dona un sogno in cui i draghi vivono ancora, e in cui una ragazza insegna a una bestia cos’è l’amore.
Ma ci sarà un tempo in cui l’erba coprirà ogni cosa e il mondo avrà fine.
Le parole di Jorah Mormont risuonano nelle nostre orecchie come un eco a quella promessa del Nord cui presto impareremo ad affezionarci. L’Inverno sta arrivando non è un motto, ma una terribile certezza che come una spada di Damocle pende sulla testa degli Stark.
Tuttavia tra i Lupi del Nord vagano ancora i Leoni rampanti.
Ma tra quelle bestie feroci e senza scrupoli vive un’eccezione. A questo punto non abbiamo dubbi sulla malvagità intrinseca di Cersei e Jaime, né tanto meno di quel piccolo demonio di Joffrey, ma Tyrion Lannister è diverso.
Come può un personaggio che ci piace così tanto far parte di una famiglia militante chiaramente tra i cattivi?
E il dubbio non sorge solo a noi, ma anche a quello stesso Jaime che non esita a chiedere al fratellino strano «Ma tu da che parte stai?». Un quesito che inevitabilmente ci lascia perplessi nelle dinamiche cui siamo abituati, ma ci apre le porte a un futuro in cui l’unica certezza sarà solo l’inevitabile fine.
Questo è l’episodio dei saluti, l’episodio di Game of Thrones indelebile nei ricordi di chi si è ritrovato amaramente a crescere nel corso di questi ultimi sette anni.
Un commiato tra due madri molto diverse, unite soltanto dall’amore incondizionato nei confronti dei figli e della fierezza con cui sono pronte a difenderli. Un saluto tra fratelli che decidono di prendere strade diverse. La Strada del Re è lunga, tortuosa e densa di pericoli, e tutti loro non possono ancora immaginare dove quella strada li porterà.
Lungo la via i ragazzi che abbiamo conosciuto impareranno le regole di un nuovo gioco crudele. La scacchiera si sta preparando e nulla viene lasciato al caso.
Arya e Jon si salutano dando forma a un ricordo che riecheggerà intenso negli anni a venire. Un abbraccio che riscalderà la ragazzina nei momenti più bui, e una prima di una lunga serie di regole che Arya dovrà apprendere in fretta: “infilzali con la parte aguzza“.
Il commiato tra Jon e Bran è sottolineato da uno sguardo furioso di Caitlyn Stark: “dovevi essere tu a cadere da quella torre” sono le parole non dette di una madre disperata.
E in una vita ricca di possibilità Cat deve nuovamente affrontare un marito che se ne va, che l’abbandona ancora una volta al seguito di quello stesso Re che gliel’aveva portato via diciassette anni prima, quando c’erano donne da sposare e guerre da combattere.
Infine l’addio tra Jon e Robb non ha bisogno di molte parole. Robb è il fratello maggiore, la roccia a cui tutto è sempre venuto più facile che a Jon, il fratello nato tra i giusti, il ragazzo che fin dall’inizio si ritrova sulle spalle le aspettative della propria casata. Una casata che per Jon ha sempre rappresentato quell’obiettivo impossibile da raggiungere. Basta un abbraccio tra i due fratelli intriso di sincerità e affetto per augurarsi buona fortuna lungo quella strada che li dividerà chissà per quanto tempo.
È però quello tra padre e figlio il saluto che più ci lascia perplessi. Ned e Jon si salutano alle soglie della Strada del Re. Jon Snow ha bisogno di radici, ha bisogno di trovare il proprio posto nel mondo in cui si trova a camminare, ma l’unica risposta di Ned ci abbandona in quel dubbio che ci tormenterà per anni: «non avrai il mio nome, ma hai il mio sangue: quando ci ri-incontreremo parleremo di tua madre».
Le strade a questo punto si dividono, il branco si separa, ma l’inverno sta arrivando.
Ghiaccio e fuoco continuano a rincorrersi, e sarà il Re Usurpatore Robert Baratheon a offrire il ponte perfetto tra i due continenti. Robert continua a vivere nei ricordi di una vita passata, una vita in cui non c’era tempo per fare i giovani perché il futuro andava faticosamente costruito. E mentre sbeffeggia Ned interrogandolo sulla madre del ragazzo, non esita un secondo a ricordare quella donna che amava e che Raeghar Targaryen gli aveva portato via. Quella donna per cui il giovane Cervo aveva sconvolto un continente intero decretando la fine dei Targaryen.
Tuttavia i Targaryen non sono ancora finiti, ma al di là del Mare Stretto si stanno preparando per tornare a casa.
Ancora una volta le parole di Robert Baratheon appaiono profetiche nella loro concreta semplicità (leggere questo per credere): C’è una guerra alle porte. Non so chi o quando la combatterà, ma è alle porte.
Tutto sembrava tanto semplice quanto affascinante in principio. Ma la Strada del Re non è breve come può sembrare, e questo è solo l’inizio di Game of Thrones, un preparazione fatta di tremende lezioni di vita che bisogna apprendere velocemente per arrivare alla fine della storia.
Le ragazze Stark stanno solo assaggiando la crudeltà che saranno costrette a conoscere una volta giunte alla capitale, una crudeltà che provoca una crepa insanabile tra sorelle e che le divide fin da questo episodio dalle loro rispettive metalupe. Così mentre Arya, la selvatica e indomita, costringe il proprio lupo a fuggire per sopravvivere, la docile Sansa sentirà per la prima volta sulle proprie labbra il sapore amaro dell’ingiustizia.
Lady viene uccisa, ma vi è sempre equilibrio nelle dinamiche di Game of Thrones, e così laddove un’innocente muore un altro riapre gli occhi.